LAMEZIA TERME Lamezia deve da subito prepararsi all’appuntamento con le elezioni amministrative con un imperativo categorico: tenere fuori quelle logiche che hanno portato al terzo scioglimento per infiltrazioni mafiose del Comune, dicendo no al numero abnorme di liste e candidati delle ultime elezioni comunali del 2015 e sottoscrivendo un patto tra tutti i partiti e movimenti per avere liste pulite, composte da persone al di sopra di ogni sospetto. È il messaggio più significativo venuto fuori dall’incontro promosso da Rosario Piccioni, ex consigliere comunale di Lamezia Terme alla guida del movimento “Lamezia insieme”, per discutere dell’esito delle elezioni del 4 marzo nella città di Lamezia Terme insieme all’onorevole Antonio Viscomi del Partito democratico, Aquila Villella candidata con il Partito democratico, l’onorevole Giuseppe D’Ippolito del Movimento 5 Stelle, Laura Fazzari candidata con Potere al Popolo.
«All’indomani del voto del 4 marzo a Lamezia è calata una spessa coltre di silenzio e nessuno ha analizzato pubblicamente quanto accaduto. Ecco perché abbiamo voluto fortemente questo incontro pubblico: per riavvicinare i cittadini alla politica. Il voto alle politiche nella nostra città ha fatto emergere una grande e positiva volontà di partecipazione, con un significativo aumento dell’affluenza rispetto alle precedenti tornate elettorali. Sono andati a votare quasi 10mila lametini in più rispetto alle regionali del 2014, con un aumento in termini percentuali del 20%. Soprattutto si è respirata un’aria di rinnovamento finalizzata a spazzare via la classe politica che per un lungo periodo ha rappresentato a livello istituzionale la città, spingendo addirittura Galati e Talarico a candidarsi in altri collegi. C’è stata quindi una chiara volontà di voltare pagina attraverso il voto», ha commentato Rosario Piccioni che, analizzando i dati del voto nelle diverse zone della città, ha sottolineato come «la coalizione di centrodestra, pur essendo la parte politica responsabile dello scioglimento, tiene e va oltre il 30% perdendo solo qualche punto rispetto al 2013. Questo è un dato che deve farci riflettere e interrogarci su come la città ha reagito allo scioglimento. C’è stato un silenzio assoluto da parte di quasi tutte le forze politiche. Siamo stati gli unici come movimento civico a promuovere un incontro pubblico a gennaio sullo scioglimento domandandoci cosa possano fare tanto la politica quanto la società civile, perché certe logiche non si ripetano. Per il resto silenzio assordante». Da Piccioni un appello rivolto in particolare al centrosinistra: «Mentre noi continuiamo a fare silenzio e sembra quasi che parlare dello scioglimento sia un tabù anche per noi del centrosinistra, gli stessi esponenti del centrodestra della compagine che ha portato al commissariamento si stanno riorganizzando. Addirittura alcuni ex consiglieri citati nelle varie relazioni stanno scendendo in campo con nuove formazioni. Momenti come quello di stasera, in cui ci confrontiamo da posizioni diverse e soprattutto ci mettiamo in ascolto dei cittadini sono boccate d’ossigeno per la democrazia della nostra città in cui in questi mesi la politica è stata assente».
Sul futuro di Lamezia, anche l’onorevole Antonio Viscomi parla di «una città depressa», che però «ha tutte le opportunità per ripartire. Oggi dobbiamo rimetterci al lavorare per ridare a questa città un’identità. C’è il rischio di riconsegnare la città a quegli esponenti citati nelle varie relazioni. Come centrosinistra possiamo offrire una prospettiva nuova a questa città se non ci mettiamo a farci l’analisi del sangue a vicenda, ma se ci mettiamo a lavorare insieme. Tanti io non fanno un noi». Propone un patto in quattro punti tra le forze politiche per avere liste pulite alle prossime elezioni comunali e per ridurre i costi della politica regionale, l’onorevole Giuseppe D’Ippolito che rimarca come le cause dello scioglimento erano già tutte nella campagna elettorale del 2015, di fronte alle liste «fortemente inquinate» presentate dal centrodestra. Riconosce la «migrazione» di tanti voti del Pd verso i 5 Stelle l’ex consigliera comunale Aquila Villella per la quale «il Pd non è riuscito a interpretare le istanze e i bisogni di diverse categorie sociali e da questo deve partire una riflessione nel centrosinistra». Il «discrimine» dell’antifascismo come valore fondante del Paese è stato rilanciato da Laura Fazzari per la quale «si è trattata della campagna elettorale più deludente da varie tornate ad oggi, in cui le forze politiche hanno fatto a gare a chi andava più a destra sui temi della sicurezza e della lotta all’immigrazione clandestina, mettendo da parte i temi che sono l’anima della sinistra a cominciare dal lavoro e dai diritti».
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