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Il Tar "abbatte" la riforma del welfare

Accolto il ricorso presentato da un gruppo di strutture assistenziali. Regione bocciata per aver bypassato gli enti locali. Ferro: «Segnale dell’incapacità a governare del centrosinistra». Gallo (C…

Pubblicato il: 02/05/2018 – 13:45
Il Tar "abbatte" la riforma del welfare

CATANZARO Sulle riforme socio-assistenziali la Regione Calabria ha bypassato gli enti locali, agendo in splendida solitudine. Il risultato è che, oggi, una sentenza del Tar fa crollare le delibere della Regione sulla riforma del welfare.
Il Tribunale amministrativo di Catanzaro, prima sezione, ha accolto il ricorso presentato da un gruppo di strutture assistenziali, rappresentate dall’avvocato Alfredo Gualtieri, riguardo l’annullamento degli atti adottati dalla Regione Calabria, e che si sono ripetuti per tutto il 2017, circa la riforma del sistema assistenziale. I ricorrenti, ossia la cooperativa sociale Lumen, l’associazione Costruire il domani Onlus, la cooperativa Rossano Solidale, l’associazione italiana Assistenza S.p.Astici sezione di Cetraro Onlus, l’Associazione di volontariato “Vivere insieme” avevano fatto ricorso chiedendo l’annullamento della delibera di Giunta regionale 449 del 2016 – “Riorganizzazione dell’assetto istituzionale del sistema integrato degli interventi in materia di servizi e politiche sociali” –, della delibera di Giunta regionale 526 del 2017 – che apportava delle modifiche al regolamento regionale sulle procedure di autorizzazione, accreditamento e vigilanza delle strutture socioassistenziali, nonché dei servizi domiciliari, territoriali e di prossimità. Con il ricorso si chiedeva, inoltre, l’annullamento del regolamento regionale 23 del 2017. Secondo le strutture assistenziali gli atti della Regione sono stati adottati «senza il necessario raccordo con gli enti locali, attraverso la Conferenza regionale permanente di programmazione socio sanitaria e socio assistenziale e con gli enti locali». In sostanza, l’amministrazione regionale ha deliberato ed è intervenuta sui servizi socio assistenziali, che sono di competenza anche degli enti locali, senza coinvolgerli. Le autonomie locali sono state bypassate dalla Regione pur avendo, la stessa Regione lasciato ai Comuni la “patata bollente” della materia assistenziale. Il coinvolgimento degli enti locali era, in più, reso obbligatorio dalla legge regionale 23 del 26 novembre 2003 e dalla legge quadro 328 dell’8 novembre 2000.
Eppure la legge del 2003 parlava chiaro: «La Regione programma gli interventi sociali ricorrendo a strumenti e procedure di programmazione in raccordo con gli enti locali, attraverso la Conferenza regionale permanente di programmazione socio-sanitaria e socio-assistenziale, anche al fine di sollecitare e favorire l’esercizio associato o consorziato delle funzioni sociali. La Regione, congiuntamente alla rappresentanza degli enti locali, provvede alle concertazioni con le organizzazioni del Terzo settore, dei cittadini, dei sindacati e degli imprenditori».
Davanti ai giudici amministrativi si è costituita la Regione Calabria chiedendo l’annullamento del ricorso. Inoltre si è costituito il Comune di Catanzaro chiedendo l’accoglimento del ricorso.
Il Tar, nella camera di consiglio del 18 aprile 2018, Vincenzo Salomone presidente, ha deciso di accogliere il ricorso presentato dalle strutture assistenziali facendo “cadere” la riforma dell’assistenza deliberata dalla regione Calabria.

