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«La responsabile dell'Anticorruzione controlla (anche) se stessa»

La denuncia della Cisal: siamo davanti a un potenziale conflitto d’interessi. Il caso della delibera dei revisori dei conti sulla retribuzione aggiuntiva

Pubblicato il: 15/04/2018 – 15:07
«La responsabile dell'Anticorruzione controlla (anche) se stessa»

CATANZARO Non è amore quello che denuncia la Cisal, che torna ancora una volta sulla recente nomina della responsabile per la Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza alla Regione Calabria per segnalare un potenziale conflitto d’interessi. “Ci troviamo di fronte al caso di una responsabile cui è stato affidato il compito di controllare sé stessa, dal momento che il nuovo responsabile per la Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza riveste anche l’incarico di dirigente del settore della Segreteria di Giunta facente parte del dipartimento del Segretariato Generale. In quest’ultima veste ha la funzione di visionare ogni delibera allo scopo di garantire il rispetto delle formalità, cui devono attenersi gli atti nell’iter amministrativo, accertandone la regolarità formale e sostanziale”. Il sindacato ritiene alquanto discutibile tale situazione poiché la recente nomina ha prodotto un caso paradossale: alla stessa persona sono affidate le funzioni di “controllore” e di “controllata”. “Sembrerebbe prefigurarsi un potenziale conflitto di interessi – è l’accusa mossa dalla Cisal – dal momento che dal Segretariato transitano tutti i provvedimenti passibili di contestazione in materia di anticorruzione, circostanza che contribuisce a minare l’autonomia e l’indipendenza di un organo che dovrebbe, al contrario, svolgere ogni attività al riparo da possibili ingerenze provenienti dalla giunta regionale. La situazione è aggravata, inoltre, dalla soggezione cui potrebbe essere sottoposta la dirigente, incardinata all’interno del Segretariato Generale e che di fatto risponde sia della regolarità delle delibere che del loro iter verso la pubblicazione. In un tale contesto appare ovvio – denuncia il sindacato – che la dirigente non disponga della necessaria obiettività e della giusta autonomia per svolgere con serenità la funzione di responsabile della Prevenzione e della Corruzione e della Trasparenza poiché potenzialmente soggetta al giudizio del Segretariato di cui pure fa parte ma paradossalmente chiamata a vigilare. È davvero bizzarro credere che l’iter amministrativo regionale sia costruito assecondando un effetto boomerang. Le delibere licenziate dalla giunta vengono sottoposte al duplice controllo della stessa persona, dapprima in qualità di dirigente del settore Segretariato per valutare la presenza di eventuali profili di illegittimità e successivamente nella veste di responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza chiamata ad apporre il definitivo suggello di regolarità amministrativa. È lampante l’incompatibilità venutasi a creare tra i due incarichi conferiti allo stesso dirigente. Delle due, l’una: o la dipendente cambia settore di appartenenza e quindi dipartimento o se resta come dirigente del Segretariato Generale non può ricoprire l’incarico di responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza. Abbiamo, al contrario, dovuto assistere al superfluo invito inoltrato ai dirigenti apicali da parte della Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza con cui sollecitava la notifica a tutto il personale del “codice di comportamento” ai sensi dell’art. 54 del D.Lgs. n. 165/2001. Forse, non è però a conoscenza, che il comma 2 del medesimo articolo prescrive che: “Il codice approvato con decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione, previa intesa In sede di Conferenza unificata, è pubblicato nella Gazzetta Ufficiale e consegnato al dipendente, che lo sottoscrive all’atto dell’assunzione”. La norma, insomma, imporrebbe la consegna del codice solo all’atto dell’assunzione”.
La Cisal si domanda: perché attivare i dirigenti apicali in una attività che non sembra essere prevista dalla legge? Se per quel che riguarda, poi, gli obblighi di pubblicità, la circolare n. 14/2010 della Presidenza del Consiglio dei Ministri prevede che le amministrazioni assolvano “all’obbligo di pubblicità del codice disciplinare mediante la pubblicazione sul sito internet istituzionale” e l’amministrazione regionale l’ha divulgata a questo indirizzo: http://portale.regione.calabria.it/website/portaltemplates/view/view_provvedimenti.cfm?1876. “Altroché rispetto dell’obbligo di pubblicità del codice disciplinare!” fa notare il sindacato.
