REGGIO CALABRIA Non è parte organica della direzione strategica della ‘ndrangheta, ma sarebbe un uomo a disposizione della cupola e dei suoi scopi. Così il Tribunale della libertà ha ridefinito la posizione dell’ex senatore Antonio Caridi, derubricando in concorso esterno l’accusa contestata al politico di centrodestra, per questo scarcerato dopo oltre un anno e otto mesi di carcere. Considerato dai magistrati uno dei principali “strumenti” della “Cupola” reggina, secondo quanto emerso nell’inchiesta Mammasantissima, poi confluita nel maxiprocedimento Gotha, Caridi dovrebbe la sua intera politica alla ‘ndrangheta, che anno dopo anno avrebbe curato la rielezione del politico per assicurarsi un proprio uomo nei settori strategici.
Proconsole e spia di Paolo Romeo nei suoi primi anni in Comune, dove – dicono i magistrati e hanno più volte confermato i giudici – aveva il precipuo compito di vigilare sulla maggioranza messa insieme dalla “cupola” per governare la città, negli anni Caridi sarebbe stato “delegato” all’Ambiente, un precipuo e strategico settore per i clan.
Secondo quanto emerso dall’inchiesta infatti, sarebbe stato lui a “curare” gli interessi dei clan nelle municipalizzate cittadine, che – confermano sentenze definitive – fin dalla nascita sono state pietra angolare degli equilibri fra l’élite dei clan. Transitato in seguito in Regione, anche lì – dice l’inchiesta – Caridi si sarebbe preoccupato di assicurare fondi e benefici ai clan, come sembra confermare una conversazione intercettata a casa del boss Pelle, subito dopo la visita del politico. In cambio, ad ogni appuntamento elettorale l’ex senatore avrebbe potuto contare sull’appoggio dei clan.
Per queste ed altre contestazioni, Caridi è stato raggiunto nel luglio 2016 da un’ordinanza di custodia cautelare per associazione mafiosa e altri reati, quindi arrestato l’11 agosto all’indomani dell’autorizzazione concessa dal Senato. Un provvedimento che Caridi ha più volte provato a far annullare, ma senza successo. Solo dopo il secondo rinvio ottenuto in Cassazione, che lo ha spedito per la terza volta di fronte al Tdl, l’ex senatore è riuscito a ottenere la scarcerazione.
Soddisfatti i legali dell’ex senatore, gli avvocati Carlo Morace e Valerio Spigarelli, che in una nota «sottolineano che il provvedimento ha escluso la partecipazione di Antonio Caridi alla struttura segreta della ‘ndrangheta, al medesimo contestata nell’ambito del processo Gotha in corso di celebrazione a Reggio Calabria, e ne ha disposto la rimessione in libertà». Di quella struttura però – emerge dal provvedimento del Tdl – Caridi è considerato un concorrente esterno. Toccherà attendere le motivazioni del Tdl per comprendere se e in che misura la posizione di Caridi si sia alleggerita. Nel frattempo, il politico è tornato a casa e potrà assistere da uomo libero al processo in cui è imputato.
Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it
x
x