COSENZA Si chiama Gianfranco Corsi l’autore del macabro fotomontaggio che ritrae la presidente della Camera, Laura Boldrini, con la testa mozzata, accompagnato dal messaggio «sgozzata da un nigeriano inferocito, questa è la fine che deve fare così per apprezzare le usanze dei suoi amici». Artigiano 58enne, sposato e con due figlie, di Torano Castello, ad una trentina di chilometri a nord di Cosenza, Corsi è noto in paese per le idee razziste, i post infuocati contro la presunta “invasione” da parte dei migranti e commenti e fotomontaggi molto sopra le righe. «Pago con la mia pelle ogni giorno il mio impegno contro le destre, io lo pago ma non ho paura», ha commentato la presidente della Camera.
«Sono in corso tutti gli accertamenti possibili – ha spiegato il questore di Cosenza Giancarlo Conticchio – per stabilire se l’uomo ha veramente solo condiviso un post, o se è stato realizzato da lui. In ogni caso, vogliamo fare chiarezza e risalire ad eventuali collegamenti con altre persone dedite a questo tipo di attività».
IL FRATELLO CONFERMA A confermare che sia stato lui a diffondere il macabro fotomontaggio è stato il fratello Roberto Corsi, piccolo imprenditore della vicina Montalto Uffugo noto per la sua “lotta” contro quella che definisce «l’oppressione fiscale», che da tempo si traduce nel rifiuto di pagare le tasse, che a suo dire sarebbero una forma di “pizzo” da pagare allo Stato. «Preferisco essere clandestino in Italia perché almeno posso guadagnare 36 euro al giorno, quanto prendono i clandestini», si giustificava nel 2013, poco prima di un tentativo di suicidio in diretta Facebook. La sua “battaglia” in passato è stata rilanciata dal vecchio blog delle stelle di Beppe Grillo e portata in aula dalla deputata Giulia Sarti, finita al centro delle polemiche per aver di fatto incitato all’evasione fiscale. Da allora, i pentastellati sembrano invece aver preso le distanze dalla battaglia dell’imprenditore. Sul territorio invece né lui né il fratello, oggi balzato agli onori delle cronache – ci tengono a precisare dai meetup di zona – sono mai stati attivi, né hanno mai partecipato alle attività dei gruppi.
«ECCO UN’ALTRA MEDAGLIA AL VALORE» Chi lo conosce, dice che il cinquantottenne non è nuovo ad affermazioni pesantissime nei confronti della presidente della Camera o di altri politici, ma il fratello oggi lo difende. «Cari amici questa è un’altra medaglia al valore», scrive riferendosi al provvedimento di sequestro che è stato eseguito nei confronti del fratello. «Non siamo razzisti, non siamo terroristi ma siamo contro la clandestinità e una immigrazione fuori controllo», scrive “in diretta” dalla Questura di Cosenza, dove il fratello è stato condotte per essere identificato.
LE INDAGINI Dopo la segnalazione partita dal gruppo Facebook “I sentinelli di Milano”, i poliziotti del Cnaipic, il Centro anticrimine informatico della Polizia, nonostante il terribile messaggio sia stato dopo poco rimosso, hanno individuato le tracce informatiche lasciate dall’autore del post. Recuperati anche grazie a Facebook i dati necessari per identificare fisicamente il responsabile, il Cnaipic li ha trasmessi alla Questura di Cosenza, che questa mattina ha mandato gli agenti della Digos e della Postale a bussare alla porta di Corsi per una perquisizione. Nel corso delle attività, secondo indiscrezioni, sarebbero stati trovati una serie di elementi a sostegno della pista che ha condotto gli investigatori da Corsi. Secondo quanto filtra dalla Procura, domani in mattinata verranno formalizzate le accuse nei suoi confronti, mentre per le 11 è prevista una conferenza stampa del procuratore Mario Spagnuolo, che renderà noti i particolari delle indagini.
Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it
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