COSENZA Non si ferma la querelle relativa alla mole debitoria che riguarda il Comune di Cosenza. Lo scontro a colpo di penna tra Carlo Guccione, esponente del Pd e leader della coalizione “La Grande Cosenza”, e Luciano Vigna, assessore al bilancio di palazzo dei Bruzi, non si placa, anzi la dose la rincara lo stesso Guccione che in una nota annuncia di aver inviato una missiva al collegio dei Revisori dei conti e per conoscenza anche alla Corte dei Conti chiedendo una relazione approfondita sullo stato patrimoniale dell’ente. L’argomento è ancora il ricorso per decreto ingiuntivo e al debito che Sorical vanta nei confronti del Comune di Cosenza: un malloppo da 6 milioni di euro. È quello più consistente ma ce ne sono altri, per un totale di quasi 10 milioni di euro.
LA GESTIONE OCCHIUTO Solo meno di 24 ore fa l’assessore al bilancio ricordava al consigliere di opposizione che i debiti erano stati ereditati. La colpa quindi era da imputare alle amministrazioni di centrosinistra che si sono alternate nel municipio cosentino. Ma Guccione, oggi, mette i suoi puntini sulle “i”: «I decreti ingiuntivi riguardano: “Enertech S.r.l.” per prestazioni del 2013 pari a 844.363,88 euro: il Tar Calabria ha segnalato i fatti alla Procura presso la Corte dei Conti per accertamento di responsabilità erariale; “OR.S.A. Società Cooperativa Sociale” per prestazioni del 2016 pari a 2.093.359,80 euro oltre a spese e interessi. A questi va aggiunto il debito Sorical Spa pari a 6.043.000,00 euro per fornitura idrica di due anni erogata e non pagata, né contestata. Sia i decreti che il debito Sorical – scrive Guccione – sono sorti e maturati negli anni della gestione del sindaco Occhiuto». Il consigliere Carlo Guccione aveva interessato il collegio dei Revisori dei Conti già il 29 agosto del 2016 chiedendo chiarimenti relativamente ai “rilievi” che lo stesso collegio aveva mosso nel proprio verbale del 5 agosto 2016. «Proprio nel verbale – continua la nota – si dava parere favorevole sulla salvaguardia degli equilibri di bilancio nonostante venisse rilevato, tra l’altro che il “fondo crediti di dubbia esigibilità” non era congruo, cioè che una parte dei crediti riportati in bilancio non risultavano incassabili da parte del comune. Sull’alienazione di beni materiali l’incremento di valore da 2.849.689 a 4.649.123 euro non era coerente, visto che era stato riscosso solo l’importo di 140.776,96 euro, un artificio contabile utilizzato per creare una copertura finanziaria fittizia considerato che sulla previsione iniziale le somme incassate dalle vendite erano inferiori di gran lunga al 10%. Altro rilievo del Collegio sulla “mancanza di liquidità” per la scarsa capacità di riscossione dei tributi da parte del comune, che determinava un eccessivo ricorso alle anticipazioni di cassa». Insomma colpo sulle precedenti amministrazioni incassato, ma alcune storture finanziarie di questi sette anni di Occhiuto secondo Guccione non possono passare inosservate.
BOTTA E RISPOSTA «Cosenza è sulla strada del risanamento. Tutti gli indici di bilancio dimostrano che c’è stata una netta inversione di rotta in quanto rispettiamo tutti i parametri fissati dalla legge – replica Luciano Vigna –. Quando abbiamo preso in mano le redini dei conti di palazzo dei Bruzi non c’erano le risorse per acquistare una risma di carta. Potevamo scegliere la strada tanto auspicata da Guccione, dichiarare il fallimento e portare il Comune in dissesto e ripartire da zero». Il debito nei confronti della Sorical, quello più consistente segnalato dal dem, però stando ai calcoli dell’assessore al bilancio è stato ridotto rispetto alla mole debitoria iniziale. «Il consigliere Guccione – aggiunge Vigna – parla dei debiti con Sorical, dimenticando che nel 2011, anno in cui siamo subentrati dopo il lungo corso del centrosinistra, il debito era pari a 18 milioni di euro e per buona parte era privo di coperture di bilancio. Solo grazie ai nostri sforzi siamo riusciti a ridurlo a più di un terzo. Sulle Politiche di bilancio è importante il confronto costruttivo anche con l’opposizione, ma occorre più credibilità quando si parla di numeri». Nessun cenno ai decreti o alla relazione della Collegio dei revisori e della Corte dei Conti, presagio che i due non hanno nessuna intenzione di scendere dal ring.
mi. pr.
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