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La “trilogia” della Cosenza criminale di Pellicori

COSENZA Finisce l’esame del collaboratore di giustizia. La “trilogia” della Cosenza criminale di Luca Pellicori nel corso del processo “Apocalisse” termina con il controesame delle difese. Ci sono …

Pubblicato il: 06/02/2018 – 18:29
La “trilogia” della Cosenza criminale di Pellicori

COSENZA Finisce l’esame del collaboratore di giustizia. La “trilogia” della Cosenza criminale di Luca Pellicori nel corso del processo “Apocalisse” termina con il controesame delle difese. Ci sono volute tre udienze, precisazioni e contestazioni, come previsto dalla legge. Dal sito riservato dal quale è collegato in video-conferenza il collaboratore non si sottrae alle domande della difesa. Parola per primi agli avvocati Cinnante e Quintieri, difensori dell’imputato Marco Perna, oggi agli arresti domiciliari.

IL PENTIMENTO «Ho iniziato a collaborare con la giustizia perché mi sentivo in pericolo». Luca Pellicori spiega, in pubblico, la sua scelta. Tutto è già verbalizzato ma ricostruisce l’intera vicenda. «Ho scoperto che la mia ex compagna aveva una relazione con Marco Perna. Ho visto sul cellulare delle foto e dei messaggi che confermavano già qualche mio sospetto, quindi sono scappato subito da casa». Il pentito non manca di rimarcare, come già fatto nelle precedenti udienze, come il rapporto con Perna fosse “fraterno” e che la relazione con la moglie fosse una cosa che non si aspettava visto che si conoscono da quando sono piccoli.

LA DROGA AL PENITENZIARIO Nei verbali non ne accenna, ma nel corso dell’udienza di fine dicembre, rispondendo alle domande del pm Domenico Assumma, il collaboratore di giustizia, racconta come nel carcere arrivasse la droga. Ai colloqui era la sua compagna a trasportare lo stupefacente, se la moglie non poteva partecipare al colloquio la parola in codice era la canottiera. «Dalla finestra chiedevo la canottiera bianca o quella nera». Il gioco è presto fatto: la bianca era la cocaina la nera la marijuana o l’hashish. Le donne che dapprima erano indicate come persone non dedite allo spaccio adesso assumono altre vesti. E alla domanda della difesa sul perché nel verbale avesse detto che le donne non spacciavano Pellicori risponde: «Per me spacciare significa andare alla piazza (quella di spaccio, ndr) e vendere gli stupefacenti». Le cose in galera a Pellicori non andarono benissimo, infatti, conferma come uscito dal carcere abbia avuto dei dissapori con “l’amico” Perna reo di non aver provveduto economicamente alla sua famiglia. «Dopo l’estate facemmo pace», risponde Pellicori.

LE CARTE DEL PROCESSO MAGNETE Nella ricostruzione documentale l’avvocato Filippo Cinnante spiega come sia nato il processo “Apocalisse”. Le dichiarazioni rese dai pentiti nel corso del processo Magnete (in cui si contestò agli indagati il reato di usura) furono usati come base per il processo che si sta celebrando nel tribunale di Cosenza.

mi. pr.

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