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«Mirabello la butta in caciara per nascondere la sconfitta»

di Francesco De Nisi*

Pubblicato il: 29/03/2018 – 16:34
«Mirabello la butta in caciara per nascondere la sconfitta»

Non ho affatto intenzione di farmi trascinare in una stucchevole querelle dal consigliere regionale del Pd Michele Mirabello il quale, invece di rispondere ai rilievi da me mossi, sulla base di dati incontrovertibili, ha pensato bene di metterla sul piano degli insulti personali, tanto gratuiti quanto “eleganti”, come d’altronde (conoscendo il personaggio) c’era da aspettarsi.
Una querelle che non interessa a nessuno, tanto meno agli iscritti e ai simpatizzanti del suo partito i quali, ancor oggi, aspettano di sapere da lui i motivi per cui il Pd vibonese, di cui egli è uno dei dirigenti più in vista, ha registrato una sonora sconfitta, a cominciare proprio da Ricadi, il suo comune, dove egli, pur consigliere regionale in carica, è riuscito nella titanica impresa di farlo arrivare terzo.
Mirabello ha preferito “buttarla in caciara” al solo scopo di non rispondere ai rilievi che avevo elencato nella mia precedente nota. Un tentativo maldestro quanto inutile perché iscritti e simpatizzanti del suo partito, più che a leggere insulti a go go, infarciti per altro di madornali falsità, sono interessati a conoscere le sue risposte (che non arriveranno…) sulla pesante batosta elettorale.
In sostanza, Mirabello ha evitato di rispondere a quattro punti ben precisi:
1) Perché il Pd è stato sconfitto a Serra, roccaforte elettorale del deputato uscente Censore?
2) Perché il Pd è stato sonoramente sconfitto a Ricadi, roccaforte elettorale, appunto, del consigliere regionale Mirabello?
3) Questo disastroso esito elettorale non è forse la prova provata della bocciatura della classe dirigente del Pd, di cui Mirabello è magna pars?
4) E’ vero o non è vero che a presiedere la commissione di garanzia del suo partito è l’ex sindaco di Maierato Sergio Rizzo che, eletto col Pd alla Provincia, ha cambiato ben cinque partiti nel corso di una sola consiliatura? E che, soprattutto, alle ultime elezioni ha “lavorato” non per il Pd bensì per la lista “Insieme” di estrazione socialista?
Ecco, su tutto questo, che era poi l’oggetto della mia precedente nota, Mirabello ha preferito glissare: come avrebbe potuto negare fatti così incontrovertibili? Rispondere seriamente avrebbe comportato per lui il dover ammettere il fallimento dell’attuale dirigenza del Pd. Gli ricordo che lo stesso suo segretario regionale Magorno, nel corso della recente assemblea regionale, assumendosi la responsabilità della sconfitta, ha aggiunto che tale responsabilità è dell’intera classe dirigente del partito. Sono fischiate le orecchie a Mirabello? O egli non si ritiene dirigente del Pd?
Mirabello, poi, continua a spacciare per vero ciò che è invece falso e cioè che io sia ancora un iscritto al Pd, ed adduce l’elenco trasmesso dal segretario del circolo di Filadelfia. Orbene, lui sa che per essere iscritti non basta che qualcuno scriva il nominativo in un elenco, occorre la firma di accettazione dell’interessato. Produca allora Mirabello, se può, un documento nel quale vi sia la mia firma di accettazione della tessera. La verità, come ho già detto, è che dopo il congresso farsa del luglio 2016 io, così come altri, non ho rinnovato più la tessera.
Infine, due annotazioni. Circa la Provincia, che egli mi accusa di aver lasciato in condizione di dissesto, sbaglio o Mirabello era un assessore di peso in quell’amministrazione da me presieduta? Se responsabilità mi vuole dunque attribuire (ma egli bene a cosa sono attribuibili le vicende negative e dolorose dell’ente), dovrebbe fare altrettanto con se stesso.
Quanto a quella che egli definisce la mia “(in)consistenza” politica, mi basta solo riportare un dato, ben noto anche a lui: alle ultime lezioni regionali, l’inconsistente Francesco De Nisi, da solo, ha raccolto circa 9300 voti, mentre Mirabello di voti ne ha presi poco più di 10 mila nonostante fosse appoggiato apertamente da Oliverio, Censore, Amato, Giamborino, Sulla e via elencando. Chi sia dunque più inconsistente politicamente lo lascio decidere ai lettori.
Alla luce della sua reazione scomposta e preoccupata, rinnovo infine a Mirabello l’invito a stare sereno e a fare, se ne è capace, un serio esame di coscienza, rendendone edotti iscritti e simpatizzanti e l’intera opinione pubblica vibonese alla quale deve anche spiegare quali reali benefici siano derivati a questo territorio dalla sua (inutile) presenza in consiglio regionale.

*ex presidente della Provincia di Vibo

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