Dal piccolo Molise è venuto un importante segnale non solo per le questioni nazionali, ma anche – per analogia – per le questioni calabresi. La bella vittoria del presidente Toma, alla guida di una forte e variegata coalizione di centrodestra, dimostra che la partita delle regionali del 2019 in Calabria è apertissima e che un centrodestra strutturato, motivato, aperto e soprattutto unito può legittimamente aspirare alla vittoria.
In Molise, guardando ai risultati alla Camera del 4 marzo, la griglia di partenza era molto simile a quella registrata nella nostra regione: il M5S era al 44,79% (in Calabria al 43,39%), il centrodestra al 29,81 % (in Calabria al 32,17%), il centrosinistra al 17,10 % (lo stesso dato identico della Calabria).
Ebbene, nonostante i favori del pronostico davano per vincenti i grillini (come qualcuno azzarda anche da noi), il centrodestra ha avuto la capacità di ribaltare gli esiti del 4 marzo, recuperando ben 14 punti percentuali, mentre il M5S ha subito una grave flessione (-6% sul candidato presidente, -13 punti sulla lista). Costante, invece, il declino del PD e del centrosinistra che hanno perso ancora un punto.
Cosa insegna la “lezione molisana”? Intanto, che l’elettorato non è stabile, se è vero che nel giro di 45 giorni gli equilibri sono cambiati significativamente. In secondo luogo, che il centrodestra, quando si presenta con le carte in regola, è ancora in grado di vincere le sfide elettorali e di proporsi come forza di governo autorevole.
In Molise – dove conto l’amicizia personale con il parlamentare europeo Aldo Patriciello, ispiratore di una delle liste più votate – ho verificato l’esistenza di queste condizioni. Sapremo farlo anche in Calabria ? Io penso di si, soprattutto se ricercheremo in questi mesi le opportune convergenze. Abbiamo bisogno di un candidato forte e condiviso da tutti, di una coalizione unita e soprattutto aperta alle novità che vengono dalla società civile, di un programma serio, concreto e innovativo. Forza Italia, che nella nostra regione non ha problemi di leadership di coalizione, essendo di gran lunga la lista più votata (siamo la regione più azzurra d’Italia), deve assumersi la responsabilità di questo processo. Da subito, senza impantanarsi nelle tattiche e pretattiche che allontanerebbero il momento delle scelte. Se avremo questa capacità di mantenere da un lato l’unità e dall’altro di aprirci alle esperienze del “civismo” e di altre culture politiche (penso a liste di ispirazione cattolica e riformista), potremo replicare anche da noi il “laboratorio Molise” e dare alla nostra Regione un governo finalmente capace di affrontare le emergenze e contemporaneamente guardare con speranza al futuro.
*consigliere regionale
x
x