CATANZARO Condanne dagli 8 ai 14 anni di reclusione sono state invocate dal sostituto procuratore Elio Romano nel corso della requisitoria del processo, con rito abbreviato, scaturita dall’operazione “Nuove Leve”, condotta contro i giovani virgulti che stavano crescendo all’interno del clan Giampà.
Giovani “reclute” che la cosca Giampà aveva fatto confluire nel proprio organico (per gestire le estorsioni e le intimidazioni) grazie all’intercessione di elementi di spicco del clan come Vincenzo Bonaddio e Vincenzo Giampà detto “Camacio”.
In particolare le richieste dell’accusa sono state le seguenti: Vincenzo Giampà, 14 anni; Eugenio Giampà; 9 anni e 4 mesi; Roberto Castaldo, 12 anni; Gregorio Scalise, 8 anni, Giuseppe Paone, 8 anni; Francesca Allegro, 8 anni; Francesco Renda, 10 anni e 8.000 di multa; Michele Muraca, 9 anni e 4 mesi e 10.000 di multa; Maria Muraca, 9 anni e 4 mesi; Claudio Paola, 8 anni e 6.000 di multa; Marco De Vito, 10 anni e 12.000 di multa; Danilo Cappello, 10 anni; Andrea Mancuso, 8 anni e 6.000 di multa; Vincenzo Vigliaturo, 8 anni e 6.000 di multa. Nel corso dell’udienza hanno concluso anche le parti civili: il Comune di Lamezia Terme, l’associazione Antiracket Lamezia e la Regione Calabria.
Rinvio all’11 maggio per le prime discussioni dei difensori, che proseguiranno nelle udienze del 28 maggio, 15 giugno e 29 giugno. Nel collegio difensivo gli avvocati Aldo Ferraro, Giuseppe Spinelli, Antonio Larussa, Salvatore Cerra e Wanda Bitonte.
Alessia Truzzolillo
a.truzzolillo@corrierecal.it
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