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Sanità, il sogno dell’azienda unica di Catanzaro. Tra accelerazioni e resistenze

In settimana riparte il tavolo istituzionale per la fusione degli ospedali “Mater Domini” e Pugliese”. Un percorso disseminato di ostacoli e trappole

Pubblicato il: 23/04/2018 – 18:39
Sanità, il sogno dell’azienda unica di Catanzaro. Tra accelerazioni e resistenze

CATANZARO Accelerazioni e resistenze, fughe in avanti e passi indietro. Il percorso che dovrebbe portare alla creazione dell’azienda unica ospedaliera di Catanzaro è sempre disseminato di ostacoli e di trappole. Il processo di unificazione frutto della fusione tra l’azienda ospedaliera universitaria “Mater Domini” e l’azienda ospedaliera “Pugliese Ciaccio” nei prossimi giorni avrà un nuovo step in un vertice istituzionale convocato dal commissario ad acta per la sanità Massimo Scura, ma al di là delle dichiarazioni di intenti e delle parole di facciata restano sul tappeto molte incognite e altrettanti nodi da sciogliere.
SCURA ACCELERA Finora, il confronto, ispirato da Scura ma anche dal forcing del sindaco Sergio Abramo, sia pure tra polemiche più o meno pubbliche e “frenate” provenienti da tutti gli attori sul palcoscenico, ha smosso le acque e prodotto qualche carta, facendo concretamente balenare all’orizzonte la nascita dell’azienda unica ospedaliera del capoluogo, della quale si parla da decenni. La trattativa in atto è una triangolazione che ai lati vede l’Università di Catanzaro, con tutto il suo imponente peso rappresentato dalla presenza dell’unica facoltà di Medicina esistente da Napoli in giù, quindi l’ospedale “fucina” di primariati d’estrazione politica e infine la Regione, con il commissario Scura a fare da mediatore e soprattutto da promotore, perché a Roma i ministeri spingono per l’unificazione di “Mater Domini” e “Pugliese” in un’unica struttura che tagli doppioni e sprechi, razionalizzi le risorse e soprattutto qualifichi ancora di più un’offerta sanitaria destinata a diventare il cuore della regione. Finora, sono stati almeno tre i tavoli tenuti a palazzo Alemanni sotto la regia di Scura: un tassello alla volta qualche angolo è stato smussato, non in maniera indolore, peraltro. Basti pensare che al primo accenno di lite si è subito deciso di mettere da parte, in modo da evitare equivoci e fraintendimenti, il nome che si voleva dare alla realizzanda azienda unica, che non si chiamerà – o almeno non si chiamerà all’inizio (se mai ci sarà un inizio) – azienda “Renato Dulbecco”, in onore del premio Nobel nato a Catanzaro nel 1914: in un trionfo di burocratese e “ponziopilatismo” si chiamerà (se si chiamerà…) azienda ospedaliera-universitaria “Mater Domini-Pugliese Ciaccio”.
IL DOPPIO BINARIO Due sono gli elementi sui quali il tavolo istituzionale, allargato anche ai consiglieri regionali di centrodestra (soprattutto) e di centrosinistra di Catanzaro e dintorni, ha avviato il confronto e prodotto le prime bozze: una proposta di legge regionale che stabilisca l’unificazione tra “Mater Domini” e “Pugliese” e, propedeutico al testo normativo, il nuovo protocollo d’intesa che regolamenta i rapporti tra Università e Regione «in materia di attività integrate di didattica, ricerca e assistenza svolte per conto del Servizio sanitario regionale». Quasi superfluo riferire delle difficoltà che queste prime bozze hanno dovuto superare. A cominciare dalla diffidenza tra mondo universitario e mondo ospedaliero, che si sono accapigliati fin da subito sul numero delle unità operative a rispettiva direzione nella realizzanda azienda unica (alla fine dovrebbero essere in totale 64, con una leggera prevalenza dell’università): l’ateneo sta studiando attentamente la bozza di protocollo d’intesa e a fine mese dovrebbe riunire il Senato accademico, che ha anche un potere di veto sulla vicenda. Poi c’è l’indeterminatezza del quadro normativo nel quale ci si sta muovendo: in molti, dal Movimento 5 Stelle ai sindacati, soprattutto la Cgil, hanno infatti già avanzato dubbi sulla possibilità di creare un’azienda unica ospedaliera con una semplice legge regionale, perché da osservare ci sarebbero anche leggi nazionali la cui violazione significherebbe automatica censura di incostituzionalità da parte del governo su tutta l’operazione. Senza dimenticare che la legislatura regionale sta imboccando il viale del tramonto e, nella politica calabrese, francamente non si vede chi possa avere il coraggio di spendersi per un tema così delicato e anche scivoloso come quello dell’azienda unica del capoluogo di regione.
LE INCOGNITE SULLA TRATTATIVA Perché infatti la grande incognita è se è davvero reale la volontà, politica ma non solo, di creare un’azienda unica che potrebbe alla fine scontentare più soggetti di quanti ne accontenterebbe: a esempio, per quanto stia partecipando attivamente ai tavoli da Scura, l’Università di Catanzaro sta facendo grandi salti di gioia all’ipotesi di fondersi con l’ospedale, che a sua volta ricambia con altrettanti “brontolii”. Anche sotto il profilo istituzionale e politico si procede quasi per inerzia e si dà la sensazione di partecipare solo perché partecipano anche altri: la Regione, che ai tavoli è rappresentata dal delegato del governatore Oliverio, Franco Pacenza, e dal dg del Dipartimento Bruno Zito (che è dimissionario, o forse no…), sembra più spettatrice, interessata, ma spettatrice. I consiglieri regionali sono a loro volta molto cauti, anche perché tra loro non manca chi, per motivi professionali, è direttamente coinvolto nel processo di unificazione, come Baldo Esposito ed Enzo Ciconte, quest’ultimo tra l’altro presente ai tavoli con più vesti diverse (consigliere regionale, dirigente ospedaliero, presidente dell’Ordine provinciale dei medici). Insomma, sono tanti i “paletti” che suona persino incredibile osservare i passi avanti comunque finora compiuti sulla strada della creazione dell’azienda unica ospedaliera di Catanzaro. Scura ha riconvocato tutti subito dopo la festa della Liberazione per fare il punto della situazione, per capire se le bozze di cui sopra possono diventare proposte ufficiali, e per capire, una volta per tutte, se davvero l’azienda unica di Catanzaro possa diventare un giorno realtà.

a. cant.

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