CATANZARO Il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio è indagato per abuso d’ufficio nell’ambito di un’inchiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro su “Calabria verde”, ente in house della Regione, riguardante il distacco di un dipendente. Lo ha reso noto lo stesso Oliverio. «Mi è stato notificato oggi dalla Guardia di finanza – afferma il governatore in una nota – un “avviso di chiusura delle indagini preliminari ai sensi dell’art. 415 bis del codice di procedura penale con una contestuale informazione di garanzia sul diritto alla difesa ai sensi dell’art. 369 e 369 bis del codice penale” emesso dalla Procura della Repubblica di Catanzaro. Con gli atti mi viene contestato il reato di abuso d’ufficio in relazione al proseguimento di un distacco del signor Barilaro Giuseppe, dipendente del Comune di Francica (Vibo Valentia), presso l’azienda Calabria Verde. Considerandomi estraneo ai fatti contestati – conclude – confido di chiarire quanto prima la mia posizione nelle sedi competenti».
SEI INDAGATI PER UNA NOMINA “POLITICA” Il presidente della giunta regionale non è l’unico a essere finito nel mirino della Procura di Catanzaro. In questo procedimento – uno dei tanti “dedicati” alla gestione di Calabria Verde – sono indagate sei persone. A firmare il provvedimento di chiusura indagini, notificato dalla Guardia di finanza, sono il procuratore capo Nicola Gratteri, gli aggiunti Giovanni Bombardieri e Vincenzo Capomolla e il sostituto Alessandro Prontera. Oltre a Oliverio, lo stesso Barilaro è destinatario del provvedimento di chiusura delle indagini. Degli altri indagati non sono stati resi noti, per il momento, i nomi. L’inchiesta riguarda due successivi momenti della vita amministrativa dell’agenzia regionale. Il primo step focalizza l’attenzione sul comando di Barilaro, sindaco di Acquaro, dal Comune di Francica a Calabria Verde, avvenuto nel 2014. Il secondo step, invece, riguarda la proroga del comando, decisa dall’amministrazione nel 2015. In entrambi i casi, secondo l’accusa, dietro il trasferimento del sindaco non c’erano esigenze organizzative dell’ente; la sua cooptazione, infatti, è considerata funzionale a interessi riguardanti il consenso politico-elettorale della maggioranza guidata da Oliverio. Ci si troverebbe, dunque, davanti a un utilizzo distorto dell’Agenzia regionale deputata alla tutela dei boschi. Contestazioni sulle quali si attende, a questo punto, il prossimo passaggio giudiziario: l’eventuale richiesta di rinvio a giudizio e la successiva (sempre eventuale) pronuncia del gup.
ale. tru.
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