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Catanzaro, anche per il ministero la nomina di Rossi è illegittima

Il parere chiesto da Unioncamere nazionale boccia l’iter seguito per il rinnovo del consiglio camerale. «Il commissario straordinario Sganga è il rappresentante legittimo, la Regione faccia rispett…

Pubblicato il: 19/04/2018 – 11:08
Catanzaro, anche per il ministero la nomina di Rossi è illegittima

CATANZARO «L’annullamento dei decreti regionali ha comportato il venir meno dei presupposti necessari alla nomina e all’insediamento del consiglio camerale, nonché il ripristino della situazione ex ante, e pertanto il perdurare del commissariamento della Camera di commercio di Catanzaro». Traducendo: il legale rappresentante dell’ente camerale è ancora Giorgio Sganga, commercialista nominato dal governatore Oliverio, e gli atti che hanno portato Daniele Rossi (nella foto), presidente degli industriali catanzaresi, alla guida della Camera, sono da considerarsi nulli.
Questa volta non parla la Regione – che si era espressa mesi fa sulla faccenda, dichiarando “inesistente” il nuovo consiglio camerale –; la frase compare in un parere del ministero dello Sviluppo economico, inviato a Unioncamere nazionale, Regione Calabria, Camera di commercio di Catanzaro, commissario straordinario e revisori dei conti della Camera di Commercio. Insomma, più o meno a tutti gli attori di una vicenda diventata paradossale. Il nuovo documento, arrivato nella giornata di mercoledì, conferma il niet espresso dall’amministrazione regionale. Ma riserva una stoccata anche alla burocrazia della Cittadella. Spiega, infatti, che la «nota è inviata, tra gli altri, anche alla Regione Calabria, affinché si renda doverosamente garante dell’adozione di adeguati interventi attuativi dell’orientamento più volte rappresentato dalla scrivente amministrazione». Come dire: vi abbiamo fatto presente già in altre occasioni che il nuovo corso avviato a Catanzaro va resettato, sta a voi far applicare le nostre direttive.
Il parere arriva dopo una richiesta di Unioncamere nazionale che – si legge nella nota firmata dal direttore generale Mario Fiorentino – «ha rappresentato la necessità, al fine di consentire la corretta verifica degli aventi diritto a prendere parte alle riunioni dell’assemblea, di avere la conferma se, alla luce dell’orientamento più volte espresso da questo ministero, il legale rappresentante della Camera di commercio di Catanzato continui a dover essere individuato nel commissario straordinario nominato dalla Regione Calabria ovvero nel presidente eletto nel corso della riunione del consiglio camerale del 4 dicembre 2017». Il caos normativo, per i burocrati romani, è totale: non sanno (non sapevano, fino a ieri) chi è titolato a prendere posto nelle riunioni, se Giorgio Sganga o Daniele Rossi. La risposta, per il ministero, è chiara: la seggiola spetta al commissario straordinario nominato dalla giunta regionale.
Per il ministero dello Sviluppo economico non c’è dubbio: non basta l’adozione da parte della Regione del decreto di nomina dei consiglieri della Camera di commercio per ritenere concluso il procedimento di nomina del consiglio camerale. L’iter si perfeziona con la nascita dell’organo e il suo insediamento. La Regione, che pure aveva contribuito a generare il caos nominando il consiglio e stabilito la data dell’insediamento prima per il 18 settembre e successivamente per il 28 novembre, «ha annullato in autotutela» i propri decreti, bloccando di fatto la procedura. Si ragiona in punta di diritto, ma le conclusioni a cui giunge il manager ministeriale sono coincidenti con quelle a cui è arrivato il dipartimento Sviluppo economico della Cittadella: il nuovo consiglio e il nuovo presidente sarebbero “inesistenti”. Daniele Rossi aveva già parlato, in dicembre, di «attacco alla democrazia», riferendosi alla comunicazione con la quale si riteneva illegittima la sua nomina. Il nuovo “attacco” (o “difesa”, dipende da quale punto di vista lo si considera) arriva direttamente dalla burocrazia ministeriale.

Pablo Petrasso
p.petrasso@corrierecal.it

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