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«Catanzaro, città piegata su se stessa»

di Franco Scrima*

Pubblicato il: 23/04/2018 – 10:10
«Catanzaro, città piegata su se stessa»

Catanzaro è “un modello”, anzi “un modello da esportare”. L’ha affermato il sindaco Sergio Abramo non sappiamo se tra il serio e il faceto. La notizia è stata ripresa dai quotidiani locali sicché continua ad essere veicolata dai cittadini che si interrogano a cosa si riferisse il primo cittadino. Se lo chiedono in tanti, curiosi di sapere su cosa poggia l’affermazione del sindaco. Ma cosa dovrebbe esportare Catanzaro? Forse il degrado in cui versa la citta? Per quanto ci si possa sforzare non si riesce a capire quale modello potrebbe interessare il resto del Paese. Le scene che passano per la mente sono quelle ormai consumate dal tempo: i servizi essenziali che comprendono l’igiene, la viabilità, il terziario, i trasporti le cui carenze sono oramai giunte ad un punto di non ritorno così da invocare un più che urgente intervento dell’amministrazione comunale a voler riconsiderare la città.
Al primo posto permane l’insufficienza dell’organico dei Vigili Urbani divenuta ormai cronica. L’emorragia affonda le radici in anni passati quando un buon numero di appartenenti al Corpo della polizia municipale è stato “graziato” dallo svolgere servizio sulla strada e destinato ad infoltire gli uffici del Comune. Le conseguenze sono state e sono gravi per la viabilità cittadina lasciata prevalentemente alla sensibilità degli utenti che non sempre è da lodare; guidare oggi a Catanzaro è come vivere in una “città aperta”, senza regole, nella quale ciascuno può fare ciò che vuole: non dare la precedenza (Rotatoria Benito Gualtieri docet), lasciare l’auto in sosta vietata anche se intralcia la circolazione (vedi Via Turco), montare marmitte rumorose sulle motociclette e sfrecciare per le strade in qualsiasi ora del giorno e della notte o gareggiare nottetempo con auto e moto (leggasi zona San Leonardo).
Catanzaro è una città che appare piegata su sé stessa, che necessita di cure per evitare che si avvii velocemente verso il fatidico punto del non ritorno. Ha urgente bisogno di essere riconsiderata con riguardo ai servizi essenziali dai quali dipende anche l’igiene. Un capitolo a parte merita il trasporto pubblico che andrebbe ripensato per renderlo appetibile soprattutto come alternativa all’uso dell’automobile per gli spostamenti in città.
Chi si ricorda dei netturbini? Di quei benemeriti lavoratori che pulivano le strade, che toglievano le erbacce dai bordi dei marciapiedi, che rimuovevano ogni tipo di rifiuti? Che pulivano i tombini per consentire il corretto deflusso delle acque piovane? (Qualcuno ha mai percorso via Mario Greco in una giornata di pioggia? Sembra di attraversare un torrente visto ché le acque non defluiscono più nei tombini da tempo intasati). Sì, proprio coloro che un tempo si chiamavano spazzini ed erano preposti a mantenere decenti gli spazi pubblici, successivamente definiti pomposamente “operatori ecologici”; sembrano essere estinti, usciti di scena. La città infatti non è più pulita come lo era un tempo, è impresentabile anche per via di quei maleodoranti cassonetti, che nessuno pulisce, disseminati lungo i marciapiedi. A tutto questo c’è da aggiungere che recentemente, in prossimità dei “Giardini” di San Leonardo, sono comparsi i topi, qualcuno ha fatto irruzione anche in una edicola di giornali ma cacciato, quanti altri però potrebbero non essere stati visti dai negozianti?
Nonostante ciò, qualcuno si ostina a non voler ammettere la realtà e proclama che Catanzaro è “un modello da esportare”. Perché non si dice anche da chi lo vorrebbe fare adottare? Rimane il dubbio che il primo cittadino abbia fatto una “trovata” per fare concorrenza a quella compagnia di viaggio danese che ha invitato le giovani coppie a fare sesso in vacanza per “salvare” la Danimarca dall’assottigliamento della popolazione.
Intanto il sindaco, forse perché ispirato dai manovratori di marionette, ha comunicato di non avere alcuna intenzione di lasciare la politica nonostante sia a galla da una ventina d’anni, ma che intenderebbe candidarsi alla presidenza della Regione. Nell’attesa si è strettamente ancorato alla poltrona di Palazzo De Nobili, nonostante le cose per lui non vadano bene. Recentemente interi gruppi politici che fino a poco tempo fa erano a lui vicine, improvvisamente, dopo le elezioni politiche che a Catanzaro hanno segnato la
bocciatura di un paio di “personaggi importanti”, si sarebbero posti di traverso facendogli la fronda e mettendolo in difficoltà.
Ma questo c’entra poco col dedicare un po’ più di attenzione alla Città, il che potrebbe servire anche come antidoto per quegli “attacchi”. Rimane tuttavia che in un’epoca in cui si parla tanto di nuovi modelli di urbanizzazione, di soluzioni innovative, di utilizzo delle energie rinnovabili, di qualità della vita, di sviluppo dei territori, di costo della vita, di energia, di inquinamento, ci sembra poco comprensibile fermare le lancette dell’orologio solo sulla città che c’è, senza ricercare per essa un minimo di prospettive che dessero un senso al suo futuro e alle nuove generazioni. Secondo i sondaggisti, per esempio, oggi la domanda è più interessata alla qualità della vita, che alla casa in senso stretto.
Insomma c’è veramente tanto da fare se l’obiettivo sarà quello di rendersi utili alla causa; se invece si ritiene che sedersi sui banchi del consiglio comunale sia un punto di partenza per avviare una carriera politica e vivere sulle spalle della comunità da mantenuto, allora si ha veramente poco in comune con i valori della vita. È pur vero però che la responsabilità è anche dei cittadini che si impegnano poco o niente per far sentire il fiato sul collo agli amministratori. Bisogna ricordarsi che tra i tanti doveri della politica ce n’è uno morale prevalente: realizzare gli obiettivi in funzione dei quali si chiede il voto e svolgere il controllo sugli atti secondo il dovere della trasparenza, dell’efficienza e della buona amministrazione.
Caro sindaco forse è bene, al di là di ogni sterile sussulto, ricordare a Lei e ai membri della sua Giunta che i catanzaresi hanno il diritto di essere amministrati bene. Il primo cittadino è il maggiore responsabile del buon funzionamento del governo del luogo e tra i suoi compiti rientra anche la gestione del decoro urbano. Si impegni un po’ di più. Ci faccia ricredere!

*giornalista

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