Ultimo aggiornamento alle 23:32
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 3 minuti
Cambia colore:
 

«Tentativi per screditarmi ma io continuo a collaborare»

Il pentito della mala cosentina Luca Pellicori ha testimoniato al processo “Apocalisse” contro il clan dedito allo spaccio nel capoluogo bruzio. Il pm rinvia gli atti alla Procura per l’assenza in …

Pubblicato il: 17/04/2018 – 17:52

COSENZA Salvatore Carpino presidente del collegio di giudici che dovrà pronunciarsi sul processo “Apocalisse” stigmatizza subito: «Oggi si va avanti indipendentemente da tutto». Alla sbarra Marco Perna ed altri imputati per associazione dedita allo spaccio. La possibilità di un rinvio si era ipotizzata vista l’ipotesi di un legittimo impedimento proprio di Perna. Un ricovero al pronto soccorso il 16 aprile per dolori al torace, poi una «dimissione per allontanamento». Perna in aula non c’è, arriveranno sul finire della discussione delle comunicazioni che si trova ancora al pronto soccorso. Al giudice le carte non lo convincono proprio. «Ma è difficile ricondurne l’autenticità» dice a un certo punto il togato mentre il nuovo avvocato (visto il sollevamento dall’incarico di Quintieri e Cinnante) se ne assume la paternità. Istanza rigettata e documenti che su richiesta dell’accusa Domenico Assumma finiscono in Procura con l’osservazione che potrebbe essersi verificato il reato di evasione visti i domiciliari a cui Perna è sottoposto.
PELLICORI & TRIPODI Luca Pellicori e Ippolito Tripodi sono due coinvolti nel processo ma da sponde diverse. Il primo è un collaboratore di giustizia, il secondo affronta il processo provando di dimostrare la sua innocenza. Entrambi decidono di rendere spontanee dichiarazioni. Lo avevano chiesto già alla scorsa udienza ma il rinvio perché in cinque decisero di cambiare avvocato aveva bloccato il processo.
«Volevo dire, spettabile corte che intendo continuare a collaborare». La voce di Pellicori rotta dal microfono arriva dal sito riservato all’aula di giustizia cosentina. Michele Gigliotti, suo legale, lo guarda dallo schermo mentre il suo assistito legge la dichiarazione. «Ippolito Tripodi ha postato delle foto dei miei figli su Facebook per l’episodio l’ho già querelato, ma ancora non sono state rimosse. Temo per la loro incolumità, si stanno ponendo in essere dei tentativi per screditarmi ma io continuo a collaborare». Al banco riservato alle testimonianze invece Ippolito Tripodi ci arriva con un fascicolo di oltre mille pagine.
«Voglio consegnare alla corte queste conversazioni in cui si evince come Pellicori non sia credibile». Le conversazioni coinciderebbero con quelle contenute in un disco di cui alcuni stralci sono stati anche pubblicati anche in rete. Tra le pagine dovrebbero essere riportate alcune conversazioni tra Pellicori e la sua ex compagna con la quale di tanto in tanto parlava anche Tripodi. Una sorta di love story prima di procedere agli altri adempimenti processuali. Il collegio intanto accetta la proposta del pm e ammette l’escussione dei due collaboratori Noblea e De Rose nel corso delle prossime udienze.

mi.pr.

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano | Privacy
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x