Il Tribunale del Riesame di Catanzaro ha alleggerito la misura cautelare nei confronti di Michele Laurenzano, ex sindaco di Strongoli coinvolto nell’inchiesta “Stige”, disponendo per lui gli arresti ai domiciliari. Difeso dall’avvocato Giancarlo Pittelli, Laurenzano era tra le 169 persone arrestate lo scorso gennaio nell’ambito della maxi operazione coordinata dalla Dda di Catanzaro contro le cosche del Crotonese. Già due giorni dopo l’operazione, che ha coinvolto anche diversi esponenti politici che rivestivano dei ruoli istituzionali negli enti locali della provincia, Laurenzano si era dimesso da sindaco, mentre il suo partito, il Pd, lo aveva sospeso in via cautelare già il 10 gennaio.
«Mi dimetto – aveva affermato Laurenzano, tramite i suoi legali, al momento delle dimissioni – nella consapevolezza di avere agito per il bene comune e di avere amministrato con onestà e trasparenza e lontano da condizionamenti criminali. Mi auguro di avere chiarito già quest’oggi la mia posizione, che è di assoluta estraneità rispetto alle accuse contestatemi».
I magistrati gli contestano di aver fornito «concreto, specifico, consapevole e volontario contributo» ai componenti del clan Farao-Marincola.
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