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Giallo Chindamo, un testimone: «Ho visto un'auto mentre Maria spariva»

La rivelazione arriva a quasi due anni dalla scomparsa dell’imprenditrice 44enne di Limbadi. Il teste avrebbe notato movimenti sospetti intorno alla proprietà agricola della donna. Gli inquirenti …

Pubblicato il: 06/04/2018 – 10:41
Giallo Chindamo, un testimone: «Ho visto un'auto mentre Maria spariva»

LIMBADI Ci sarebbero due nuovi importantissimi elementi nel giallo della scomparsa di Maria Chindamo (nella foto), l’imprenditrice 44enne scomparsa, in circostanze misteriose la mattina del 6 maggio del 2016, a Limbadi, in Provincia di Vibo Valentia.
Dopo due anni di indagini, fatte nel più stretto riserbo, la clamorosa rivelazione di un testimone, pubblicata in esclusiva dal settimanale Giallo, potrebbe finalmente portare ad una svolta decisiva.
Non solo un testimone, ma anche un’auto. La mattina del 6 maggio una persona avrebbe notato dei movimenti sospetti intorno alla proprietà agricola della donna. In particolare, avrebbe visto transitare il mezzo in un orario compatibile con quello della scomparsa della Chindamo. Gli investigatori, grazie proprio alla descrizione del veicolo fornita del teste, sono riusciti a risalire all’automobile. Purtroppo però, non è stato possibile analizzarla poiché è stata rottamata poco dopo la sparizione di Maria. Una circostanza alquanto sospetta. Ma non è tutto: gli inquirenti hanno accertato che l’auto non circolava da diverso tempo, era senza assicurazione, ed era rimasta parcheggiata nello stesso punto per anni fino al giorno in cui si sono perse le tracce della donna. Solo il 6 maggio, invece, è stata rimessa in moto.
Dettagli e coincidenze che si intrecciano da sempre, come ad esempio la data della sua scomparsa, avvenuta esattamente un anno dopo il suicidio del marito, Ferdinando Punturiero, forse, perché non accettava la fine della loro relazione.
E poi ancora l’improvvisa manomissione dell’unica telecamera presente nella zona, e che avrebbe potuto immortalare la drammatica scena, di proprietà della famiglia Ascone, manipolata proprio poche ore prima della scomparsa. Al vaglio degli inquirenti comunque ci sarebbero altri “occhi elettronici” che potrebbero aiutare a ricostruire quanto accaduto, o quanto meno, accertare la presenza dell’automobile descritta dal testimone.
La Procura di Vibo Valentia indaga per omicidio e occultamento di cadavere, e il sospetto, rimane quello che si sia potuto trattare di un delitto su commissione, pianificato nei minimi dettagli, da qualcuno che conosceva bene la vita e i movimenti della vittima. Quanto ai due operai che lavoravano nella sua azienda agricola e che quella mattina avrebbero dovuto incontrarla, uno riferisce di non aver sentito nulla, l’altro, di essere arrivato all’appuntamento in ritardo.
Lì, invece, qualcuno la aspettava, l’ha aggredita, come testimoniano le tracce ematiche rinvenute sulla sua Dacia Duster ritrovata con il motore ancora acceso, e poi, l’ha fatta sparire.

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