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«Renzi non ha creduto nel Pd»

La legislatura che si è appena conclusa ha prodotto molto. E dobbiamo riconoscerlo. Enorme è stato lo sforzo per far uscire il Paese da una drammatica crisi economica dagli effetti devastanti sul s…

Pubblicato il: 16/03/2018 – 10:47
Matteo Renzi, ex segretario Pd

La legislatura che si è appena conclusa ha prodotto molto. E dobbiamo riconoscerlo. Enorme è stato lo sforzo per far uscire il Paese da una drammatica crisi economica dagli effetti devastanti sul sistema economico e produttivo.
Oggi l’Italia ha ripreso a crescere, e le premesse per continuare a crescere ci sono tutte. Rimane la condizione di grande divario tra il Nord e il Mezzogiorno, cosa veramente insopportabile.
Fra l’altro nel Sud è in atto uno spopolamento che diventa sempre più una drammatica fuga, che rischia di mettere in ginocchio le regioni più deboli, in primis la Calabria.
La legislatura che si è conclusa ha visto l’approvazione di leggi molto importanti, grazie al lavoro dei gruppi parlamentari di maggioranza e soprattutto grazie alle iniziative del governo, da Renzi a Gentiloni, che ha spinto molto per rendere più giusto e più moderno il paese.
Sono state approvate leggi di notevole importanza, come quelle contro la diffusa e devastante corruzione.
Così al magistrato Cantone è stata affidata la guida dell’Autorità anti corruzione. Abbiamo visto il ritorno del reato del falso in bilancio, la lotta durissima contro il caporalato, l’introduzione nel codice penale del reato di danno ambientale.
Con l’abolizione del Patto di Stabilità Interno è stato dato ossigeno ai comuni ormai moribondi.
La cultura è tornata centrale. L’Italia è di nuovo il Bel Paese, il turismo è in gran ripresa, i musei attraggono folle di visitatori. Anche se la capitale è in ginocchio, come se fosse stata bombardata! Veramente molto triste.
Expo 2015 e le numerose azioni del governo hanno portato in auge l’agricoltura, le eccellenze del comparto agroalimentare, la nostra cucina: ora siamo il paese europeo del vivere bene, del bel mangiare, dell’agricoltura di qualità che punta sempre più ai mercati internazionali.
Certo, l’inquinamento di diverse città del nord è da allarme rosso in alcuni periodi dell’anno.
È stata la legislatura che ha toccato e regolato temi sociali di particolare sensibilità: coppie di fatto, il “dopo di noi”, il testamento biologico. Qui il ritardo era di almeno 20 anni rispetto a molti paesi europei.
Ma è insopportabile vedere il declino del Servizio sanitario in alcune regioni del Sud! In Calabria soprattutto, dove lo Stato sembra non esserci più, non solo per la sanità, ma anche per la criminalità organizzata, il grave ritardo nelle infrastrutture, le aree interne ormai ridotte a villaggi fantasma, il dramma della disoccupazione giovanile.
Sulla tragedia dell’immigrazione, il governo ha saputo invertire la rotta, il paese è più sicuro, calano gli omicidi e i reati più gravi.
Ma le periferie delle nostre città sembrano ghetti fuori controllo. Qui la gente ha ancora paura, e molta!
La “Buona scuola” è stata di fatto imposta, saltando confronti e mediazioni, ma occorre dire che mai erano stati assunti circa 150mila docenti. Sono stati attivati i percorsi educativi di alternanza in cui scuola e lavoro si fondono in un unico percorso formativo. Ma scuola e università registrano ritardi importanti.
Il Paese registra dati allarmanti su conoscenza e formazione, mentre l’ignoranza avanza a grande velocità.
Le riforme fatte hanno dato risposte attese da anni, vedi la riforma della Pubblica amministrazione, la lotta agli assenteisti, ma anche il rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici fermi da circa 10 anni.
Positivo il Fondo per la lotta alla povertà, il Reddito di inclusione (Rei), una misura di contrasto alla povertà dal carattere universale, condizionata alla valutazione della condizione economica. È la prima volta che lo Stato interviene a sostegno delle persone in gravi difficoltà.
Ritengo di particolare interesse l’approvazione del Piano Strategico banda larga e ultralarga e Piano crescita digitale.
Non serve continuare con l’elenco di quello che è stato fatto. Indubbiamente in questa legislatura i governi Renzi e Gentiloni hanno prodotto veramente tanto, e ovviamente ci sono stati errori, sottovalutazioni, ritardi. E troppo spesso ha prevalso il sensazionalismo, l’annuncio continuo, la fretta, il mancato coinvolgimento.
Molti di questi provvedimenti arrivano in ritardo, un ritardo gravissimo, anche di 15-20 anni. E nonostante alcune leggi e riforme siano stati approvati già da 2-3 anni, gli effetti positivi non sono ancora visibili. E forse è per questo motivo che la gente ha percepito un effetto annuncio senza reali e concrete conseguenze.
Diverso il ragionamento politico. Nella fretta di governare e di dare risultati è stata messa da parte la politica: è mancata la condivisione, il parlare al paese e di coinvolgerlo sui grandi cambiamenti in corso. È mancata la voglia di curare il partito, già malato da anni: Renzi è sembrato non preoccuparsi delle sorti del Pd che pure aveva ereditato in condizioni pietose dopo i quattro anni della gestione Bersani. Come se il partito fosse non necessario, tantomeno utile.
Renzi non ha creduto veramente nel Pd, e non ha fatto nulla per cambiarlo. Soprattutto nelle realtà meridionali il Pd aveva bisogno di quel lanciafiamme più volte annunciato. Invece lo si è lasciato collassare, come è avvenuto in Calabria.

*già parlamentare Pd

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