La scrivente, dirigente scolastico da undici anni dell’Istituto “R.Piria”di Rosarno e Laureana di Borrello e attualmente dirigente scolastico reggente dell’Istituto “Dea Persefone” di Locri intende con la presente missiva semplicemente ringraziare la stampa per aver ricondotto la vicenda relativa alla mia persona sul “Caso Musella” sui binari della verità.
La ringrazio ancor più per aver chiarito che l’accusa contestatami dai pm Domjnianni e Amerio è relativa ad un presunto abuso d’ufficio per l’acquisto di libri sulla pedagogia antimafia “Vittima comune di mafia”e “Quaderni di mafia” editi dall’Associazione Riferimenti e, le esplicito, nella duplice veste di Dirigente scolastico reggente di un Istituto di Roccella Jonica e contestualmente, (quindi con l’obbligo di astensione), di un presunto ruolo all’interno della stessa associazione (all’epoca dei fatti, le assicuro, non ricoperto). Vale la pena precisare che i libri sono stati consegnati regolarmente in comodato d’uso per la preparazione ad un ciclo di seminari alla presenza di autorevoli magistrati, che si è concretizzata con la partecipazione all’evento commemorativo della Giornata Nazionale della Gerbera Gialla, nell’ambito di un protocollo Nazionale tra il Miur e l’Associazione Riferimenti, con la finalità di adottare la memoria come strategia educativa, evento celebrato in Rosarno il 05.05.2015 alla presenza del Presidente del Senato; oggi quei libri giacciono in Biblioteca quale patrimonio della Scuola.
Chiaramente della consecutio temporum degli accadimenti e dei molteplici ruoli attribuitimi in seno all’Associazione, per doveroso ossequio nei confronti della Magistratura, nella quale ripongo assoluta ed incondizionata fiducia, se ne discuterà nelle sedi opportune.
La sottoscritta però, visto il ruolo istituzionale che ricopre, coglie l’occasione per precisare che ha sempre combattuto, accanto alle Forze dell’Ordine ed alla Magistratura, per la difesa della piena legalità, senza se e senza ma,per far valere i principi fondamentali dello Stato di diritto e della necessità di educare tutti gli studenti al pieno rispetto delle leggi e delle condotte morali, anche quelli dai “cognomi ingombranti”, che sono stati messi nelle condizioni di costruirsi un’esistenza nel rispetto delle regole, dei principi di libertà e giustizia, e, quindi, diventare uomini responsabili, affrancati da ogni condizionamento negativo. La stessa ha sempre denunciato qualunque forma di illegalità, incoraggiando anche i giovani a farlo senza timori,prendendo proprio esempio da se stessa che, in linea con il proprio ruolo di educatrice, non ha esitato a condannare pubblicamente persino i propri familiari, e di questo e di ben altro le forze dell’ordine sono al corrente,consapevole che solo con il sostegno delle Istituzioni, un territorio difficile come quello della Piana di Gioia Tauro e della Calabria possa riprendere un cammino virtuoso di legalità. Gli Istituti che la scrivente dirige e ha diretto, abbattendo privilegi e pregiudizi,spesso in maniera silenziosa e con estrema umiltà, hanno tentato attraverso l’esercizio quotidiano del proprio dovere, di promuovere il senso della giustizia e del diritto, la pacifica e democratica convivenza di un’umanità a colori, denunciando la sopraffazione da ogni forma di discriminazione e marginalità sociale, di violenza, sostenendo la costruzione del senso dello Stato e creando, altresì, anche attraverso l’esempio e il ricordo di coloro che hanno avuto il coraggio della scelta, le condizioni per un radicale cambiamento culturale al fine di promuovere una reale percezione positiva delle istituzioni garanti dei diritti dei cittadini e della legalità, nella consapevolezza che l’esistenza di ciascuno acquisterà un senso conforme alla scelta operata.
