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«Eravamo rovinati al pub, non pensavo finisse così»

La confessione di Gennaro Fiorentino a tarda notte, dopo ore di interrogatorio. Il disastro finanziario, l’idea della truffa per arginarlo, un danneggiamento da pagare con un proiettore. E dopo la …

Pubblicato il: 06/04/2018 – 16:17
«Eravamo rovinati al pub, non pensavo finisse così»

CATANZARO Un corpo si trovava in posizione fetale accanto all’ingresso posteriore del locale, l’altro era a 4/5 metri di distanza vicino a un mobile a forma di penisola, sempre in posizione fetale. Accanto a quest’ultimo un telefonino che le fiamme divampate nel Tonnina’s pub la notte tra il 4 e il 5 aprile avevano miracolosamente salvato e che continuava a squillare. Le chiamate perse corrispondevano al nome di Genny. Questa la prima traccia che gli inquirenti trovano proprio sulla scena della tragedia che ha quasi interamente distrutto il famoso pub di Catanzaro Lido, diventato una trappola mortale per Giuseppe Paonessa ed Eugenio Sergi i quali, a quanto pare, in quel locale da loro frequentato e nel quale erano conosciuti anche dai gestori erano andati per appiccare l’incendio. Il Tonnina’s risulta di proprietà di Carlo Sanseverino, dato in gestione dal luglio 2017 a Pietro Villi insieme al cognato Gennaro Fiorentino il quale risultava formalmente mero collaboratore di Villi. Ed è Fiorentino, detto Genny, 47 anni, che oggi si trova in stato di fermo quale mandante del danneggiamento al locale che è costato la vita a due trentenni.
GLI INDIZI Non avevano documenti i due giovani e i loro corpi straziati dalle fiamme non ne consentivano l’immediato riconoscimento. Ma avevano le chiavi del locale. Eppure accanto al locale non si trovavano le loro macchine che risultavano poi essere a Borgia, paese di origine delle due vittime. Segnale che una terza persona li aveva condotti fin lì. Qualche precedente penale per entrambi, Paonessa ex sorvegliato speciale. Alla notizia dell’incendio arriva sul posto Villi con due collaboratori e arriva anche il figlio di Fiorentino che telefona al padre perché arrivasse sul posto. Ma Fiorentino, si scoprirà poi, era in giro per Catanzaro Lido, in attesa di un segnale di “tutto compiuto” che non arriverà mai.
Villi e Fiorentino raccontano agli uomini della Squadra mobile di Catanzaro che avevano serie difficoltà finanziarie e che stentavano a pagare il canone di affitto mensile. Villi racconta della polizza assicurativa, di cui è beneficiario, che aveva stipulato tempo addietro e che comprendeva incendio e scoppio. Fiorentino, dal canto suo, minimizza il suo rapporto con Paonessa, nonostante i parenti di questo avessero raccontato degli stretti legami tra i due e del fatto che la sera prima alle 22:45 si fossero visti nel bar dei Paonessa a Borgia.
LA CONFESSIONE Messo alle strette, però, Genny crolla: «Eravamo rovinati e disperati al pub. Avevano pensato di bruciare il pub e recuperare qualche soldo con l’assicurazione ma non avrei mai pensato che andasse a finire così», racconta a tarda notte davanti al pm Chiara Bonfadini. Fiorentino scagiona il socio da ogni responsabilità, racconta che un paio di mesi prima, mentre parlava dei guai finanziari del Tonnina’s con Paonessa, questi gli avesse proposto di inscenare un incendio per recuperare i soldi dell’assicurazione. Gli disse che avrebbe pensato lui a tutto e non gli chiese altro in cambio se non un proiettore che gli piaceva. Così mettono in atto il piano: la sera del 4 aprile Fiorentino accompagna suo cognato al pub, verso le 22:30 va a prendere Paonessa e Sergi a Borgia e li lascia sul lungomare di Catanzaro Lido. I due non avevano con sé liquido infiammabile o altre attrezzature e Genny non sa come se le siano procurate. Fiorentino torna al locale dove resta fino alla chiusura, verso le 00:30 chiudono tutto e lui accompagna il cognato, Villi, a casa. Poi comincia a girovagare per Catanzaro Lido.
L’INTERCETTAZIONE Prima che Gennaro Fiorentino crollasse e confessasse le sue responsabilità, sia lui che il cognato Villi erano stati posti sotto intercettazione. Ne erano scaturito un dialogo determinate per gli investigatori nel quale Fiorentino dice al cognato di essere determinato a confessare ma il cognato deve continuare a mantenere la sua versione dei fatti.
Fiorentino: “Secondo me pure a te ti mettono indagato ma tu tieni sempre quella tesi… non cambiare”.
Antonella Anania (moglie di Villi): Non la camb…
Fiorentino: Tu devi dire di tutto quello che… tarata tarata
Anania: Tutto quello che gli hai detto finora, tu conferma
Fiorentino: Tu non sai niente, mettiti fuori
Anania: Forse hai ragione, meglio così
PERICOLO DI FUGA Si profilava, per gli inquirenti il pericolo di fuga da parte di Genny, aiutato dal cognato Villi. I due, infatti, per parecchie ore su erano resi irraggiungibili alle chiamate degli agenti che li convocavano in Questura rendendosi disponibili solo alle ore 9:30 circa, rispondendo finalmente al telefono. Ma già a quell’ora diversi gravi indizi erano stati messi in fila.

Alessia Truzzolillo
a.truzzolillo@corrierecal.it

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