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«Scioglimenti, una traccia per una nuova norma»

di Pierpaolo Zavettieri*

Pubblicato il: 02/05/2018 – 21:32
«Scioglimenti, una traccia per una nuova norma»

Gentile direttore, sono lieto di apprendere attraverso le colonne del suo giornale come, sempre più, si stia prendendo atto che la norma sugli scioglimenti dei consigli comunali sia ormai superata e dannosa economicamente.
Non sono più gli anni in cui di queste tematiche se ne occupava la prima fila della politica e personalità che influivano sull’opinione pubblica e sull’amministrazione dello Stato, della statura del superprefetto Luigi De Sena, il Quale ha più volte ed in varie circostanze bollato come inutile se non addirittura controproducente tale norma.
Il dibattito che alcuni  di noi in questi anni stanno cercando di animare (non senza difficoltà ed estrema diffidenza da parte di alcune componenti dello Stato) almeno un merito se lo è guadagnato: ha riacceso i riflettori su questa tematica calda e “pericolosa” al maneggio. È di queste ore la dichiarazione del senatore Viscomi, persona autorevole sotto ogni profilo, comprese le sue competenze giuridiche. Pertanto mi fa piacere che questa battaglia anche se non potrà avvalersi di molti e fervidi alleati, da oggi quantomeno potrà trovare sollievo su sponde d’impatto più morbide. Le considerazioni che fa Viscomi infatti risultano utili e condivisibili, così come utili sarebbero gli interventi derivanti dagli spunti che egli consegna a questo pubblico dibattito.
Va precisato però che quelle del capolista del Pd al Senato, risultano però riflessioni parziali. L’obbiettivo primario che deve camminare di pari passo ad alcuni degli interventi da Lui trattati deve essere sempre quello di risanare il contesto in cui gli amministratori operano, ristabilendo lo stato di diritto, attraverso la strenua difesa dei suoi principi fondanti, cui il Pd, spiace dirlo, forse per timore reverenziale, ha sempre evitato di trattare.
Un punto che il già vice governatore non ha inserito nella sua disamina e che sta alla base di qualsivoglia modifica proponibile sarebbe di introdurre, prima di giungere allo scioglimento del consiglio comunale, il diritto al contraddittorio, sin dalla fase istruttoria e riducendo la discrezionalità assoluta (rectius, arbitrio), oggi riconosciuta agli organi ministeriali.
Per completezza di informazione va detto che anche quasi tutti gli eletti in Parlamento del centrodestra sono intervenuti, pure con apparente determinazione, in merito alla suddetta tematica. Rivolgendo uno sguardo ottimista sul futuro di questo tortuoso percorso legislativo non si può negare che finalmente si è aperto un dibattito sostenuto su più fronti: la costituzione di comitati a difesa dei principi democratici fondamentali; la condivisione da parte di 51 sindaci (su 85 in carica) di un documento indirizzato al Ministro dell’Interno in cui viene evidenziato il malessere degli amministratori locali che chiedono solamente di poter ricreare un clima di serenità e non essere costretti a gestire la cosa pubblica sotto la “Spada di Damocle”;  il sostegno per la presentazione di una legge di iniziativa popolare che alcuni di noi vorrebbero portare avanti; iniziative parlamentari che timidamente potrebbero maturare; proposte provenienti dagli enti locali, utili a cristallizzare la volontà popolare su una norma a tutt’oggi in vigore, rimasta immodificata per troppi anni nonostante gli evidenti insuccessi quindi inattuale e inadeguata.
A tal uopo in questi giorni sarà proposta e discussa una articolata mozione in Consiglio Metropolitano che rappresenti una traccia importante per il futuro lavoro parlamentare da tutti tanto atteso!     

 *Sindaco di Roghudi e consigliere metropolitano

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