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Il manager calabrese al centro di un giallo finanziario internazionale

Ascesa e inciampi (soprattutto giudiziari) di Carmine Rotondaro. Partito da Castrovillari, una carriera al top nel colosso francese del lusso Kering, ora è finito nel mirino di due Procure. Sequest…

Pubblicato il: 31/03/2018 – 9:13
Il manager calabrese al centro di un giallo finanziario internazionale

Gli ingredienti per un giallo finanziario ci sono tutti. E il personaggio aiuta a sostenerli, li tiene insieme e dà loro spessore. Residenza a Montecarlo, impegni professionali con grandi marchi del lusso, conti che “volano” verso paradisi fiscali. Al centro di una trama che due Procure cercano di ricostruire c’è un manager calabrese. Carmine Rotondaro, 43 anni, ha la sua base operativa nel Principato di Monaco ma è partito dalle pendici del Pollino. Liceo classico a Castrovillari, poi il trasferimento a Firenze e la laurea in legge. Ottimi voti, grandi progetti, un talento naturale per gestire grandi operazioni immobiliari. Un enfant prodige delle transazioni a sei zeri. Poi l’ingresso nel gruppo “Kering”, holding che controlla grandi marchi internazionali (anche Gucci, tra gli altri). E, con quell’ingresso, la necessità di “dividersi” tra le capitali della moda e della finanza. Una vita al massimo.

PRIMA TAPPA: MILANO Fino a quando – primo intoppo – non arriva un’inchiesta della Procura di Milano. Nel gennaio 2017 la guardia di finanza sequestra all’avvocato d’affari circa sette milioni di euro. Rotondaro, che non lavora già più per Kering, è accusato di evasione fiscale: avrebbe fissato la sua residenza a Montecarlo, ma per gli investigatori sarebbe questa una dichiarazione solo formale, mentre la procura ritiene che il legale sia nella realtà residente a Milano. Il sequestro per equivalente, nell’ambito dell’inchiesta del pm della procura di Milano, Stefano Civardi, coinvolge tredici immobili in alcune suggestive località italiane, tra cui Capri e Venezia. Non è il primo “incontro” del manager con gli uomini delle Fiamme gialle. Già nel novembre 2016, Rotondaro aveva subito una perquisizione. E la Procura di Firenze indagava da tempo aperto sulle operazioni immobiliari di Kering legate ai progetti di “outlet del lusso” a Sanremo e a Reggello, in Toscana. Nel filone dell’inchiesta milanese che ha portato oggi al sequestro, Kering è considerata parte offesa. Il colosso del lusso lamenta infatti che Rotondaro abbia incassato denaro non solo come reddito per la propria attività per i progetti immobiliari, ma anche attraverso veicoli stranieri che la società non sapeva fossero al lui riconducibili.
LA MAXI EVASIONE GUCCI È proprio dal rapporto finito male con Kering che si dipana un’altra matassa. Il nodo centrale è sempre l’avvocato partito da Castrovillari per scalare il colosso francese del lusso. Sotto la lente degli inquirenti finisce il prestigioso marchio di alta moda Gucci, cui viene contestata una presunta evasione da 1 miliardo e 300 milioni di euro. Che sarebbe stata realizzata a partire dal 2010 mantenendo attività produttive in Italia ma facendo figurare la sede operativa all’estero, in Svizzera. Indaga ancora la Procura di Milano. E la svolta sarebbe arrivata proprio dopo l’“incontro” con Rotondaro, che era al centro di un contenzioso con la Kering (di cui, ricordiamo, fa parte Gucci) da cui era stato accusato di appropriazione indebita nelle vesti di liquidatore dell’Armea, altra società dello stesso gruppo. Carmine Rotondaro era stato incaricato come responsabile dello sviluppo immobiliare e della pianificazione fiscale del gruppo Kering-Gucci. Doveva in particolare occuparsi di una serie di outlet. La guardia di finanza era già arrivata a lui nell’ambito di un’indagine per presunte false fatturazioni che coinvolge anche due imprenditori considerati vicini a Tiziano Renzi, padre dell’ex premier Matteo.

