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Catanzaro, disattenzione della Rai e silenzi di Abramo – di Franco Scrima*

Signor sindaco di Catanzaro, nella dichiarazione che lei ha rilasciato alla stampa in relazione alla volontà di riportare a Catanzaro la Direzione interregionale delle Dogane, Le sarà sfuggito un p…

Pubblicato il: 26/03/2018 – 8:32
Catanzaro, disattenzione della Rai e silenzi di Abramo – di Franco Scrima*

Signor sindaco di Catanzaro, nella dichiarazione che lei ha rilasciato alla stampa in relazione alla volontà di riportare a Catanzaro la Direzione interregionale delle Dogane, Le sarà sfuggito un particolare ritenuto non secondario e che andrebbe portato autorevolmente all’attenzione della direzione della Rai. Mi riferisco al servizio trasmesso nell’edizione delle ore 14 dalla Tg regionale della Calabria lunedì scorso.
Il giornalista autore del servizio (ribadisco il giornalista e non l’intervistato) ha usato un epiteto di non poca rilevanza. Ha pronunciato la parola “scippo”. Lo ha fatto per stigmatizzare l’effetto della decisione adottata dalla Direzione nazionale delle Dogane.
Siamo abituati in questa nostra terra, povera per definizione ma ricca di capacità intellettive, a difendere con i denti ciò che viene ritenuto parte del territorio, come se, in mancanza, potesse essere messo in discussione il prestigio della città che lo ospitava. È un modo arcaico e restrittivo di interpretare il ruolo e il peso di una comunità per come appare e non per ciò che è, temendo che ne possa andare di mezzo il suo prestigio. È, questo, un retaggio figlio della contrapposizione campanilistica che si avverte maggiormente nelle aree a più alta povertà.
La Calabria in generale non è nuova a episodi del genere. La vicenda più forte, e anche triste, seppure sentita da larghi strati della popolazione, venne anch’essa da Reggio Calabria. Fu la protesta (o “rivolta popolare”, come fu definita) per l’attribuzione del capoluogo; una vera guerriglia che si concluse con cinque morti, duemila feriti, ottocento arresti e danni per miliardi di lire. Tutto ciò ovviamente appartiene al passato e la Città l’ha archiviato da tempo dimostrando grande senso di responsabilità e di civismo. Probabilmente, però, in qualche mente distratta è possibile che sia rimasta una scheggia impazzita che, in un momento di disapprovazione, è entrata in circolo e ha fatto pronunciare parole di solo effetto emotivo ma prive di buon senso.
Ciò che provoca disappunto è che la parola “scippo” sia stata usata da una testata giornalistica della Rai, cioè di quella società pubblica che è concessionaria in esclusiva del servizio radiotelevisivo del Paese. Ribadisco pubblico; che trova, dunque, fondamento nei principi posti dalla Costituzione. C’è da domandarsi se in quella affermazione si possa cogliere in tutta la sua portata la missione della Rai che è quella di “accrescere, fortificare e innovare il racconto del Paese”. E, di conseguenza, se la “qualità dell’offerta” sia stata corretta, plurale e con riguardo verso tutti i calabresi, nessuno escluso.
Ecco, farebbe bene il sindaco di Catanzaro a porre la questione nelle sedi opportune. Si tratta, come lei stesso ha puntualizzato, di ribadire che nessuno “scippo” è stato fatto dalla Città capoluogo alla quale vanno porte le scuse. E potrebbe essere anche l’occasione per sollecitare la Rai a considerare meglio Catanzaro attraverso una più adeguata presenza nelle edizioni del telegiornale regionale. Dopotutto la Città è sede della Presidenza della giunta regionale, degli assessorati regionali, cioè dell’esecutivo cui è demandata la gestione del territorio calabrese e il suo sviluppo, degli uffici pubblici di interesse regionale, del Tribunale amministrativo regionale, della Corte dei Conti, dell’Università dentro la quale c’è l’unica facoltà di Medicina della Calabria con annesse scuole di specializzazione. Insomma c’è davvero tanto di che parlare di Catanzaro solo che si decida di inserirla nel palinsesto dei telegiornali con la stessa frequenza e la stessa rilevanza che viene data giornalmente alle notizie da Locri, da Crotone, da Reggio Calabria e da Cosenza.

*giornalista

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