LOCRI I problemi all’ospedale di Locri sembrano non arrestarsi, anzi questa volta è il dirigente medico responsabile Giuseppe Cautela, direttore dell’unità operativa di Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva del nosocomio di contrada Verga, a dimettersi volontariamente dal proprio incarico. L’ex dirigente del reparto, spiega le ragioni della sua decisione su Facebook. «È da circa 7 anni – scrive Cautela – che sono rimasto l’unico medico a dirigere e a mandare avanti il reparto di Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva, senza possibilità di turnazione ma solo in ore antimeridiane 8-14 dal lunedì al venerdì. Ho cercato da solo negli ultimi anni di dare risposte per quanto possibile a un territorio martoriato e volontariamente maltrattato come lo è il nostro, quello della Locride, dove ancora nonostante tutto, alcuni di noi credono nelle potenzialità del comprensorio. Pur con mille difficoltà e con una sola infermiera in organico, da unico medico di reparto ho tentato fino all’ultimo di dare un servizio che è indispensabile per il territorio e per l’ospedale eseguendo da solo migliaia di esami endoscopici (gastroscopie e retto-colonscopie diagnostiche ed operative) all’anno. Purtroppo a ciò non è seguita la giusta attenzione verso la gastroenterologia e l’endoscopia digestiva pubblica per cui il sottoscritto non se l’è più sentita di continuare a lottare contro un assordante silenzio dei vertici aziendali che non hanno inteso rinnovare le attrezzature endoscopiche per la popolazione di Locri e della Locride, né di dotare la struttura di un organico adeguato che prevede la presenza di quattro medici e quattro infermieri essendo la struttura da me diretta già complessa ed oggi da circa un anno struttura a valenza dipartimentale». A nulla per Giuseppe Cautela dunque, sono serviti gli appelli alle istituzioni civili e religiose del paese e perfino a papa Francesco. «Dio mi è testimone – aggiunge il medico – del fatto di aver tentato con tutte le mie forze di portare avanti da solo un reparto così strategico quanto necessario ma purtroppo tutto è stato vano. “Tutti siamo utili e nessuno è indispensabile” era una massima ripetuta spesso dal dottore Salvatore Virzì, chirurgo d’eccellenza anche lui andato via dall’ospedale di Locri per non essergli stato concesso di fare quello che avrebbe potuto; e come il radiologo Bertucci, l’ortopedico Macrì, e via via tutti coloro i quali non hanno potuto al meglio esprimere e dare il proprio servizio alla gente che non ha poi alcuna colpa se non quella di vivere in un territorio di frontiera come il nostro». «Mi auguro – conclude Cautela – di cuore che possa presto essere ripristinato un servizio pubblico necessario e salvavita come quello dell’endoscopia digestiva dotandola dei requisiti strutturali, tecnologici e professionali che la nostra popolazione merita».
Francesca Cusumano
redazione@corrierecal.it
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