COSENZA La firma di Achille Gentile sul decreto 55 del 13 febbraio 2018 dà il via all’assunzione di 53 medici. «Inizierò a firmare i contratti già da oggi – dice il dg dell’Azienda ospedaliera di Cosenza -. Poi spero di passare alla conclusione dei concorsi per gli infermieri e il personale sanitario». I nuovi camici bianchi andranno a coprire reparti in cui l’ospedale è in affanno. Cinque sono destinati al Pronto soccorso e al reparto di Ostetricia e ginecologia, quattro alla Chirurgia toracica, tre alla Chirurgia generale d’urgenza e all’Urologia. Il resto dei reparti è coperto da una o due assunzioni. «Perfezionare le procedure per l’assunzione di nuovi medici è una cosa molto importante per la nostra azienda ospedaliera – spiega Achille Gentile». Ma è il Pronto soccorso l’argomento caldo in città. «Non è solo un problema di Cosenza ma di tutta Italia – prosegue il dg -. Dal 2009 viene riscontrato come problema di tutti i grandi ospedali e certamente nelle realtà come la nostra in cui mancano case della salute e assistenza domiciliare il problema si avverte di più». Intanto due nuove sale operatorie sono state consegnate ed entreranno in funzione per i primi giorni di maggio.
I DATI DEL PRONTO SOCCORSO Dal primo giorno del 2018 all’ultimo di marzo nel pronto soccorso che serve tutta la provincia di Cosenza sono stati registrati 17mila e 514 accessi. Di questi più del 50% sono di codice bianco e di codice verde, mentre soltato il 47% è di codice giallo. L’1,8% entra nella struttura con il codice rosso. I dati per il direttore generale sono la palese dimostrazione di come si debba principalmente intervenire sul territorio con case della salute e strutture di medicina generale che siano aperte ventiquattro ore su ventiquattro. Ad essere dimessi degli oltre 17mila sono state più di 11mila persone, in percentuale il 64,2%. Nei primi 3 mesi del 2018 a perdere la vita sono state 17 persone, lo 0,1%.
LA PROTESTA E mentre il dg illustrava i dati, davanti all’ingresso del Pronto soccorso di Cosenza poco meno di venti persone hanno manifestato il loro dissenso per come la struttura viene amministrata e come i pazienti vengono trattati. «Io speriamo che me la cavo» è scritto sul manifesto, sotto una foto della struttura ospedaliera. I promotori dell’iniziativa sono stati Giovanni Cipparrone, consigliere comunale, e Massimo Bozzo, oggi nello staff del sindaco Occhiuto, nella scorsa consiliatura assessore alla Sanità. «Hanno provato in tutti i modi a boicottare questa manifestazione, sia dal Comune che dagli organismi dirigenziali sanitari – dicono i due -. Non ci interessa il nuovo ospedale, noi vogliamo semplicemente che quello che abbiamo funzioni». Ma tra chi sosta davanti al Pronto soccorso la gara è a chi possa parlare per primo al microfono e l’urlo di protesta si consuma nel giro di qualche ora. Tra chi rivendica diritto di parola in qualità di politico-cittadino e chi rivendica in generale qualcosa da dire.
Michele Presta
m.presta@corrierecal.com
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