SECONDA TAPPA: SANREMO Rotondaro non è un nome nuovo neanche a Sanremo. È un “personaggio” chiave nell’inchiesta della Procura di Firenza che si incrocia con la nascita dell’outlet del lusso “The Mall” nella città del Festival della canzone. In Comune lo ricordano, insieme ad altri manager e a Tiziano Renzi quando, per la prima volta, fu presentato il progetto. Il padre dell’ex premier ha spiegato di non conoscere il manager del lusso ma il sindaco della città dei fiori ha raccontato alla stampa locale un’altra storia: «Il direttore commerciale (dell’outlet, ndr) è Carmine Rotondaro. L’ho incontrato due o tre volte. Rotondaro lo vedo ogni volta che bisogna parlare di questioni legate alla pratica. Ma non ho un rapporto con lui al di fuori di questa vicenda».
MOVIMENTI FASANO-GINEVRA Le indagini della Procura di Firenze si sono riaffacciate alle cronache da quale giorno. Da quando, cioè, il gip Fabio Frangini ha convalidato un sequestro preventivo di 1,4 milioni di euro finiti in un conto bancario in Svizzera, e il sequestro è stato disposto d’urgenza dal pm Christine von Borries che indaga per appropriazione indebita in concorso l’avvocato pugliese Salvatore Castellaneta, 58 anni di Fasano (Brindisi), e Rotondaro. L’inchiesta è un filone autonomo che nasce dalle indagini della guardia di finanza, più ampie, sulle società dell’imprenditore degli outlet Luigi Dagostino, originario di Barletta, attivo in Toscana e in rapporti di affari anche con aziende dei genitori dell’ex premier Matteo Renzi, che sono estranei a questi ultimi accertamenti. Il sequestro nasce dalla segnalazione di un’operazione sospetta su Milano da parte dell’ufficio Uif di Bankitalia. Si tratta di un bonifico con l’intera somma che Castellaneta, liquidatore della Rotondino Mali, una srl con sede a Firenze, avrebbe disposto, da un conto della stessa società nella filiale Monte Paschi di Fasano, verso un conto svizzero intestato personalmente a Carmine Rotondaro presso Hyposwiss Private Bank Geneve. Per l’accusa i due si sarebbero appropriati della somma appartenente alla Rotondino Mall – di cui Rotondaro controlla il 48 % delle quote tramite due società panamensi – senza una reale giustificazione economica. Per il pm von Borries è fittizia la causale sul bonifico per «revocato azione di pignoramento» da parte della Torrado Holdings Inc. di Panama. Non si ferma neppure l’inchiesta della Procura di Milano, che ha avviato una rogatoria in Svizzera in vista di una serie di accertamenti nei confronti dell’avvocato calabrese. La richiesta di rogatoria non è legata all’indagine, sempre coordinata dal pm Civardi, in cui viene ipotizzata un’evasione fiscale di 1 miliardo e 300 milioni di euro da parte di Gucci in quanto – questa è la ricostruzione degli inquirenti e degli investigatori – lavoro e affari della società si sarebbero svolti in Italia anche se la sede formale del brand della moda era in Svizzera, dove, è noto, c’è un regime fiscale favorevole. Da quanto si è appreso, la rogatoria svizzera riguarda la posizione di Rotondaro in relazione all’accusa di appropriazione indebita, altro reato contestato all’avvocato calabrese dalla Procura di Milano che sospetta che i beni da lui accumulati non siano solo il frutto di evasione fiscale ma anche di una presunta sottrazione di denaro alla Kering, che nella vicenda si dichiara parte lesa.

Pablo Petrasso
p.petrasso@corrierecal.it

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