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Più di un miliardo a rischio per i Comuni calabresi

Aumenta la quota dei crediti difficili da riscuotere. Si allungano i tempi per i pagamenti alle imprese: 184 giorni. A Reggio oltre 1.600 euro per abitante di entrate non riscosse

Pubblicato il: 23/04/2018 – 8:35
Più di un miliardo a rischio per i Comuni calabresi

LAMEZIA TERME Il “buco”, enorme (23 miliardi di euro), incombe sulle casse di tutti i Comuni italiani. Per i calabresi sfiora 1,3 miliardi di euro. E mette a rischio la salute delle casse pubbliche, generando un meccanismo che, a cascata, si ripercuote su fornitori di servizi e imprese del territorio. La cifra monstre individua il totale dei crediti correnti sorti da almeno dodici mesi. Un arco di tempo che tende a farli apparire come «difficilmente esigibili». Una mole di entrate che, non riscosse nel tempo, hanno altissime probabilità di tradursi in buchi permanenti con conseguenze sui servizi. Lo rivela uno studio di Cerved, tra i principali operatori in Italia per l’analisi del rischio e la gestione del credito, anticipata dal Sole 24 Ore.
Si tratta di importi di natura tributaria, contributiva, perequativa o entrate extra tributarie. Crediti che emergono dai bilanci dei Comuni alla voce «residui attivi esercizi precedenti», ovvero le somme accertate e non riscosse entro il termine dell’esercizio. Con ricadute sui cittadini che possono diventare pesanti.
Il «buco» risulta più vistoso nei Comuni di Calabria, Campania e Sicilia. Tre regioni dove il credito «difficilmente esigibile» pro-capite è compreso tra i 506 (il record spetta alla Calabria) e i 361 euro, contro una media nazionale di 207. Sul podio delle amministrazioni più virtuose ci sono Friuli-Venezia Giulia, Veneto e Trentino-Alto Adige dove il debito oscilla tra i 70 e i 51 euro.
Questa situazione influenza le risorse a disposizione delle amministrazioni e penalizza quanti forniscono prodotti e servizi ai Comuni. Dall’analisi Cerved, infatti, emerge la conferma dell’equazione tra massa di crediti in aumento e allungamento dei tempi di pagamento per le spese correnti. In Calabria, Campania e Lazio il saldo richiede tra i cinque e i sei mesi (in Calabria la media dei pagamenti è di 184 giorni), contro una media nazionale di 112 giorni. All’estremo opposto ci sono il Trentino-A.A. (dove il saldo arriva in 50 giorni), il Veneto (56) e la Sardegna (82).
Tra i dati Cerved relativi ai comuni con almeno 100mila abitanti si possono trovare cinque Comuni dove la quota di crediti di dubbio incasso supera del 100% le entrate correnti. Una situazione critica che accomuna Reggio Calabria (169%), Giugliano in Campania (160%), Napoli (140%), Roma (117%)e Salerno (105%). Nella top ten dei Comuni peggiori anche Milano (quasi 1.200 euro per abitante), Torino (845) e Venezia (831).

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