Ultimo aggiornamento alle 21:20
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 4 minuti
Cambia colore:
 

«Inps, dove la dipendente onesta diventa “infedele”»

di Gian Paolo Stanizzi*

Pubblicato il: 02/05/2018 – 17:35
«Inps, dove la dipendente onesta diventa “infedele”»

Proprio nella giornata dedicata alla Festa del Lavoro ho ritenuto richiamare l’attenzione di tutta la stampa sulla vicenda della funzionaria Inps di Crotone, Maria Teresa Arcuri, una funzionaria che otto anni fa chiese all’ Ente di conoscere se la propria dirigente possedesse i titoli per ricoprire quel ruolo; al diniego ricevuto e alla iniziativa della denuncia al Magistrato di controllo, fece seguito l’irrogazione di una sanzione disciplinare, sanzione annullata dopo sette anni di battaglie legali, da una sentenza della Corte d’ Appello dello scorso giugno.
Questi i passi clou della sentenza: «Nella vicenda oggetto di causa, la lavoratrice (Signora Arcuri) ha palesato ai propri superiori il dubbio che la dirigente della sede provinciale Inps di Crotone non avesse mai superato un concorso pubblico per l’accesso nei ruoli dirigenziali pubblici (…) Vicenda di indubbia rilevanza sia per l’Istituto che per i cittadini, atteso che i consorzi istituiti ai sensi dell’art. 25, L. n. 142/90, hanno natura di enti pubblici economici (…) Pertanto, un’eventuale procedura di mobilità che avesse determinato il transito della citata dirigente dai ruoli di un ente pubblico economico a quelli ministeriali avrebbe indubbi caratteri di illiceità (…) Prescindendo dalla qualificazione giuridica (se truffa aggravata in danni del Ministero come ritenuto dagli autori dell’informativa o, come appare più plausibile, fattispecie di reati contro la P.A.), quel che è certo è che rilevanti profili di illiceità emergono dalla vicenda che l’istanza di accesso agli atti della Signora Arcuri. mirava a chiarire. E che il diniego opposto dall’Istituto prima e, addirittura, la sanzione disciplinare inflitta miravano ad occultare…»
Ebbene, nonostante la chiarezza della sentenza, nulla è cambiato per la signora Maria Teresa Arcuri né, tantomeno, l’Inps ha ritenuto di dover fare chiarezza su “quel grave profilo di illiceità” denunciato dalla signora, confermato dai magistrati.
E allora, cosa restava fare alla dipendente modello? Denunciare se stessa davanti a un Magistrato «perché da cinque anni sono pagata per non fare nulla».
Questa singolare denuncia non è sfuggita al Fatto Quotidiano che, grazie alla firma di Thomas Mackinson, ha narrato la triste vicenda in più riprese.
Né è sfuggita ai giornalisti delle Iene che con Roberta Rei e Marco Fubini, hanno registrato e mandato in onda un dettagliato servizio.
Non fosse mai successo!
Per tutta risposta, l’Inps ha fatto partire un procedimento disciplinare che il prossimo 3 maggio vedrà la signora Maria Teresa Arcuri impegnata a difendersi dall’accusa di «dipendente infedele ed indisciplinata»!
Ed allora, in merito a questa vicenda la richiesta che ho fatto e che qui rinnovo all’ intera categoria dei giornalisti: siate “cani da guardia”, come ha detto il senatore Paolo Guzzanti nel corso del convegno del Primo Maggio.
«Non siate semplici cronisti dei mali che affliggono la nostra società ma siate protagonisti di una crescita collettiva della società stessa», come ha detto Carlo Parisi, segretario aggiunto della Fnsi, ottimo padrone di casa.
Il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, nel luglio 2016, dichiarava in una intervista alla Stampa: «Prima ancora della politica e della ’ndrangheta, il problema della Calabria sono i quadri della pubblica amministrazione».
Sono tanti impiegati e dirigenti pubblici a causare l’inefficienza della pubblica amministrazione. Ma, ritengo io, che quanto detto da Gratteri valga anche su tutto il territorio nazionale. Sta, perciò, a noi tutti, ai giornalisti tutti vigilare su quel che accade nella pubblica amministrazione.
Perché in una pubblica amministrazione dove il merito non è la regola di accesso e la trasparenza è oltraggiata da comportamenti evasivi e omertosi non potrà mai esserci una società efficiente.
Una pubblica amministrazione efficiente nasce solo dove i dipendenti siano ben consapevoli di un generale dovere di adempiere ai compiti loro assegnati con disciplina ed onore. «Come statuisce una disposizione di rango costituzionale (art. 54, comma 2), la cui dannazione all’oblio non è fra le ultime cause del degrado etico in cui versa la gestione della cosa pubblica».
Né, tantomeno, riteniamo che possa imporsi al dipendente il silenzio su fatti illeciti, all’ origine di gravissimi danni economici all’ intera collettività.
Se ciò malauguratamente dovesse accadere, si correrebbe il rischio di scivolare verso – non voluti, ma impliciti – riconoscimenti di una sorta di “dovere di omertà”  che, ovviamente, non può trovare la benché minima cittadinanza nel nostro ordinamento.
Un “dovere di omertà” che svuoterebbe di significato il vero ruolo del Giornalismo e dei Giornalisti: foro privilegiato per la divulgazione dei temi di interesse pubblico; “cani da guardia” della democrazia e delle istituzioni.

*avvocato

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x