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«Disabilità? Il problema è accedere alle informazioni»

Riceviamo e pubblichiamo:  Il tema della disabilità e dei servizi per le disabilità genera sempre polemiche e rimpalli tra parti politiche più che dibattiti che si interroghino su come abbattere gl…

Pubblicato il: 19/02/2018 – 11:20
«Disabilità? Il problema è accedere alle informazioni»

Riceviamo e pubblichiamo: 

Il tema della disabilità e dei servizi per le disabilità genera sempre polemiche e rimpalli tra parti politiche più che dibattiti che si interroghino su come abbattere gli ostacoli informativi che spesso escludono le persone con disabilità da importanti interventi, come, da ultimo, la vicenda sulle barriere architettoniche dimostra. Nessuno mette in dubbio i dati riportati dell’Ufficio stampa della giunta regionale che certificano come siano state finanziate il 100% delle domande pervenute, e che per questo motivo la Regione Calabria non è rientrata tra i beneficiari della legge 31/1989 all’interno della finanziaria 2017 non avendo ulteriori richieste inevase.
Tuttavia c’è un dato che dovrebbe costituire un campanello di allarme per tutti, istituzioni e cittadini, ed è il numero assoluto degli interventi: il dipartimento Lavori pubblici certifica che nel 2017 sono pervenute solo 266 domande. È utile a tal fine descrivere la modalità di richiesta del finanziamento della legge 13/89: entro il 1° marzo di ciascun anno, l’interessato deve presentare al sindaco del Comune di residenza apposita domanda di adeguamento del proprio immobile o di una sua parte oppure anche di una parte comune del Condominio in cui risiede. Il Comune invia le domande ricevute alla Regione che ripartisce il finanziamento ottenuto, o le proprie risorse di bilancio, tra i Comuni richiedenti. In Calabria, quindi, nel 2017 c’è stata meno di una domanda per Comune. Significa questo che delle 100.442 persone con disabilità che vivono in Calabria (fonte Istat 2015), nel 2017 solo 266 avevano la necessità di un aiuto per abbattere le barriere architettoniche, mentre tutte le altre vivrebbero in abitazioni accessibili. La verità è che questo dato indica come ancora in Calabria c’è un grandissimo e gravissimo problema di circolarità delle informazioni che rende un diritto esigibile per alcuni, i più informati, a danno di altri. Ciò non significa, per carità, che ci sia qualcuno che voglia nascondere le informazioni ad altri, ma solo che in Calabria l’anomalia della non applicazione della legge nazionale 328/2000 e della legge regionale 23/2003 ha portato la quasi totalità degli ambiti territoriali calabresi a non istituire gli appositi luoghi di informazione e a non ridurre le distanze dai bisogni delle persone più vulnerabili.
Laddove gli Uffici di Piano sono costituiti, è presente, infatti, la Porta unica di accesso (Pua) dove avviene la cosiddetta “presa in carico” del beneficiario, con servizi di informazione in merito a tutti i bisogni compreso come procedere per inoltrare una richiesta per finanziare interventi per l’abbattimento architettonico nella propria abitazione, ma anche informazioni rispetto ai diritti in materia di rimborsi per ausili ai sensi della 104/92, agli interventi di assistenza domiciliare integrata, interventi di inclusione scolastica, fino ad interventi di sussidio economico a sostegno di famiglie disagiate.
Avere la responsabilità e sensibilità di occuparsi delle persone più fragili significa anche questo, garantire loro ogni pezzo di informazione utile a tutelare il proprio diritto alla vita. E basterebbe dedicare un pezzo del proprio tempo a dialogare con chi vive quotidianamente su di sè o su un proprio familiare queste difficoltà. Ad oggi sono ancora troppe le distanze rispetto al resto d’Italia ed è un miraggio l’art. 14 della legge 328/2000 che riconosce l’obbligo a carico di Comuni, d’intesa con le Aziende sanitarie, di predisporre appositi Progetti individuali per la piena integrazione delle persone con disabilità. E mentre altrove la 328/2000 sta diventando preistoria, ancora, qui in Calabria, sembra fantascienza, nella disattenzione di chi dovrebbe operare per recuperare il ritardo e nell’insufficienza del servizio a danno delle fasce più deboli della cittadinanza.

Federica Roccisano
ex assessore regionale al Welfare

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