RENDE «Sono stato abbastanza buono, ho anche aspettato troppo. I problemi c’erano da oltre un anno e mezzo, il medico pietoso fa la piaga puzzolente». Il magnifico dell’Unical taglia corto la polemica sulla possibile chiusura del Diatic (dipartimento di ingegneria ambientale e ingegneria chimica).
Appeso al filo delle prossime elezioni, dunque, il destino del dipartimento. Nei prossimi due mesi, se il nuovo direttore non dimostrerà di voler cambiare realmente lo stato delle cose, il cda voterà per la chiusura. «C’è una legge – continua – e bisogna rispettarla. Gli studenti possono stare tranquilli per quanto riguarda la loro didattica non cambierà nulla, anzi, quasi sicuramente migliorerà». L’ordine del giorno sulla chiusura del dipartimento slitta di due mesi per permettere le elezioni del nuovo direttore del Diatic, ma quello che sta succedendo tra i cubi del dipartimento il rettore lo traccia come se fosse un vero ammutinamento. «Mi è arrivata una comunicazione informale dove sembrerebbe che Francesco Macchione, decano del Diatic, vorrebbe andare via portando con sé altri due ricercatori – spiega Crisci – se avessi ricevuto la comunicazioni in termini ufficiali ieri avremmo certamente votato».
NATO MALE L’addio di Macchione e dei suoi scenderà ulteriormente il numero a 26 ai quali vanno poi sottratti due docenti in via di pensionamento. «Ho chiesto al dipartimento dal luglio del 2016 fino all’ottobre del 2017 di invertire la tendenza, di inventarsi un modo per bloccare questo esodo, ma non ho avuto neanche un minimo strappo di orgoglio». Per il rettore il comportamento del direttore del dipartimento è stato a tratti inspiegabile: «Ad alcuni colleghi, ottenuto il trasferimento, hanno consentito l’ingresso nei loro uffici solo per prendere gli effetti personali. Hanno nominato docenti abilitati da sette giorni al posto di quelli abilitati da tre anni».
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NESSUN MEA CULPA Nella stanza al terzo piano del rettorato Gino Mirocle Crisci, leggi e statuto alla mano, ribadisce che il tutto è un atto dovuto. Esalta la reazione degli altri dipartimenti come quello di chimica e tecnologie chimiche. «Quel dipartimento era sotto soglia di uno (trentaquattro su trentacinque, ndr). Appena si sono accorti della situazione hanno usato i punti organici per indire un nuovo concorso e assumere una persona, questo a Diatic non è stato mai fatto». Sfata anche la possibilità di essere i primi in Italia.
«I dipartimenti sotto soglia in Italia sono una decina. Giordano (direttore del dipartimento, ndr) dice numeri falsi. E poi io collaboravo con il dipartimento di beni culturali a Viterbo che è stato chiuso. La sera del Cda mi sono trovato con un decano del dipartimento che mi ha annunciato il suo trasferimento, è finito il tempo di mettersi il prosciutto sugli occhi».
POLITICA E SOLDI Da qualche ora l’avvocato Alessandro Mazzitelli non è più delegato alla trasparenza e all’anticorruzione. Dipartimento di provenienza Diatic. «Io ho semplicemente perso la fiducia, mi sarei aspettato da parte sua un impegno diverso in questa situazione». Liquida con una risata l’impegno per l’avvocato nella campagna per il referendum e poi spiega il movimento dei soldi. «I fondi non vengono presi dal dipartimento ma dal responsabile di un progetto ed è a lui che faranno riferimento qualora il Diatic venisse chiuso».
PROSSIME ELEZIONI Stigmatizzato il risultato del voto nel corso della riunione del Senato accademico. Passaggio obbligatorio prima del voto nel Cda. «I voti favorevoli per non chiudere sono stati 7, mentre 6 i contrari e 5 gli astenuti – legge Crisci dal verbale di assemblea –. Non è una maggioranza assoluta e io non ho fatto altro che adottare quello che è stato deliberato. Garantirò il voto delle elezioni nel dipartimento garantendo tutti i diritti ai docenti».
E proprio dal possibile nuovo direttore si potrebbe ripartire, anche se il rettore fa trasparire più volte i dubbi sulla possibilità che si arrivi ad un nome condiviso.
MERCURE Sul sistema degli accademici universitari però Macchione chiede rettifica. Le parole del rettore non corrisponderebbero al vero. Nella lettera che ha inviato al dipartimento (quindi la comunicazione informale ricevuta da Criscsi) il decano al termine di alcune riflessioni ha ribadito di non lasciare il suo posto fino al termine delle elezioni visto il suo ruolo istituzionale e che la possibilità di andar via insieme ai suoi ricercatori sarebbe da considerare soltanto una volta eletto il direttore del dipartimento.
Michele Presta
m.presta@corrierecal.it
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