La scrivente è stata quella Preside che a titolo esclusivamente gratuito e nell’ottica di poter dare un modesto contributo alla formazione culturale, umana e civile degli studenti, spendendo generosamente tutte le umane energie, aderendo ad un progetto Nazionale MIUR-Riferimenti, ha organizzato gli eventi celebrativi e commemorativi della Gerbera Gialla con il precipuo ed esclusivo ruolo di aggregare le scolaresche provenienti da tutto il territorio nazionale; e non le nascondo che sono stata onorata e orgogliosa di aver “costruito” momenti di confronto tra studenti di scuole collocate in aree fortemente a rischio di strapotere della criminalità organizzata e straordinari magistrati e operatori di giustizia, provenienti da tutto il territorio nazionale,che,svestendosi del loro ruolo ufficiale, hanno accompagnato molti studenti “a rischio” verso il cammino virtuoso della legalità,parlando al cuore e alla mente dei giovani per far loro comprendere che solo attraverso la crescita culturale ed umana sarebbe stato possibile affrancarsi dalla condizione di sottomissione e regole ed imperativi categorici di stampo familistico. Così come sono stata orgogliosa, insieme ai miei studenti, docenti, operatori dell’Istituto Alberghiero Dea Persefone di Locri, aderendo al Progetto dell’Associazione Libera, di aver allestito gratuitamente, lavorando giorno e notte duemila pasti per i familiari delle vittime di mafia presenti a Locri lo scorso anno in occasione della Giornata Nazionale della memoria e dell’impegno organizzata da Don Ciotti, che ha visto la presenza delle più alte cariche dello Stato; così come sono stata onorata di aver acquistato le bandiere e le magliette di Libera per far sfilare i miei studenti educandoli al contrasto alle mafie; così come sono orgogliosa, tra gli innumerevoli premi nazionali ed internazionali conferitimi, di rispolverare, di tanto in tanto, la bellissima targa, Premio Gerbera Gialla, consegnata a decine di magistrati, esponenti delle forze dell’ordine e della società civile, opera di Gerardo Sacco, conferitami dall’allora Procuratore Nazionale Antimafia, Piero Grasso poi divenuto presidente del Senato.
Tanti uomini e donne dello Stato in questi anni hanno intrecciato un dialogo con i miei giovani, talvolta anche ad personam e con il cuore in mano li hanno scongiurati di spezzare le catene di servaggi ancestrali, invitandoli a librare le ali verso gli orizzonti radiosi della libertà da ogni manipolazione e ad affermare il diritto di costruire un avvenire il più dignitoso possibile e come farlo se non con le armi dirompenti della cultura e dell’Istruzione? Come farlo in territori martoriati se non sottraendo armi e consegnando libri?
La scrivente, tuttavia, non ha ancora ben compreso se ha abusato della propria funzione, violando precisi parametri normativi al fine di favorire o danneggiare qualcuno, o abbia deliberatamente strumentalizzato la funzione per finalità di carattere privatistico, derogando all’obbligo di esercitarla secondo criteri d’imparzialità e buon andamento dell’attività amministrativa o se la propria funzione è stata diretta invece a perseguire in via primaria, l’obiettivo di un interesse pubblico di preminente rilievo… e poi la stessa è assalita dal paradossale dubbio: chi sarebbe la parte offesa? Il MIUR che negli anni ha stipulato i protocolli di intesa con l’Associazione Riferimenti? Gli studenti che hanno approfondito lo studio sulla pervasività del fenomeno mafioso usufruendo dei libri in comodato d’uso, patrimonio della biblioteca scolastica? L’USR che nel 2015 è pervenuto ad un risultato eccezionale con venti scuole della Regione Calabria premiate dal Presidente del Senato nell’ambito del Progetto Gerbera Gialla con il Direttore Generale in testa per aver promosso e sostenuto nelle scuole i percorsi di legalità?
È inutile sottolineare che la stima verso la Magistratura e le Forze dell’Ordine da parte della scrivente è incommensurabile e che nessuna indagine, condotta con discrezione, oggettività, serietà e correttezza impensierisce la medesima, anzi ben venga al fine di dimostrare e comprovare le condotte irreprensibili della stessa che, per i comportamenti assunti in trent’anni di attività scolastica, nonostante aggredita dalla criminalità, dai poteri deviati e dalle forze oscure del male, della qual cosa ha sempre riferito all’Autorità giudiziaria, in silenzio ed evitando il clamore mediatico, ha continuato, da inguaribile sognatrice, a esercitare il modestissimo ruolo di una semplice maestrina che tenta di costruire coscienze.
*dirigente scolastico reggente dell’Istituto “Dea Persefone” di Locri
x
x