Riceviamo e pubblichiamo:
Negli ultimi decenni in Italia abbiamo assistito ad un inesorabile consumo di suolo, tra il 1961 e il 2013 la Superficie agricola utilizzata a disposizione dell’agricoltura italiana si è ridotta di circa 6,4 milioni di ettari ad una media annua di meno 124 mila ettari.
La riduzione della superficie coltivata dipende dal combinato disposto di più fattori, l’antropizzazione, l’evoluzione strutturale del settore agricolo, le crisi economiche e le dinamiche dei mercati che ciclicamente rendono difficili o poco convenienti alcuni tipi di colture.
Tenendo conto, tuttavia, delle straordinarie potenzialità agricole italiane e considerate la forte competitività dei nostri prodotti di qualità è facile immaginare come questa tendenza possa essere ribaltata grazie a progetti innovativi.
Uno di questi casi è senz’altro rappresentato dal “Progetto Nocciola Italia” l’investimento di filiera che ha come obiettivo quello di fornire una concreta opportunità di recupero, riconversione e valorizzazione di ampie superfici del nostro territorio.
Il progetto è promosso dalla Ferrero Halzelnut Company, la divisione interna del Gruppo Ferrero interamente dedicata alla nocciola; il nostro Paese è oggi, con 70.0000 ettari di terreno dedicati a questa coltura e con una produzione media di nocciola in guscio di circa 110.000 tonnellate/anno, il secondo produttore mondiale con una quota di mercato di circa il 12%, al primo posto la Turchia 70% del mercato complessivo.
E se pensiamo alla qualità delle nocciole italiane, alla richiesta del mercato ed alla disponibilità di superfici agricole è facile comprendere le straordinarie prospettive di crescita della filiera e del progetto della Ferrero che risponde pienamente a questo obiettivo.
È un orizzonte di crescita che riguarda direttamente anche la Calabria dove, come è noto, esiste una storica e particolarmente apprezzata produzione di nocciole; il progetto Nocciola Italia – condiviso e sostenuto con convinzione da Confagricoltura – prevede che entro il 2025 possano essere sviluppati 20.000 ettari di nuove piantagioni di noccioleto.
In buona sostanza il 30% in più della superficie attuale e con una produzione che conterebbe su una filiera organizzata e sulla partnership di un’azienda che è – indiscutibilmente – un player mondiale.
Ieri a Roma, nella sede di Confagricoltura e con il contributo di Maurizio Sacco, abbiamo approfondito i temi, le prospettive e le opportunità garantite dal progetto Nocciola Italia e da Ferrero Hazelnut Company – la prima “compagnia a filiera produttiva integrata” che cura la trasformazione della nocciola dal produttore al consumatore.
Come organizzazione di rappresentanza siamo infatti più che consapevoli della necessità di irrobustire ed ampliare un comparto che in Calabria può contare già su una solida e performante realtà produttiva; nella nostra regione, infatti, la produzione di nocciole è raddoppiata nell’arco di un cinquantennio, passando dai 4.290 quintali del 1961 agli attuali 8.500 circa.
E questo grazie anche al Consorzio di valorizzazione e tutela Nocciola di Calabria ed alla “Tonda calabrese” prodotta essenzialmente su 200 ettari nella Valle dell’Ancinale.
Si tratta ora di assecondare questa prospettiva e di mettere a frutto questa opportunità offerta dal progetto Nocciola Italia con il contributo del dipartimento Agricoltura della Regione con il quale, necessariamente, dovremo avviare una stabile e concreta interlocuzione.
Alberto Statti, presidente Confagricoltura Calabria
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