Wanda Ferro

FERRO: «SEGNALE DELL’INCAPACITÀ DI OLIVERIO A GOVERNARE» «Le motivazioni dell’annullamento da parte del Tribunale amministrativo di una serie di delibere della giunta regionale relative alle procedure di autorizzazione, accreditamento e vigilanza delle strutture socio assistenziali, mostrano ancora una volta l’incapacità del governo di centrosinistra di confrontarsi con il territorio e con le amministrazioni, anche quando è la legge a prevedere espressamente la partecipazione degli enti locali ai processi decisionali». È quanto afferma, in una nota, il deputato e consigliere regionale di Fratelli d’Italia Wanda Ferro. «La vicenda su cui oggi è arrivata la decisione del Tar calabrese – sottolinea – riguarda gli atti adottati dalla giunta regionale finalizzati alla complessiva riorganizzazione del sistema integrato dei servizi e delle politiche sociali regionali in attuazione della LR 23/2003 e della legge quadro sui servizi sociali 328/2000. Atti di cui il Comune di Catanzaro aveva chiesto l’annullamento ai giudici amministrativi, per difetto di adeguata istruttoria e per non avere garantito agli enti locali una adeguata partecipazione procedimentale in violazione della legge».
«La Regione, in sostanza – afferma la deputata – ha effettuato un consistente intervento sui servizi sociali di competenza degli enti locali senza tuttavia coinvolgerli nella fase procedimentale e di determinazione delle scelte, ad esempio raccordandosi con la conferenza regionale permanente di programmazione socio sanitaria e socio assistenziale, o richiedendo il parere obbligatorio del Consiglio delle autonomie locali. Invece, nell’ambito dell’esercizio dell’ampia discrezionalità della potestà programmatoria regionale,  l’attività di consultazione degli enti locali – rimarcano i giudici amministrativi – appare necessaria e funzionale al corretto esercizio del potere da parte dell’amministrazione regionale. Gli atti adottati dalla Regione e bocciati dai giudici amministrativi incidono infatti sulla attività degli enti locali, sulla destinazione delle somme costituenti il loro bilancio e su una funzione pubblica a loro affidata almeno in parte».
«I giudici amministrativi – conclude Ferro – hanno evidenziato come la Regione avrebbe dovuto garantire agli enti locali la partecipazione alle fasi che precedono l’adozione di provvedimenti che incidono non solo sui costi delle prestazioni a carico degli utenti, ma anche su quelli a carico degli stessi enti, che non sono messi nelle condizioni di avere le risorse necessarie ad offrire servizi efficienti e rispondenti alle richieste dei cittadini in un settore così delicato».
Gianluca Gallo

GALLO: «OLIVERIO COME UN TRENO DERAGLIATO» Il consigliere regionale Gianluca Gallo commenta la decisione del Tar e spiega che «da mesi andiamo evidenziando le falle di quella che pomposamente è stata presentata come una riforma che in realtà non riforma nulla, se non in peggio. Il presidente Oliverio, come nel suo stile – incalza l’esponente della Cdl – pur di non offuscare la sua immagine di governatore decisionista non s’è curato minimamente di garantire il rispetto delle prerogative del Consiglio regionale e di altre istituzioni: è andato dritto come un treno, finendo però col deragliare, come spesso e volentieri gli capita, alla prima curva». Aggiunge Gallo: «Il guaio è che il presidente trascina con sé nel baratro anche i calabresi. Certo, la sentenza del Tar potrebbe essere sempre ribaltata dal Consiglio di Stato, ma il dato che emerge e che niente potrà scalfire è quello di un uomo solo al comando, insofferente al confronto con quanti pure, per legge, dovrebbero obbligatoriamente contribuire ai processi decisionali. Ne prendano atto la sua maggioranza ed il presidente del consiglio regionale, per pretendere quanto meno e come minimo il rispetto dei ruoli istituzionali. Da questa vicenda emerge evidente la mortificazione inflitta alle Commissioni ed al Consiglio». Conclude Gallo: «Torno a rilanciare una richiesta già avanzata nelle settimane passate, e che la pronuncia del Tar rende ora urgente: Oliverio venga in Aula e discuta in Consiglio del welfare».

Il sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo

ABRAMO: «AVREBBE MESSO IN CRISI LE STRUTTURE» Anche il sindaco di Catanzaro ha commentato la decisione dei giudici amministrativi. «La sentenza del Tar – dicono il sindaco Abramo, l’assessore alle politiche sociali, Lea Concolino, e l’assessore all’avvocatura Danilo Russo – ha dato pienamente ragione alla posizione assunta con decisione dal Comune di Catanzaro fin dai passaggi preliminari alla riforma regionale del welfare che avrebbe causato pesanti conseguenze riguardo alla sostenibilità del sistema socio-assistenziale e alla stabilità finanziaria delle amministrazioni locali. I giudici hanno, quindi, riconosciuto la correttezza delle argomentazioni e dell’impostazione giuridica del ricorso sostenuto e condiviso con grande convinzione dal dirigente del settore legale, Saverio Molica, unitamente agli avvocati interni». «Una riforma di questo genere – sottolinea il sindaco Abramo – avrebbe, inoltre, generato pesanti ripercussioni anche sulle strutture socio-assistenziali del territorio che versano da tempo in evidente stato di sofferenza economica a causa di un’insufficiente programmazione. Un allarme che negli ultimi due anni ho lanciato più volte alla Regione e su cui, con grande disappunto, non si è registrata la condivisione di altri Comuni e dell’Anci che ha delega in materia. Il Comune capoluogo con grande senso di responsabilità aveva comunque tentato di dare avvio in questi mesi alle attività previste dalle disposizioni regionali, pur senza mai recedere dall’evidenziare le criticità e le evidenti illegittimità espresse nel ricorso. Oggi, alla luce della sentenza, tali provvedimenti dovranno essere necessariamente rivisti garantendo l’effettiva partecipazione degli enti locali alla programmazione degli interventi in materia socio-assistenziale».

Alessia Truzzolillo
a.truzzolillo@corrierecal.it

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