RENDE «Basta un po’ di pioggia oltre il normale, e neanche così eccessiva, per far diventare la zona industriale di Rende assolutamente impraticabile, con tutti i disagi che questo comporta per aziende e lavoratori. Tra i numerosi episodi di microcriminalità, puntualmente segnalati a tutti i livelli, e la scarsa manutenzione dei canali di acqua e di scolo, le numerose attività che insistono in quella che (nelle parole e negli intenti della politica) dovrebbe essere la più importante area industriale dell’hinterland cosentino, sono praticamente in ginocchio». Lo afferma in una nota Francesco Napoli, presidente di Confapi Calabria «che questa mattina – è detto nel comunicato – ha raccolto il malcontento di molti imprenditori dell’area, ormai esasperati».
«Ricordiamo in passato – prosegue Napoli – grandi impegni e progetti per questa area industriale, dove sono andati a finire? Quella che dovrebbe essere la piccola Silicon Valley non solo di Rende, ma di tutta la Provincia e la Calabria, viste le numerose aziende che operano e che sono un fiore all’occhiello della piccola e media imprenditoria della nostra regione, dispiace sia sempre più lasciata a se stessa, senza neanche gli interventi basilari di manutenzione delle strade e dei canali. In generale le nostre aree industriali, cuore della nostra imprenditoria, dovrebbero trovare maggiore attenzione e considerazione da parte della politica e dei nostri amministratori. È qui che nascono i nostri prodotti di qualità, dove operano le nostre migliori menti nel campo dell’innovazione tecnologica e dell’ICT, dove i nostri imprenditori hanno investito sperando di trovare servizi e posti adeguati alle proprie attività imprenditoriali. E invece, purtroppo, ci tocca giornalmente raccogliere la loro delusione. Non da ultimo per gli impegni assolutamente disattesi da questa giunta regionale. Ci piacerebbe sapere che fine hanno fatto gli investimenti previsti nel Por Calabria per le Pmi calabresi riguardanti il piano pluriennale della banda ultra larga, l’infrastrutturazione telematica e l’efficienza energetica. Ad oggi, dopo 4 anni, non c’è nessuna traccia degli impegni assunti».
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