Fp Cgil, Cisl Fp e Uiltemp esprimono «forte preoccupazione» per l’atteggiamento assunto dalla Regione in merito all’attuazione del processo di stabilizzazione dei lavoratori ex lsu-lpu in servizio presso gli enti regionali. I sindacati si riferiscono al decreto emanato dal dipartimento regionale Lavoro lo scorso 26 aprile di cui il Corriere della Calabria ha anticipato i contenuti nei giorni scorsi (qui l’articolo). Gli elenchi allegati al decreto in questione, rilevano le organizzazioni sindacali, non includono «i lavoratori attualmente utilizzati a Calabria Verde, Arsac, Arpacal».
«Non si comprende a questo punto – fanno notare Fp Cgil, Cisl Fp e Uiltemp – il comportamento del governo regionale che nei mesi scorsi, nell’invitare i Comuni a procedere con il rinnovo delle contrattualizzazioni, si era contestualmente e formalmente impegnato a definire al più presto la stabilizzazione dei propri lavoratori ex lsu-lpu attraverso l’approvazione di un’apposita legge regionale. Per questi motivi – proseguono i sindacati – non è spiegabile quanto sta avvenendo, considerata anche la circostanza della pubblicazione del decreto 3969 finalizzato proprio ad avvalersi dei fondi ministeriali in modo da attingere alla quota annuale di 50 milioni di euro destinati dal Governo ai precari calabresi per il piano di stabilizzazione 2018-2020».
A fronte di tale situazione, «in mancanza di risposte certe e definitive e in presenza di ulteriori incomprensibili ritardi» da parte della Regione, Fp Cgil, Cisl Fp e Uiltemp preannunciano «iniziative di mobilitazione che proseguiranno fino a quando non verrà superata l’attuale fase di stallo che sta provocando legittime e sacrosante tensioni tra i lavoratori interessati».
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