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Caso Riferimenti, Musella il 28 maggio davanti al gup

Per la presidente dell’associazione antimafia e per la preside Russo la Procura di Reggio ha chiesto il processo nell’ambito dell’inchiesta sulle “spese pazze”

Pubblicato il: 19/04/2018 – 18:07
Caso Riferimenti, Musella il 28 maggio davanti al gup

REGGIO CALABRIA Si dovranno presentare di fronte al gup di Reggio il prossimo 28 maggio la presidente dell’associazione antimafia Riferimenti-Gerbera Gialla, Adriana Musella, e la preside Rosamaria Russo, che per lungo tempo ne è stata il braccio destro. Per entrambe il procuratore aggiunto Gerardo Dominijanni e il pm Sara Amerio hanno chiesto il processo nell’ambito dell’inchiesta sulle “spese pazze” dell’associazione. Per i magistrati, Musella, accusata di malversazione e appropriazione indebita, non solo avrebbe usato decine di migliaia di euro per finalità molto diverse da quelle per cui erano state concesse da enti pubblici e para-pubblici, ma si sarebbe anche appropriata di parte dei finanziamenti negli anni elargiti alla sua associazione. Per Russo invece l’accusa – come da lei stesso comunicato in una manifestazione pubblica da lei organizzata nella scuola che dirige – è di abuso d’ufficio per aver acquistato dei libri editi dall’associazione di faceva parte
IL SEQUESTRO Alla luce delle contestazioni che le sono state mosse, per Musella è stato anche disposto un sequestro preventivo per equivalente di circa 75mila euro, convalidato dal gip solo per 45mila a causa della prescrizione, che ha reso non perseguibili alcuni episodi di reato, e limiti temporali di applicabilità della nuova disciplina del sequestro per equivalente. Tuttavia – rilevano gli uomini della Guardia di finanza che hanno effettuato gli accertamenti – dall’analisi delle transazioni bancarie emergono tutta una serie di «operazioni che sono state saldate mediante i conti dell’associazione e che, almeno allo stato degli atti, non appaiono giustificabili in termini di coerenza con quanto risulta essere oggetto delle finalità di Riferimenti».
L’INCHIESTA Secondo quanto emerso dalle indagini, che hanno preso il via dopo un’inchiesta giornalistica del Corriere della Calabria, dal 2002 ad oggi la Gerbera gialla avrebbe ricevuto fondi da diversi enti pubblici per finanziare le proprie attività, ma non tutti sono stati destinati alla «costruzione della cultura antimafia» promessa dall’associazione. Viaggi personali, cene e pranzi al ristorante, soggiorni in hotel, libri di ricette e manuali per diete famose, elettrodomestici, strumenti musicali, oggetti d’arredo, non meglio precisati prodotti di arte orafa. Tutto quanto è finito in conto all’associazione.
VIAGGI A SPESE DELL’ANTIMAFIA In più, sempre a spese di Riferimenti, Musella e il suo ex compagno (non indagato) – medico di mestiere ma chiamato a firmare un libro sulla storia del padre della presidente – hanno soggiornato in alberghi a Orvieto, Assisi, Verona, Firenze e Salerno, sembra abbiano passato un capodanno sulla neve, e hanno dormito in hotel a Roma, esattamente – si legge nelle carte – il giorno prima della partenza da Fiumicino per tre viaggi di piacere alle Maldive, in Messico, in Marocco e Andalusia.
ASSOCIAZIONE DI FAMIGLIA Ma secondo quanto emerso dalle indagini, sempre grazie ai fondi di Riferimenti, anche altri parenti avrebbero beneficiato di viaggi e soggiorni. A spese dell’associazione sono andati in Folgaria – sede della “Settimana bianca dell’antimafia” – non solo l’ex compagno e la nipote di Musella, entrambi chiamati a fare da relatori, ma anche il figlio della parente. Ad Assisi invece, dove il figlio maggiore della presidente di Riferimenti è stato ospite per un lungo periodo, a spese di Riferimenti sono più volte andati non solo Musella, ma anche il compagno, il figlio minore della donna e la fidanzata del maggiore. In più, aveva sottolineato il gip nel provvedimento, entrambi i figli della Musella avrebbero avuto non meglio precisati incarichi di collaborazione con Riferimenti, tanto di risultare in «condizione di dipendenza finanziaria» dalla madre, che per il maggiore dei due ha provveduto anche a molti acquisti (inclusi 47 pacchetti di sigarette). Sempre, stando alle accuse, a spese dell’antimafia.

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