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Nuovo rinvio per l'assemblea del Partito democratico

Salta la riunione di mercoledì per proseguire il dibattito innescato dalla relazione di Magorno a Lamezia. Se ne riparla il 7 aprile

Pubblicato il: 03/04/2018 – 12:04
Nuovo rinvio per l'assemblea del Partito democratico

LAMEZIA TERME Si parte con un grande classico: il rinvio. Dopo la grande sconfitta, il Pd calabrese prova a fare i conti con se stesso ma, per ora, il confronto interno avviato con l’assemblea regionale dello scorso 26 marzo subisce un’ulteriore posticipazione. Il dibattito innescato dalla relazione del segretario regionale uscente, Ernesto Magorno, si era interrotto ed era stato rinviato, su proposta dell’orlandiano Carlo Guccione, a mercoledì 4 aprile. Ma mentre i calabresi si dedicavano alle gite di pasquetta dal Pd è partito il contrordine che ha portato al rinvio del rinvio. L’assemblea regionale si aggiorna dunque non più al 4, ma al 7 aprile.
«Visto l’elevato numero di richieste di intervento e per dar modo a tutti di esplicitare il proprio pensiero sul futuro del partito e sulla prossima convocazione del congresso regionale del Pd Calabria, il presidente Peppino Vallone – si legge in una nota del Pd Calabria – ha inteso dedicare un’intera giornata alla discussione. L’assemblea, infatti, si aprirà alle 10 – nella sede del Centro agroalimentare dell’area industriale di Lamezia Terme – per concludersi con la votazione prevista per le 18.30».
Intanto il dibattito interno si infiamma. Tra ammissioni di colpa e sassolini dalle scarpe, il neo senatore Magorno ha ribadito all’assemblea la sua posizione sulle eventuali dimissioni da segretario regionale: «Il mio mandato è scaduto il 23 febbraio – ha detto Magorno a Lamezia – e non sono, dunque, un dimissionario. Mi sono rifiutato di essere “congelato” per portare il partito al congresso. Chi vuole le dimissioni, vuole una sede vacante e il commissario».
L’ormai ex segretario è insomma convinto che il congresso serva per ricostruire un Pd che oggi, a suo modo di vedere, ha solo due alternative: «O il congresso o la mortificazione del commissariamento». Magorno ha individuato anche il periodo: metà di giugno, al massimo entro la fine dello stesso mese. «Sono pronto a discutere la data – ha puntualizzato il segretario uscente – ma non l’indizione del congresso. Chi non lo vuole, lo dica adesso e chieda il commissariamento, senza riempire la rete e le redazioni di analisi autoassolutorie».

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