Mi è consentito, una volta ogni tanto, osare? Lo faccio perché, a mio modestissimo parere, è il caso di puntualizzare posizioni politiche, soprattutto in questo momento difficile dal punto di vista elettorale. È giusto che ognuno si pronunzi e manifesti liberamente il proprio pensiero, ci mancherebbe altro. È giusto, però, che la manifestazione del pensiero sia libera.
Ognuno vorrebbe che il proprio pensiero sia considerato quello giusto, mentre quello degli altri sia da giudicare errato, e giù critiche e prese di posizione, al di là di ogni limite. E veniamo al dunque. Non ho mai detto pubblicamente ed in maniera molto chiara, perché – pur non tesserato- io sia vicino al Pd. Lo faccio adesso, se ci riesco. Per estrema simpatia verso l’attuale leader, Matteo Renzi. Lo ero anche coi predecessori di Renzi, ma con minore slancio. Da quando mi sono convinto a sostenere la politica dell’ex sindaco di Firenze? Intanto da quando è apparso sulla scena come leader nazionale del Pd. E poi, da quando, l’ho conosciuto a Diamante, in un incontro pubblico. Venni invitato dall’allora sindaco, Ernesto Magorno, a intervistare in piazza e su un palco Matteo Renzi. Ero emozionato, oltre che orgoglioso di essere stato scelto, tra tanti colleghi bravi, da Magorno, con cui avevo solo un buon rapporto di conoscenza (altrimenti sarei stato candidato: ormai questo serve!), per un dialogo, in piazza, con il giovane aspirante segretario del Pd. Renzi, ha risposto, ovviamente, a tutte le domande, con la calma, la precisione e la puntualità di sempre. Mi ritenevo soddisfatto. Da allora non lo rividi più personalmente, salvo qualche mese fa alla stazione di Rosarno, per due minuti. Giusto per un saluto. Noi ci siamo conosciuti, dico io. E lui: ah sì, aspetta un attimo. Sì, ricordo. A Diamante alla festa del peperoncino. Madonna mi dico. Questo ha una marcia in più. Con migliaia di persone incontrate e conosciute, da allora, questo si ricorda di me! Naturalmente, non per questo mi definisco pro-Renzi. Non ho condiviso molte scelte. Facendo la somma algebrica, però, sono più quelle che condivido che quelle che mi vedono contrario. Come dice Claudio Velardi, renziano ante-litteram- sul suo blog: «Sarò mezzo matto, ma ho una testa e la uso, non l’ho mai messa al servizio di nessuno». Da quando ha preso il 40 e passa per cento alle Europee, di acqua ne è passata. Lo sappiamo. E se prima era un continuo “salire sul carro dei vincitori” – oggi ci sarebbe un fuggi fuggi. Una moda, diventata “penosa litania” di massa, «un’ondata conformista a pensiero zero, un’orgia petulante di accuse, pelosi rimpianti e distinguo», scrive Velardi. Non c’è amico o presunto tale che non ti dica «epperò Renzi» come pure non c’è «una sciampista da salotto che non si dichiari profondamente delusa, come non c’è opinionista da tv – sempre gli stessi, avete fatto caso?- che non lo bacchetti». Nomi? Basta guardare la Gruber, Formigli, Berlinguer, tanto per fare qualche riferimento. Non ne parliamo delle persone di sinistra (?)! Eppure, come si fa a non concordare con l’ex lothar dalemiano, quando sostiene che è stato il giovanotto toscano, oggi odiato, a togliere il Pd dalle secche in cui l’avevano condotto i valorosi padroni della ditta? Ai verbosi militanti del Pd, ai flagellanti della sinistra, agli eterni scontenti con il sopracciglio alzato, così vengono definiti, Velardi ha voluto ricordare che senza Renzi, il Pd sarebbe morto. Io concordo.
Altri potrebbero e possono non farlo. Lasciatemi questa libertà. Probabilmente il Pd se la sarebbe meritata una lenta morte politica, se fosse rimasto nelle demenziali metafore di Bersani ( la mucca…) nei fallimentari risiko di D’Alema. Per carità! Ed aggiungo, nei sottili distinguo, nei se e nei ma, orlandiani ed emiliani. Ecco perché occorre andare a votare per il Pd. Si dovrebbe esser grati all’ex giovanotto di Rignano, che con i suoi sostenitori, ha immesso nel Pd un soffio di vita dentro un organismo da tempo privo di ossigeno. Ed ancora, Renzi, potrebbe evitare che il Paese vada a finire nelle mani di qualche banda di matti. Con tutto il possibile rispetto per le altrui posizioni. Questa, convintamente e decisamente, è la mia, per il poco che vale. E non è un debito di riconoscenza personale. Solo stima! Da quando il Pd è al governo, nazionale e regionale, ho sempre fischiato alla luna. A differenza di altri, anche colleghi, che pure si dicono vergini!
*giornalista
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