Riceviamo e pubblichiamo una nota di Cisl e Uil sulla crisi nel comparto agricolo nella Sibaritide:
In più occasioni abbiamo espresso una nostra legittima preoccupazione e che cioè ragionamenti, discussioni e interventi sui temi agricoli ed agroalimentari in Calabria fossero troppo celebrativi e poco aderenti alla realtà.
Sciorinare numeri, come è noto, non basta soprattutto se quegli stessi numeri – utili magari per conquistare un po’ di visibilità mediatica – cozzano drammaticamente con i fatti, quelli si incontestabili e non soggetti ad interpretazioni autoreferenziali.
A poco o nulla serve elencare la pubblicazione dei bandi del Piano di sviluppo rurale se poi non seguono, in tempi rapidi, le relative graduatorie e soprattutto l’avvio degli investimenti con i Decreti che li devono sostenere; a poco serve impegnare i fondi e dunque “fare spesa” se poi alla fine del percorso non ci sono variazioni nei fondamentali del sistema agricolo, dal numero di occupati alla crescita delle cooperative, dall’aumento della produzione lorda vendibile ad una significativa crescita dell’export.
Vale come indiscutibile e negativa testimonianza di tutto ciò quanto sta accadendo nel Distretto agroalimentare di qualità che riguarda Sibari e Cammarata; il territorio interessato è quello che rappresenta da sempre una delle aree a più forte vocazione agricola e che ha in alcune filiere veri e propri asset produttivi ed economici in grado di garantire importanti livelli occupazionali.
Rientra in questa categoria il comparto della frutticoltura e in particolare la filiera delle pesche e nettarine che occupa migliaia di lavoratori e che si trova ormai da anni in una condizione di crisi.
Lo scorso anno abbiamo assunto l’iniziativa sollecitando alla Regione e al dipartimento Agricoltura l’avvio di un confronto tecnico e permanente per approfondire problemi ed emergenze e mettere in campo ogni utile azione di sostegno; sono passati molti mesi e nulla si è mosso con il risultato di trovarci oggi di fronte ad una crisi ancora più acuta che mette in serio pericolo migliaia di posti di lavoro.
A correre seri rischi sono, in questi mesi, molte aziende che sino ad ora mantenuto i livelli occupazionali garantendo, in una zona notoriamente difficile, lavoro legale e di qualità.
A Sibari e Cammarata ora la misura è colma ed a questo punto occorre un deciso cambio di passo; la Regione e il dipartimento Agricoltura si rendano conto di quanto grave sia stato non intervenire per tempo, di quanto superficiale sia stato non comprendere la gravità di una crisi che le organizzazioni sindacali avevano denunciato con forza chiedendo a più riprese un fattivo interessamento, di come sia impossibile continuare a operare in un settore decisivo per i destini della Calabria con una lentezza snervante e, come dimostrato dai fatti, distruttiva.
Chiediamo come già evidenziato e comunicato nei mesi passati al dipartimento Agricoltura un immediato e concreto intervento alla Regione Calabria tramite anche un incontro regionale per affrontare compiutamente questioni che riguardano il lavoro, le persone e il territorio.
Fai Cisl Calabria
Uila Uil Calabria
Fai Cisl Cosenza
Uila Uil Cosenza
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