CATANZARO «Maggioranza di centrodestra spaccata», «sindaco Abramo con le mani legate», «attacco alla democrazia», «città in ostaggio». È un lungo elenco di censure e di accuse quello che una parte dell’opposizione al Comune di Catanzaro lancia all’indirizzo della maggioranza che governa a palazzo De Nobili dopo che la seduta odierna del consiglio comunale è “saltata” per le divisioni all’interno del centrodestra cittadino sulla pratica del regolamento sulla pubblicità e sugli spazi pubblicitari in città. Pratica oggettivamente scivolosa, perché tocca un settore nel quale si muovono interessi forti e non sempre cristallini, forse era inevitabile che in aula finisse così, ma resta il dato politico di una strisciante “guerra” in atto nel centrodestra, che ha ispirato una polemica conferenza di un centrosinistra a sua volta non particolarmente granitico.
A MUSO DURO Il primo ad andare all’attacco, al alzo zero, è il capogruppo di ‘Fare per Catanzaro’, Sergio Costanzo, che la mette giù molto schietta: «Sembrava che finalmente, dopo tanti tentativi bloccati in passato, grazie al presidente del Consiglio comunale Marco Polimeni si potessero regolamentare gli spazi pubblicitari, e invece improvvisamente al Comune irrompe il leader provinciale di Forza Italia che fa cambiare posizione ai suoi su questa pratica, con l’obiettivo – rileva Costanzo – di boicottarla perché non se ne ha la primogenitura e di mettere un’altra parte della maggioranza in un tritacarne. Denunciamo questi gravi comportamenti, dal sapore mafioso, e denunciamo un dominio politico trentennale dannoso per la città». Nicola Fiorita, già candidato sindaco e leader di “Cambiavento”, aggiunge: «Sin dalla campagna elettorale si è più volte detto che Abramo avrebbe avuto mani libere, ma forse non è così visto cos’è accaduto oggi, che è molto grave perché si ripercuote sulla cittadinanza. È evidente – rileva Fiorita – che c’è stata una parte della maggioranza che non voleva discutere del regolamento sulla pubblicità, per questo ora invito l’altra parte della maggioranza a prenderne atto e a svincolarsi». Roberto Guerriero, capogruppo dei ‘Socialisti & Democratici’, si dice «costernato perché, su una pratica che avrebbe portato nelle casse comunali introiti per 3 milioni di euro, una parte ben definita della maggioranza ha dimostrato irresponsabilità politica e amministrativa. Nel centrodestra – prosegue – c’è solo un becero tatticismo o invece ci sono interessi più oscuri?».
«ABRAMO È LIBERO O NO» Lorenzo Costa, consigliere comunale del Pd, definisce «inconcepibile il fatto che su un provvedimento così importante qual è il regolamento della pubblicità e del relativi spazi si apra una crisi politica: il sindaco Abramo dovrebbe chiarire alla città se è davvero libero nel governare oppure no». Secondo Gianmichele Bosco, di ‘Cambiavento’, «il vero dato politico di giornata la sfiducia da parte della maggioranza del presidente del Consiglio comunale Polimeni, che ha istruito la pratica non discussa oggi: è un dato di cui anche Abramo deve prendere atto». Fabio Celia, di ‘Fare per Catanzaro’, parla di un «vero e proprio golpe, un attentato alla democrazia e alla città di Catanzaro, perché oggi si poteva discutere di una pratica mai regolamentata in città e in passato terminale di un autentico saccheggio alle casse comunali: adesso auspico che la Procura della Repubblica si occupi della vicenda perché temo che dietro questa pratica possano nascondersi interessi politici che puntano a coprire importanti imprenditori del settore». A chiudere Libero Notarangelo, di ‘Svolta democratica’, per il quale «c’è una maggioranza allo sbando, e questo ci indurrà a essere ancora più vigili”, e Cristina Rotundo, di ‘Fare per Catanzaro’, che si definisce “basita davanti a certi atteggiamenti, ma non meravigliata perché in questi giorni abbiamo avvertito le divisioni nel centrodestra». Mancano all’appello, nella conferenza stampa dell’opposizione, il candidato sindaco e vicepresidente del Consiglio regionale, Enzo Ciconte, e i consiglieri comunali Eugenio Riccio, Rosario Lostumbo e Tommaso Brutto, ma per i “maligni” – che non sempre sbagliano… – non sarebbero, in gran parte, assenze casuali… (a. cant.)
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