Il settore Risorse umane del consiglio regionale calabrese ha “congelato” lo stipendio di Nazzareno Salerno in seguito al pignoramento verso terzi emanato dal Tribunale di Vibo Valentia in esecuzione di un decreto ingiuntivo presentato dalla società Cooperfin. L’Ufficio trattamento economico dei consiglieri regionali dovrà dunque trattenere, a partire dal mese in corso, la somma di poco più 8mila euro al mese fino alla concorrenza di 53.380,78 euro. Il provvedimento trasmesso lo scorso 27 febbraio dal Tribunale vibonese a Palazzo Campanella «sottopone a pignoramento tutte le somme dovute e debende a qualsiasi titolo al debitore, dal terzo Consiglio Regionale della Calabria» fino a raggiungere la somma di, appunto, poco più di 53mila euro. La cifra farebbe riferimento a un finanziamento che la Cooperfin ha erogato in passato su richiesta dello stesso Salerno per le sue attività imprenditoriali. Il consigliere regionale non è riuscito a far fronte all’impegno finanziario anche perché nel frattempo è scoppiata l’inchiesta “Robin Hood” e nei suoi confronti è scattato anche un sequestro preventivo che ha bloccato tutti i suoi conti correnti.
In qualità di ex assessore al Lavoro della giunta Scopelliti, Salerno era stato raggiunto nel febbraio del 2017 da un provvedimento di custodia cautelare in carcere (per essere poi rimesso in libertà diversi mesi dopo) nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla Dda di Catanzaro e incentrata su un presunto comitato d’affari che avrebbe gestito illecitamente i fondi europei destinati al credito sociale. Soldi destinati alle famiglie disagiate che, secondo l’ipotesi accusatoria, sarebbero finiti anche sui conti correnti di alcune società private e distratti dagli scopi originari. Lo scorso 10 gennaio Salerno e gli altri indagati sono stati rinviati a giudizio dal gup di Catanzaro. Il processo inizierà il prossimo 5 aprile.
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