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«Basta parlarci addosso, la sinistra lotti con gli italiani»

di Peppe Neri*

Pubblicato il: 26/04/2018 – 18:21
«Basta parlarci addosso, la sinistra lotti con gli italiani»

Le elezioni in Molise ci impongono di ricorrere, senza indugi e con franchezza, a una riflessione schietta e coraggiosa. Ci ritroviamo a constatare l’ennesima sconfitta netta, a commentare un dato che ci dice chiaramente che la gente non ci sceglie. Potremmo chiedere aiuto alle percentuali o appigliarci al momento storico che sicuramente non ci aiuta, ma non è il momento degli alibi o delle scappatoie se si vuole davvero risalire la china.
Guardando sopra di noi troviamo il Movimento cinque stelle che, seppur non si impone con lo stesso exploit delle politiche, sicuramente dimostra di avere i numeri per giocare la partita; insomma, Grillo e Casaleggio attestano di avere un loro elettorato capace di tenere testa al vero vincitore. Quest’ultimo, il centrodestra, compatto sulla carta ma diviso per vedute e programmi, ottiene la fiducia degli elettori.
I numeri sono limpidi però questa chiarezza lascia spazio ad alcune considerazioni: è la destra che ha governato per gran parte negli ultimi venti anni lasciando il Paese in condizioni non proprio ottimali, quella destra che con la Lega ha sempre dimostrato di considerare il Sud un’appendice ingombrante, la stessa destra che con le sue manovre ha sempre prediletto il Nord lasciando il Mezzogiorno in balia di politiche approssimative. Eppure, nonostante tutto ciò, vince e noi, centrosinistra, perdiamo. Non giriamoci intorno e, con onestà, proviamo a capire perché. Il popolo cerca un leader nei momenti più complicati e probabilmente noi quella figura autorevole e determinata non siamo stati bravi a individuarla. Abbiamo peccato arrovellandoci sulle nostre diatribe interne con riti antichi, sommatoria di voti e tessere, che hanno portato alla selezione di un gruppo dirigente più concentrato sulle virgole, sui punti e virgola, sui puntini da inserire nei documenti e mai attento ai problemi della gente perché distratto dai formalismi e dalla gestione spicciola del potere.
Oggi, abbiano bisogno di dirigenti dotati di carisma, capaci di creare un’osmosi continua e quotidiana tra la politica e le esigenze della comunità. Dall’altra parte, invece, si faceva la voce grossa parlando di sicurezza, immigrazione, diritti e patriottismo. Hanno comunicato con la pancia della gente facendogli avvertire che si camminava insieme, con metodi e argomentazioni discutibili certamente, ma raggiungendo il risultato che loro speravano: essere individuati come la parte politica che pone al centro il cittadino, l’“italiano” per usare la loro dialettica.
Abbiamo perso perché non siamo riusciti a esprimerci con la stessa lingua dei cittadini, sbagliando toni, metodi e argomentazioni.
Torniamo ad ascoltare gli italiani, discutendo di lavoro, diritti, sicurezza e giustizia. Mettiamo al centro le loro priorità senza arroccarci su temi che, evidentemente, rappresentano ormai il retaggio di una sinistra che è scollata dal mondo reale. Facciamo in modo che non siano le battaglie di un centrosinistra nostalgico a distruggerci e appropriamoci delle stesse lotte che combattono ogni giorno gli italiani, poiché loro, il nostro popolo, viene prima di ogni cosa.

*Consigliere regionale

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