LAMEZIA TERME Platì “Core ‘ngrato”, si potrebbe dire citando il testo di un grande classico della canzone napoletana – ma scritto da un calabrese, Alessandro Sisca di San Pietro in Guarano. La strofa sorge spontanea dando un’occhiata ai dati pubblicati martedì dal Sole 24Ore. Il quotidiano di Confindustria dedica una pagina a raccontare i big data del ministero delle Finanze: distribuzione del reddito, dei ricchi e dei poveri. E, a fondo pagina, una ricostruzione “geografica” del bonus da 80 euro introdotto nel 2014 dal governo Renzi. Ricostruzione che offre più di una sorpresa. Infatti, il Comune più beneficiato d’Italia è Platì, in provincia di Reggio Calabria, fresco di un nuovo commissariamento. Un posto dove la democrazia stenta ad affermarsi ma i “ritrovati” della politica contro la povertà attecchiscono piuttosto in fretta. Tant’è che più della metà dei contribuenti ha ricevuto il bonus Renzi: 80 euro ciascuno per una delle misure politicamente più criticate degli ultimi anni. Con tanto di accuse di assistenzialismo al Partito democratico. «Un espediente per aumentare il consenso», recitavano le opposizioni. Bene (anzi male, per il Pd), gli 80 euro sono stati inutili, sul piano elettorale. Quasi dannosi, stando alle percentuali racimolate dai dem il 4 marzo. «Nella Calabria profonda – sentenzia il Sole 24 Ore – gli effetti elettorali dello sconto fiscale sono stati a corta gittata; e il 4 marzo il Partito democratico si è fermato a un modestissimo 5,4%, che ha fatto evaporare i quattro quinti dei voti ottenuti alle Europee del 2014, quando il bonus era fresco di introduzione e il Pd di Platì volò al 27,6%. Una storia piccola, e viziata da dinamiche locali, che segna però solo un capitolo dell’inaspettato protagonismo calabrese nella distribuzione del bonus».
Non è servito a nulla (anzi, parrebbe essere stato addirittura controproducente) neppure il tentativo del Pd di farsi sentire (e vedere) nel centro dell’Aspromonte. Quel 5,4% fa apparire assai lontani i tempi in cui il segretario dem Ernesto Magorno ringraziava «i militanti del Pd e tutti i cittadini di Platì che ci hanno accolto in maniera calorosa e che sono stati protagonisti in prima persona di una giornata straordinaria, che ha visto una grande partecipazione popolare. La comunità di Platì ha espresso, con chiarezza, la volontà di risollevarsi da ogni tipo di condizionamento e di farlo esclusivamente con gli strumenti civili della democrazia e della politica». Erano i giorni in cui si inaugurava l’apertura di un circolo per dare a tutti la possibilità di «intraprendere un percorso di partecipazione e democrazia».
La poltrona di sindaco di uno dei comuni difficili d’Italia, a un certo punto era diventata addirittura uno scranno ambìto. Anna Rita Leonardi, lanciata sullo scranno più alto del consiglio comunale addirittura da Matteo Renzi alla Leopolda, dopo il tentativo di formare una lista si era, però, dovuta arrendere: «Giorni fa, a seguito di alcuni elementi emersi – disse –, sono stata convocata ad una riunione a Roma ed insieme ai vertici del partito abbiamo dovuto constatare che non c’erano più le condizioni politiche e di agibilità per svolgere serenamente la campagna elettorale. Per un anno sono stata boicottata – era la sua amara conclusione – non solo da una parte del paese, ma anche da una parte del mio partito regionale. Il segretario provinciale Sebi Romeo, e Magorno mi sono stati vicini, come tutto il nazionale, ma molti dirigenti locali mi hanno apertamente osteggiata e questo mi ha reso poco credibile». Estendendo il concetto si può dire che il Pd sia stato vicino a Platì, ma Platì non aveva troppa voglia di essere avvicinata dal Pd. Tutto l’impegno profuso – con tanto di laceranti scontri interni, che tra i dem non mancano mai, si trattasse anche dell’amministrazione di un condominio – si è tradotto in un misero 5%.
E non è che altrove sia andata molto meglio. Fra i primi 10 Comuni per frequenza del beneficio degli 80 euro, infatti, ci sono anche San Luca, Careri e Africo. Anche lì il bonus è arrivato, ma i voti no. (ppp)
x
x