REGGIO CALABRIA Graduatorie ancora valide malgrado siano scadute da anni, concorsi banditi e poi annullati, assunzioni avallate da documenti interni senza passare per nuove selezioni pubbliche. Nel Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria può capitare questo e altro. In almeno due casi, in particolare, i vertici dei “Riuniti” hanno deciso di riesumare elenchi ormai “morti” per procedere a nuove assunzioni di personale, possibili solo in presenza di altri bandi di concorso.
C’è una premessa da fare. Le proroghe delle graduatorie, che si susseguono dal 2003 (l’ultima è stata inserita nella Legge di stabilità approvata lo scorso dicembre), riguardano esclusivamente le amministrazioni pubbliche soggette a «limitazioni delle assunzioni». Non è il caso delle aziende sanitarie locali, così come stabilito dalle circolari del ministero della Funzione pubblica e da una pronuncia del Tar della Toscana (la 189 del 2017), secondo cui agli enti come l’ospedale di Reggio non si applica «la normativa speciale (di ordine finanziario) prevedente la proroga dell’efficacia triennale delle graduatorie dei pubblici concorsi».
I CONCORSI Per capire quel che è successo ai Riuniti bisogna ritornare agli anni 2006 e 2008. In entrambi i casi, il management dell’ospedale aveva approvato graduatorie di concorso ricavate da altri due concorsi pubblici. Quella del 2006 è relativa all’assunzione a tempo indeterminato di tecnici sanitari di Radiologia medica, quella del 2008 riguarda i tecnici sanitari di Laboratorio Biomedico.
Tutto in regola, ovviamente. I problemi, semmai, emergeranno molti anni dopo, per la precisione nel 2017, quando i vertici dei Riuniti e il suo direttore generale, Frank Benedetto, decidono di procedere con nuove assunzioni pescando a piene mani da quelle graduatorie. Il guaio è che i due elenchi, vecchi rispettivamente di 11 e 9 anni, erano scaduti da un bel pezzo. A confermarlo c’è una norma, il decreto legislativo 165 del 2001, secondo cui «le graduatorie dei concorsi per il reclutamento del personale presso le amministrazioni pubbliche rimangono vigenti per un termine di tre anni dalla data di pubblicazione».
LE ASSUNZIONI Quella prescrizione legislativa sembra però essere caduta nel vuoto. Nel caso dei tecnici di Radiologia, l’Azienda (con la delibera 644 del 16 settembre 2016) aveva infatti bandito un nuovo concorso per la copertura di 5 posti. E in effetti, esattamente un anno prima (delibera 655), era stato emanato un avviso di mobilità volontaria regionale e interregionale per 12 assunzioni, in seguito alla quale erano stati contrattualizzati 7 tecnici. Giusto, quindi, procedere con un nuovo concorso. Senonché avviene che l’Azienda torna sui suoi passi e il 21 ottobre 2016, un mese dopo la pubblicazione del bando, annulla in autotutela l’intera procedura.
Niente più concorso, insomma. E questo perché, nel frattempo, un soggetto idoneo, inserito nella graduatoria scaduta nel 2009, presenta una semplice diffida. La vicenda si chiude nel gennaio 2017, quando quello stesso soggetto, sulla scorta delle note favorevoli dell’Avvocatura aziendale e dello stesso Benedetto (che invita il direttore delle Risorse umane «a non procedere alla costituzione in giudizio relativamente al ricorso di cui sopra e di procedere alla relativa assunzione a tempo indeterminato della ricorrente») viene definitivamente assunto come dipendente dell’ospedale. E questo malgrado il suo nome comparisse in un elenco ormai non più valido, come dimostrato anche dall’attivazione, nel 2015, dell’istituto della mobilità e dalla successiva pubblicazione di un nuovo bando.
IL SECONDO CASO Stesso modo di agire anche per quel che riguarda la graduatoria dei tecnici di Laboratorio biomedico, che risale al 2008. Da quell’elenco erano legittimamente stati assunti quattro operatori. L’anomalia si verifica invece nell’agosto 2017, quando la direzione recluta altri 11 tecnici scorrendo una graduatoria formalmente scaduta nel giugno 2016. La sua validità, in teoria, avrebbe dovuto cessare nel 2011, ma il blocco del turnover – avviato dal gennaio 2010 – ha congelato i termini dopo un anno e mezzo, con la seconda metà che ha ripreso a decorrere a partire dal 31 dicembre 2014, e quindi fino al 30 giugno 2016. Anche la graduatoria per i tecnici di laboratorio – che, come tutte quelle attinenti ai concorsi del sistema sanitario, non poteva essere prorogata – era scaduta da un bel po’.
I vertici dei Riuniti hanno però deciso di riesumarla.
Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it
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