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Magorno in fuga: nessun vertice con i consiglieri regionali

REGGIO CALABRIA La richiesta è stata formulata in tutti i modi, in via formale e informale, via sms e su Whatsapp, ma niente: Magorno di riunire il gruppo dei consiglieri regionali del Pd non vuole…

Pubblicato il: 19/02/2018 – 18:06
Magorno in fuga: nessun vertice con i consiglieri regionali

REGGIO CALABRIA La richiesta è stata formulata in tutti i modi, in via formale e informale, via sms e su Whatsapp, ma niente: Magorno di riunire il gruppo dei consiglieri regionali del Pd non vuole proprio saperne. Nemmeno al costo di perdere le elezioni. Era stato Carlo Guccione, nel corso di una delle ultime riunioni dell’assemblea regionale, a chiedere al capogruppo Sebi Romeo un vertice di tutti i rappresentanti dem, alla presenza sia del governatore Oliverio, sia, appunto, di Magorno. Da quel momento in poi, molti altri consiglieri del Pd hanno fatto la medesima richiesta, ma invano. Il gruppo non si è riunito e forse non si riunirà mai, da qui al 4 marzo. Ed è parecchio strano se si considera che il partito di Renzi dovrà affrontare una sfida difficilissima e data per persa da tutti i sondaggi nazionali. L’aiuto e l’organizzazione degli eletti a Palazzo Campanella – tutti uomini con un considerevole bacino di voti su e giù per la Calabria – farebbe senz’altro comodo a un Pd mai così in ambasce e alle prese con una quasi disperata rimonta su centrodestra e Movimento 5 Stelle. Magorno, però, sembra volerne fare a meno.
«Il segretario non ci riunisce perché teme un’imboscata: sa che in quell’occasione potremmo chiedere le sue dimissioni per il modo in cui ha gestito il partito in tutti questi anni», confessa un consigliere dem. «Avevamo chiesto questa riunione – commenta un altro – per organizzare la campagna elettorale, per trovare il modo di utilizzare al meglio la nostra forza nei territori, per discutere del programma e per promuovere iniziative. Era forse chiedere troppo? La verità è che Magorno ha paura di essere sfiduciato, con il risultato che il Pd regionale non sta guidando la campagna elettorale». E infatti si contano sulle dita di una mano gli incontri pubblici di partito ai quali hanno preso parte gli uomini che, nel 2014, hanno permesso al centrosinistra di conquistare la Regione. 
Il rischio è di andare incontro a una debacle clamorosa, la cui responsabilità, secondo alcuni dem, ricadrebbe anche su Oliverio, in qualche modo acquiescente rispetto all’inerzia di Magorno. 
«Ci sono problemi politici – riflette un altro esponente del parlamentino calabrese – che non si vogliono affrontare, come l’operato in Regione e la gestione dell’affaire sanità, con il governatore che nella sua battaglia contro il commissariamento ha coinvolto tutti i sindaci tagliando fuori i consiglieri regionali. Oliverio si doveva incatenare davanti a Palazzo Chigi: sono passati Natale, Capodanno e l’Epifania e non è successo nulla, il commissario è ancora lì».
Il risultato finale è che il Pd, alla vigilia del voto, viaggia in ordine sparso, senza una guida e un coordinamento da parte dei vertici del partito. Tutto questo non sembra preoccupare Magorno. «Lui – mormora velenoso un altro consigliere – sarà certamente rieletto in Parlamento. Lo stato del Pd, evidentemente, non gli interessa». Ma la poltrona di segretario, a quanto pare, sì.

Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it 

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