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Primario reintegrato a Crotone, l'Asp presenta reclamo

L’azienda ha deciso di impugnare la sentenza del Tribunale. Per la difesa, il giudice non avrebbe tenuto conto di due casi sentinella valutati dagli ispettori della Regione. «La vicenda va approfon…

Pubblicato il: 20/04/2018 – 15:58
Primario reintegrato a Crotone, l'Asp presenta reclamo

CROTONE L’Azienda sanitaria provinciale ha deciso di impugnare la sentenza n. 525 della sezione lavoro del Tribunale di Crotone con la quale, lo scorso 9 aprile, è stato reintegrato Giuseppe Brisinda, primario del reparto di chirurgia dell’ospedale di Crotone, che era stato sospeso dalla Direzione strategica aziendale. È stato dato mandato all’avvocato Alfredo Gualtieri, del foro di Catanzaro, di presentare reclamo (opposizione). Il reclamo è stato depositato ieri mattina. «Non è una vicenda che poteva chiudersi con il primo giudizio», ha detto Gualtieri, contattato dal Corriere della Calabria. Che ha aggiunto: «C’è la necessità di un ulteriore approfondimento». Il legale catanzarese sottolinea che «la vicenda non può chiudersi in sede cautelare, ma va approfondita nel merito, perché gli atti presentati dall’Asp sono tutti comprovati e gli elementi presentati successivamente, alla prima contestazione non sono nuovi». Fa riferimento a due casi sentinella, che sono stati valutati dagli ispettori del dipartimento sanità della Regione Calabria. Gli ispettori richiamati dal clamore della vicenda della sospensione del primario, lo scorso mese di gennaio, erano venuti a Crotone. In tre si sono alternati, presso l’ospedale di pitagorico, con la finalità di verificare se vi fossero stati episodi sospetti presso il reparto di chirurgia. Sono stati acquisiti documenti e raccolte testimonianze. Alla fine è stato anche redatto un verbale che l’Asp di Crotone, attraverso il proprio legale, ha sottoposto all’attenzione del giudice del lavoro, che ha accolto la richiesta di Brisinda di reintegro nelle attività lavorative. Il giudice, però, non ha tenuto conto dei casi sentinella, perché le carte sono state depositate successivamente all’inizio della procedura e l’interessato non era stato messo nelle condizioni di presentare le proprie controdeduzioni. Secondo l’avvocato Gualtieri, invece, il giudice avrebbe dovuto tenerle in considerazioni non trattandosi di prove aggiuntive.

Gaetano Megna
redazione@corrierecal.it

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