LAMEZIA TERME Non provate a cercare dirette streaming o discussioni pubbliche. Anche il Movimento Cinquestelle ha preso a esempio i modi (almeno alcuni) della politica e certe faccende si gestiscono a microfoni spenti. Ma la domanda agita gli attivisti da settimane, ben prima che tre casi la facessero esplodere: è vero che pezzi della massoneria cercano un posto al sole nel M5s? Qualcuno parla apertamente di infiltrazione, ma forse il termine è eccessivo. Sia per l’entità delle presenze (non molte) che per il rischio di dare un’accezione negativa al termine “massone”. Non c’è nulla di mare nell’appartenenza a una loggia regolare. Il punto è che il leader politico del M5s Luigi Di Maio considera i “fratelli” come presenze non gradite nella formazione politica che si propone di guidare il Paese.
«SEI CASI IN CALABRIA» Per ora ci sono tre nomi certi: Catello Vitiello, Piero Landi e Bruno Azzerboni, quest’ultimo candidato in Calabria. Tutti “espulsi” (anche se sul piano tecnico, ovviamente, sono ancora loro i candidati). Ma sul caso i vertici del M5s si mostrano «tranquilli». «È molto improbabile che i tre siano eletti», è infatti il ragionamento che si fa nel quartier generale grillino. Si candidano, infatti, in tre collegi che, stando alle rilevazioni, risultano quasi proibitivi per il M5s nella gara del “first past the post” (un altro modo per definire il sistema uninominale secco): Landi corre per la Camera a Lucca, nel collegio Toscana 9; Vitiello è in gara per la Camera a Castellamare di Stabia, nel collegio Campania 12; Azzerboni corre a Reggio Calabria per il Senato, nel collegio Calabria 4. Dietro la superficie dell’inciampo, però, potrebbe esserci di più. Altre persone legate direttamente o indirettamente alla massoneria si sarebbero avvicinate al Movimento: alcuni ingressi sarebbero stati stoppati sul nascere, altri no. Ed è per questo che la base degli attivisti ribolle. Chissà come si sono messe le cose dopo il servizio pubblicato martedì da “Il Giornale”, uno degli organi di stampa meno teneri con i grillini. Parla Gian Franco Pilloni, serenissimo Gran maestro della Loggia d’Italia di Cagliari. E spiega «che i massoni (la maggior parte di essi tutti delle logge irregolari) candidati nelle liste dei 5 Stelle potrebbero essere 34». Un numero inatteso. Che “Il Giornale” approfondisce in relazione alla Calabria: «Di questi, secondo fonti accreditate, sei proverrebbero dalla Calabria». E alle nostre latitudini il tentativo di scoprire chi siano i massoni che si sono avvicinati al Movimento continuano.
LA LISTA Nasce tutto da una lista. Non di recentissima produzione ma comunque affidabile. Contiene i nomi degli iscritti alla massoneria, aggiornati a qualche anno fa. E tra le centinaia di incroci sperimentati per la Calabria ne è emerso qualcuno preoccupante. Almeno dal punto di vista di un movimento che si è sempre detto contrario ad aprire le porte ai “fratelli” delle logge massoniche (come testimoniano le espulsioni di questi giorni). A partire da questo elenco sterminato sono saltati fuori alcuni nomi che hanno cercato (e in alcuni casi trovato) spazio tra i ranghi dei Cinquestelle.
LA CANDIDATA “SCOMPARSA” Per trovare il primo caso bisogna tornare indietro fino ai giorni delle Parlamentarie. Sono momenti concitati per gli attivisti: in tanti si cimentano nella campagna elettorale interna. Tra i favoriti ci sono i parlamentari uscenti (che, in effetti, si piazzeranno nelle posizioni più prestigiose per ritentare il salto nei collegi plurinominali di Camera e Senato) ma pure qualche sorpresa. Una, in particolare, arriva dal Crotonese. Non è un nome di primo piano nel Movimento, ma raccoglie un buon numero di preferenze. È il classico exploit che nessuno si aspetta. Il suo nominativo, però, non appare né tra i candidati che hanno raccolto voti validi né tra quelli esclusi per motivazioni ufficiali. È semplicemente scomparso senza un’apparente ragione. La ragione, però, per quanto ben nascosta, starebbe proprio in quella lista. Uno stretto congiunto dell’aspirante candidato è nell’elenco dei massoni. E vanta un passato da manager sanitario, con tanto di nomine – come sempre accade in Calabria – legate alla politica. La doppia connessione non è passata inosservata. Conseguenza: candidato scomparso nel silenzio assoluto. Non una protesta, anche se gli scontenti delle Parlamentarie non le hanno certo mandate a dire (e alcuni si sono rivolti alla magistratura).
LIONS E DINTORNI Se una scomparsa è passata sotto traccia, la candidatura di Silvia Vono è finita sotto la lente degli attivisti scontenti. Prima il suo impegno nella giunta comunale di Soverato, vicina al Pd, e poi le foto a un evento dei Lions hanno creato malumori quasi “ufficiali” e un piccolo dossier allestito per sottolineare la distanza tra le frequentazioni politiche della candidata (all’uninominale, nel collegio di Catanzaro) e il Pantheon di ogni buon grillino. Buona ultima, è spuntata anche una foto con il più che renziano ministro dello Sport Luca Lotti.
Non è nulla rispetto al caso Azzerboni. Il candidato reggino del Movimento ha spiegato che la sua esperienza con la massoneria è qualcosa che appartiene al passato: «Io ero massone. Non ho frequentato dal 2017 la massoneria e ho chiesto l’assonnamento al fine di uscirne dal gennaio del 2018. Non ho detto alcuna bugia al Movimento Cinque stelle perché per me la massoneria è un capitolo chiuso e credevo che il passato non contasse». E invece conta, eccome. E preoccupa una fetta di attivisti. «Un conto è scoprire che qualcuno abbia tentato di “infiltrarsi” passando per le Parlamentarie, un altro sono le candidature che siamo stati noi stessi a sollecitare, come è accaduto per i collegi uninominali», ci dice un attivista che chiede di restare anonimo. E teme che, a questo punto, la ricerca di un posto al sole nelle postazioni del Movimento sia un pericolo più consistente della scoperta di qualche caso isolato. Gli occhi dei cinquestelle continuano a cadere su quella lista magari un po’ datata ma attendibile. Si incrociano le parentele di qualche candidato con imbarazzanti (per i militanti) appartenenze massoniche. Il countdown verso il 4 marzo continua a correre: alcuni si augurano che la data del voto arrivi prima possibile.
Pablo Petrasso
p.petrasso@corrierecal.it
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