ROMA La leggerezza che mette nei suoi dischi, l’ironia che porta sul palco durante i suoi live, ora arrivano anche in tv. Brunori Sas debutta oggi su Rai3, in seconda serata, con Brunori Sa (prodotto da Ballandi Arts): una “s” in meno, tanti stimoli in più, senza dimenticare la musica. «Un’opportunità in più per poter comunicare il mio mondo al pubblico – racconta il cantautore calabrese, impegnato in questi giorni nel suo tour, che già si era affacciato sul piccolo schermo per Sky Arte e LaEffe -. Ansia? Solo quella di vedere come sarà accolta questa mia nuova avventura, per il resto l’ho vissuta con stupore e con la sorpresa del gioco. Tanto non ho niente da perdere… il mio mestiere spero continui a essere un altro», scherza.
Brunori ha scelto di raccontare se stesso e i «giovani 40enni» come lui (è classe ’77), «la generazione di mezzo». «Quella di chi, come me, si barcamena ed è in bilico tra la generazione che li ha preceduti e che approfondiva e quella che è venuta dopo, tutta velocità e rapidità», racconta ancora.
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Cinque puntate, per raccontare e analizzare il mondo di oggi, tra paure, desideri, contraddizioni, e durante le quali saranno affrontati cinque temi insieme a diversi ospiti, vip e non. «Si parte dalla Salute, poi c’è la Casa, il Lavoro, le Relazioni, Dio. Non ce n’è stato uno più difficile degli altri da affrontare, la vera difficoltà è stata non dare un’impronta pretenziosa o accademica. Ci muoviamo sulla linea della leggerezza, senza sconfinare nell’irrispettoso», precisa, spiegando che «quello che emerge alla fine è proprio un’ironica contraddizione, in bilico tra disincanto e speranza».
Più che da un programma tv o da un artista del passato, l’ispirazione per questa nuova avventura l’ha presa dal cinema. «Ci sono Cast Away e Manhattan, Coffee & cigarettes e Don Camillo e Peppone. Volevo che i monologhi di Brunori Sa avessero lo stampo dei film di Woody Allen, di Massimo Troisi. Di certa comicità inglese, americana o italiana degli anni ’60 e ’70. Ma tutto in chiave moderna».
Ma Brunori, che sa di non sapere, cosa ha scoperto di se stesso mentre era alla ricerca di risposte per gli altri? «Forse ho imparato a rapportarmi meglio con la realtà, che io cerco sempre di tenere sotto controllo. Forse fra un paio di anni scoprirò di essere diventato più aperto al confronto».
La prima puntata, “Far finta di essere sani”, è dedicata al corpo, agli stratagemmi con cui si cerca di impedirgli di invecchiare e al modo in cui lo si presenta allo sguardo degli altri. Tra gli ospiti l’attrice Carolina Crescentini e lo scrittore Francesco Piccolo. E la mamma: «Sì, ci sarà anche lei. Ed è bravissima». E ancora Antonio Dimartino, Francesco Motta e un intervento del poeta Guido Catalano.
Claudia Fascia
(Ansa)
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