COSENZA «La lotta alla mafie passa dal contrasto alla precarietà: la disoccupazione calabrese è una vergogna di Stato». Così il testimone di giustizia Pino Masciari ha concluso il suo intervento davanti ai 300 studenti del corso di Pedagogia della R-Esistenza che hanno gremito l’University club dell’Università della Calabria. L’imprenditore calabrese, messo sotto scorta per le sue denunce, ha duramente attaccato il sistema di potere ‘ndranghetista: «La società mafiosa in Calabria rischia di diventare maggioranza se non interveniamo nella struttura sociale della regione». Masciari ha parlato apertamente di dovere morale alla ribellione: «Non possiamo accettare che nella nostra terra comandino 160 cosche di mafie, secondo il modello della San Luca di Giuseppe Pelle. Non è tollerabile che l’ordine pubblico sia condiviso tra Stato e mafie. Adesso basta. Questa è l’ora della disobbedienza alla ‘ndrangheta». Un’analisi impietosa quella che Masciari ha fatto avanti ai giovani del corso di laurea in Scienze dell’Educazione: «La nostra terra sta morendo nell’indifferenza del Paese. In Calabria la mafia gestisce segmenti importanti dell’economia. C’è una borghesia fortemente collusa con le famiglie di ‘ndrangheta, a tutti i livelli. La partita del riscatto dobbiamo giocarla dal basso, tutti noi».
A SAN GIOVANNI IN FIORE L’ex imprenditore del Vibonese Pino Masciari ha trascinato la numerosa platea di studenti e docenti dell’Industriale di San Giovanni in Fiore (Cs) nel primo dei cinque incontri di “Scuola di antimafia”, organizzati dal Comune nelle scuole superiori locali in risposta al tentativo della ‘ndrangheta di dominio dell’economia dell’altopiano silano.
Masciari ha raccontato la sua storia di coraggio, ha parlato delle sue denunce, delle condanne conseguenti alle testimonianze rese, del peso della corruzione in Italia e soprattutto in Calabria, nonché delle difficoltà della propria famiglia, legate all’isolamento subito dal 1997.
Più volte interrotto da applausi, l’ex imprenditore si è definito «vittima del senso del dovere», lanciando messaggi precisi ai più giovani: l’obbligo morale di difendere il territorio prescindendo dall’appartenenza politica; l’importanza di rispettare le regole per impedire disavanzi di bilancio negli enti pubblici e per fermare l’alterazione del mercato da parte della criminalità organizzata; la necessità di proteggere i diritti e la libertà individuali, di sognare e costruire un futuro aperto e di dignità per tutti, anche per contrastare l’emigrazione attuale e lo spopolamento della regione.
Ha introdotto l’iniziativa il preside dell’Industriale di San Giovanni in Fiore, Giovanni Tiano. Poi il discorso del sindaco, Giuseppe Belcastro, che ha illustrato il significato e il programma dei prossimi appuntamenti di “Scuola di antimafia”, sempre nelle scuole superiori della città: il 27 aprile con don Giacomo Panizza, l’undici maggio con il giornalista del “Quotidiano del Sud” Michele Albanese, il primo giugno con la giornalista di “Corriere della Calabria” e “la Repubblica” Alessia Candito e il 5 giugno con il pm Domenico Guarascio, della Dda di Catanzaro.
Belcastro ha ringraziato per la specifica collaborazione, gratuita, l’attivista antimafia Emiliano Morrone, direttore di “la Voce di Fiore”, e ha detto a chiare lettere che «sulla cultura della legalità sono inconcepibili divisioni politiche, perché l’obiettivo comune è concorrere all’emancipazione della Calabria, segnata da una storia di lotta politica per il sociale, dalla paura e dalle logiche mafiose».
Il professor Giuseppe Donnici, all’Industriale referente per la didattica sulla legalità, ha fatto proiettare prima dell’incontro un filmato sulla vita di Masciari ed espresso apprezzamento per l’iniziativa culturale nel suo complesso, la cui prima giornata si è conclusa con un buffet preparato dagli allievi della stessa scuola, che comprende anche l’Alberghiero.
Sentita la partecipazione dei presenti, che, dopo aver rivolto diverse domande a Masciari, l’hanno avvicinato per complimentarsi di persona.
Belcastro ha annunciato che “Scuola di antimafia” «proseguirà con il prossimo anno scolastico».
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