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«Con Mancini e D’Ascola il Pd è diventato di destra»

CATANZARO Il maltempo non ha fermato il governatore della Regione Toscana Enrico Rossi che, come da impegni, nella mattinata di sabato ha incontrato i candidati e i simpatizzanti di Liberi e Uguali…

Pubblicato il: 10/02/2018 – 15:50
«Con Mancini e D’Ascola il Pd è diventato di destra»

CATANZARO Il maltempo non ha fermato il governatore della Regione Toscana Enrico Rossi che, come da impegni, nella mattinata di sabato ha incontrato i candidati e i simpatizzanti di Liberi e Uguali per le strade del quartiere Lido di Catanzaro. Già venerdì era stato a Crotone a Corigliano Calabro. Una riunione partecipata quella di Rossi a Catanzaro Lido. Accanto a lui, i candidati Nico Stumpo (proporzionale Camera Sud e Nord), Silvio Primerano (uninominale Camera collegio vibonese), Maria Antonia De Fazio (uninominale Senato) e Aldo Rosa (uninominale Camera collegio catanzarese) e il presidente della commissione regionale contro la ’ndrangheta Arturo Bova.
Al centro dell’intervento di Rossi i temi della sinistra, lavoro e immigrazione, ma anche la sanità, argomento caro al governatore, già assessore regionale al ramo in Toscana: «In questa regione deve essere superato il commissariamento, superando di fatto la logica dei tagli alla spesa in favore di quella della programmazione. In Toscana avevamo novanta ospedali: da assessore, con la riforma che abbiamo messo in atto, abbiamo costruito trentadue ospedali nuovi per tutta la regione, ma non abbiamo abbandonato i territori, anzi abbiamo riconvertito le strutture per rendere efficace ed efficiente il settore in tutta la Toscana. In Calabria, la piaga peggiore l’emigrazione sanitaria: bisogna che il nuovo governo investa sui nuovi ospedali calabresi e si faccia una vera riforma sanitaria che permetta di mettere fine all’esigenza dei calabresi di curarsi al di fuori della propria regione: i giovani medici e sanitari calabresi sono bravi, bisogna dargli fiducia e metterli nelle condizioni migliori per lavorare».
Quanto al lavoro, Rossi ha criticato le scelte del governo Renzi: «I problemi del Sud sono in modo più accentuato i problemi del resto dell’Italia. Per il problema del dissesto idrogeologico ad esempio, occorrerebbe tutti gli anni investire qualche miliardo. Questo significherebbe ridare lavoro serio a tempo indeterminato rimettendo in moto l’economia. Non è un caso che gli economisti seri dicano che se investi un euro quello che produci è di 1,5 euro, mentre se dai bonus nelle casse torna meno di quanto investi. Renzi ha scelto la strada i bonus, ha speso molti soldi, ma il Sud soffre, i giovani sono precari, la disoccupazione non regredisce e le famiglie sono in difficoltà. In questi anni, il lavoro è stato compresso e svalutato: noi siamo qui perché vogliamo riequilibrare il rapporto tra crescita e diritti».
La critica a Renzi ha aperto poi all’analisi politica nazionale. Uno dei sondaggi diffusi negli ultimi giorni sottolinea come il 45% degli intervistati vedrebbe di buon occhio un ipotetico nuovo governo in coalizione da Pd e Leu: «Se cambiano le politiche renziane… Il Pd a trazione renziana non si può trovare bene con noi. Per noi non ci sono problemi ad aprire la discussione purché si parta dal nostro programma. Mi pare invece che stia prendendo piede una ipotesi in Italia che vede larghe intese con un Berlusconi redivivo grazie alle politiche di Renzi, insieme forse, ad un Maroni che si sta preparando a fare la quinta colonna. Renzi punta a portarsi un manipolo di fedeli in Parlamento per poi agire come meglio riterrà e fare le larghe intese come crede. Ma Cos’è questo Pd? Candidati come Casini, Toccafondi, Lorenzin e qui mi dicono D’Ascola e Mancini. Un Pd talmente a destra che è irriconoscibile. Ovvio che sia una linea che punta a dare al Paese le successive larghe intese».
La chiusura, Rossi l’ha dedicata all’immigrazione, tema caldo del momento politico. E per parlarne è partito dalle parole pronunciate nei giorni scorsi dal ministro dell’Interno Marco Minniti: «La dichiarazione di Minniti secondo cui il fascismo e il nazismo sono morti mi ha fatto rabbrividire. Perché è vero che sono morti, ma lo sono perché la resistenza ha fatto sì che morissero. Non per questo, però dobbiamo abbassare la guardia: dobbiamo evitare che possano rinascere. Ad esempio, da destra ho sentito Berlusconi parlare di una vera e propria deportazione: se un ministro gestisce la problematica occupandosi solo dei flussi, pensando ad un’invasione e senza preoccuparsi di quello che questa soluzione provoca ai migranti in Libia, allora è chiaro che offre una sponda a questo tipo di dichiarazioni».

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