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Il problema non è Fanpage ma la politica corrotta

Il sito Fanpage.it, con la sua inchiesta sui rapporti pericolosi tra politici e faccendieri nel settore dei rifiuti, ha provocato l’avvio di un’indagine della Procura di Napoli e una marea di polem…

Pubblicato il: 20/02/2018 – 9:57
Il problema non è Fanpage ma la politica corrotta

Il sito Fanpage.it, con la sua inchiesta sui rapporti pericolosi tra politici e faccendieri nel settore dei rifiuti, ha provocato l’avvio di un’indagine della Procura di Napoli e una marea di polemiche. Francesco Piccinini, direttore di Fanpage, ha raccontato di aver avvicinato diversi politici e imprenditori proponendo loro degli affari sullo smaltimento dei rifiuti. Da quel momento in poi – e da quando sono trapelati i nomi dei politici indagati – anche un pezzo del giornalismo (campano e no) si è diviso tra chi considera non ortodosso, e dunque criticabile, il modo in cui è stata condotta l’inchiesta e chi, invece, si concentra sulla disponibilità della politica a farsi corrompere. Ospitiamo sulle nostre colonne una riflessione di Sandro Ruotolo sul punto. 

Leziosi, pruriginosi, se non stessimo parlando di fatti seri e gravissimi, li definirei piccolo-borghesi quegli editorialisti e giornalisti che pubblicamente e privatamente con i loro ma, i loro se, i loro non si fa così, provano a disinnescare l’inchiesta giornalistica di FanPage.it Bloody Money sul traffico e smaltimento illecito dei rifiuti che ha come protagonisti mediatori, faccendieri, funzionari pubblici, politici. La solita compagnia di giro che ha mortificato, inquinato, impoverito il nostro Paese. Da Napoli a Venezia, da Ferrara a Brescia, dalle coste calabre alla Toscana. Chi li paga? Perché in campagna elettorale? Domande retoriche dei fautori di un complottismo degno dell’allegra banda Bassotti. Parliamo del polverone sollevato sull’agente provocatore Nunzio Perrella. Dov’è lo scandalo? Mica è stato usato dalla magistratura. Nunzio Perrella è stato il primo pentito a raccontare ai magistrati nel 1991 il traffico dei rifiuti. Ha pagato il suo conto con la giustizia. È un cittadino libero. Ha usato un nome finto all’inizio poi si è presentato proprio come Nunzio Perrella e ha consentito a FanPage.it di entrare in quel mondo di sotto che lui ben conosceva avendone fatto parte. Di cosa stiamo parlando? Davvero non capisco. Ci sono giornalisti che si sono infiltrati per raccontare storie che da giornalisti non avrebbero potuto raccontare. Ma poi scusate dov’è l’inganno? All’invito ad un guadagno illecito una persona perbene avrebbe risposto: no grazie! Quei mondi di sopra e di sotto si alimentano nella segretezza. Ben vengano i pentiti, ben venga un giornalismo d’inchiesta indipendente. Se non ci fossero stati i pentiti della camorra, i Nunzio Perrella, i Carmine Schiavone, i Gaetano Vassallo, non sapremmo nulla di corruzione e di camorra, non sapremmo dove hanno avvelenato le nostre terre. La domanda che mi pongo e vi pongo è: quanto dovremo aspettare ancora per avere un politico pentito?

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