“La responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza – punta il dito la Cisal – si è, inoltre, resa responsabile di gravi omissioni contravvenendo alle norme che regolamentano la trasparenza degli atti pubblici. Perché non si è attivata, ad esempio, con il dirigente generale del dipartimento “Organizzazione, Risorse Umane” per sollecitare la pubblicazione sul portale dell’amministrazione dei rilievi del Collegio dei Revisori dei conti mossi sulle delibere di giunta? Che fine hanno fatto, poi, le risposte dell’amministrazione ai rilievi avanzati dallo stesso Collegio? Eppure ci risulta l’esistenza di una nota del 28 marzo di risposta al Collegio dei Revisori dei conti ma, ad oggi, nessuna pubblicazione è avvenuta né dell’una né dell’altra. Forse è il caso di ricordare che l’art. 31 del D.Lgs. n. 33 del 14 marzo 2013 afferma che: “Le pubbliche amministrazioni pubblicano, unitamente agli atti cui si riferiscono, i rilievi non recepiti degli organi di controllo interno, degli organi di revisione amministrativa e contabile e tutti I rilievi ancorché recepiti dalla Corte dei conti, riguardanti l’organizzazione e l’attività dell’amministrazione o di singoli uffici”. Ci chiediamo come mai – incalza la Cisal – il dipartimento “Organizzazione, Risorse Umane” non abbia ancora provveduto a pubblicare il verbale del 19 marzo, data in cui il Collegio dei Revisori dei conti della Regione Calabria si è riunito per eseguire una verifica delle deliberazioni di giunta pervenute sino a quella data. Stranamente, sembra che in quella seduta siano state esaminate delibere, rimbalzate all’onore della cronaca grazie alle pubbliche segnalazioni da noi compiute. Tra queste vi è, ad esempio, anche la delibera di nomina della responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza su cui il Collegio pare abbia chiesto chiarimenti esaustivi sull’applicazione del principio della “omnicomprensività” del trattamento economico riconosciuto alla responsabile. La previsione di un trattamento economico aggiuntivo – si domanda il sindacato – non sarebbe dovuto essere previsto nel relativo avviso interno riservato ai dirigenti di ruolo per il conferimento dell’incarico di responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza o, forse, tale previsione avrebbe ampliato la platea dei possibili candidati all’incarico accrescendo la partecipazione da parte degli interessati? Non ci risulta, infatti, che fosse riconosciuta un’indennità di risultato aggiuntiva a chi ricopriva in precedenza l’incarico di responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza. Perché la responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza non ha vigilato affinché ai rilievi del Collegio dei Revisori dei conti e alla relativa risposta dell’amministrazione regionale fosse garantita la giusta pubblicità? Chi avrebbe dovuto vigilare sugli obblighi di trasparenza dal momento che uno degli oggetti di rilievo riguarda proprio la delibera di nomina della responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza? Quali saranno adesso le sanzioni da applicare derivanti dalla violazione delle disposizioni in materia di obblighi di pubblicazione? Chiediamo che si provveda con urgenza alla pubblicazione di questo verbale che pare contenga rilievi anche sulle deliberazioni inerenti il regolamento per la disciplina degli incarichi extra ufficio autorizzati o conferiti ai dipendenti della Giunta Regionale della Calabria. Argomenti entrambi posti all’attenzione della pubblica opinione da questo sindacato e su cui la Regione ha preferito infilare la testa sotto la sabbia come gli struzzi”.
Ah, dimenticavamo… chiosa infine il sindacato. E che dire della mancata pubblicazione del piano della “Performance 2018/2020”? Che fine ha fatto? Non fosse peraltro che ci piacerebbe conoscere quali obiettivi gestionali siano stati assegnati alla stessa responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza.

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