SOVERATO I mini (e maxi) dossieraggi nei ranghi del Movimento Cinquestelle stanno diventando un grande classico delle elezioni. I candidati vengono passati ai raggi X, alla ricerca di vecchi legami con i partiti. Silvia Vono, che rappresenterà il M5s nel collegio uninominale di Catanzaro-Vibo al Senato è già finita nel mirino della stampa – e di una parte del Movimento – per i suoi trascorsi nella giunta comunale di Soverato guidata da Ernesto Alecci, sindaco (oggi, ma non ai tempi della candidatura per le comunali) vicino al Pd. Era il primo step: il secondo motivo di discussione offerto da Vono agli attivisti “duri e puri” è quello della sua forte vicinanza al Lions club international di Squillace-Cassiodoro-Distretto 108YA. Al di la delle sigle – e del fatto che non c’è nulla di male nel frequentare i Lions – Vono viene percepita dalla base grillina come una candidatura calata dall’alto.
(La locandina che annuncia la presenza di Vono a un convegno del Lions il prossimo 10 febbraio)
Spuntano così fuori le foto dell’aspirante senatrice all’inaugurazione del “Leo club Squillace-Cassiodoro” che risalgono alla scorsa estate. Foto pubbliche, disponibili su facebook, che corredano un post nel quale si accolgono «tre nuovi soci che arricchiranno il club con le loro professionalità». Uno dei tre soci sarebbe proprio Silvia Vono. L’ex assessore della giunta Alecci, tra l’altro, in piena campagna elettorale – il prossimo 10 febbraio – parteciperà a un convegno promosso proprio dai Lions a Soverato, nel quale si discuterà di “Cultura e legalità”. È anche presente, tra i moderatori, nella locandina, seppure con il suo secondo nome Gelsomina. Il 10 febbraio è lo stesso giorno in cui Di Maio sarà in Calabria (a Cosenza) per un tour elettorale. In passato, candidati del M5s erano stati depennati perché appartenenti al Rotary: la “massoneria bianca” non si sposava con i principi del Movimento.
(La candidata grillina partecipa a un incontro per sostenere la candidatura di Flora Sculco)
E neanche, stando alle esperienze passate di Vono, quella che pare – sempre stando alle foto reperibili in rete – una militanza nel Pd che l’ha portata a partecipare, nello scorso mese di settembre, alla festa del partito e, prima ancora – correva l’anno 2014 – a sostenere la candidata alle regionali Flora Sculco (e, di conseguenza, Mario Oliverio). Un sostegno ai dem che le voci critiche nel M5s definiscono «aperto». Chi ha propiziato e sostenuto la sua candidatura, invece, parla di un impegno più civico che politico in senso stretto. Intanto il mini dossier continua a circolare.
VONO: «NON PARTECIPERÒ AL CONVEGNO» «Non ho intenzione alcuna di partecipare all’iniziativa promossa per il 10 febbraio 2018 “Cultura della legalità” presso l’Istituto Salesiano Sant’Antonio di Padova di Soverato». Silvia Vono risponde così ai malumori che crescono nel M5s per la sua vicinanza ai Lions (e non soltanto per l’eventuale partecipazione al convegno). L’ex assessore di Soverato spiega che «era stata richiesta tempo fa una mia partecipazione in quanto avvocato ed esperto in materie giuridiche, nella semplice veste di moderatrice ad un incontro ancora in fase di organizzazione, dunque non ne conoscevo né i partecipanti né la tematica precisa se non una generica indicazione “sulla legalità”». «In quel periodo – continua la candidata – a parte la genericità della cosa prospettata, ancora nemmeno la sottoscritta sapeva della futura candidatura all’uninominale Senato Collegio Catanzaro-Vibo con il Movimento 5 Stelle. Non avevo dato comunque conferma della mia partecipazione fino a quando non avrei saputo i dettagli precisi dell’iniziativa. Vengo a conoscenza di questi dettagli solo il 2 febbraio 2018 tramite la pubblicazione della locandina completa su un gruppo whatsapp. Nella stessa data, dopo aver informato telefonicamente il presidente della sezione Lions del mio rammarico per l’iniziativa arbitraria di inserire il mio nome sulla locandina senza essere stata informata preventivamente per dare conferma e considerata anche la conoscenza della mia attuale posizione politica, ho avvisato, sempre attraverso lo stesso gruppo, della mia impossibilità a partecipare e ho anche chiesto che il mio nome venisse eliminato dalla locandina».
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