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Incandidabilità, Mascaro, Paladino e Ruberto si difendono

L’ex sindaco di Lamezia Terme parla per due ore in udienza: «Mai violato la normativa sugli appalti». L’ex vicepresidente dell’assemblea comunale: non avevo il potere di incidere sull’elezione del …

Pubblicato il: 09/05/2018 – 13:37
Incandidabilità, Mascaro, Paladino e Ruberto si difendono

LAMEZIA TERME Ha parlato per oltre due ore l’ex sindaco di Lamezia Terme, Paolo Mascaro, nel corso dell’udienza relativa alla richiesta del ministero dell’Interno sull’incandidabilità degli ex amministratori del Comune di Lamezia Terme (sciolto per infiltrazione mafiosa a novembre 2017): l’ex sindaco, appunto, e gli ex consiglieri comunali Giuseppe Paladino (già vicepresidente del consiglio comunale) e Pasqualino Ruberto. Mascaro – difeso dagli avvocati Gianfranco Spinelli, Dina Marasco e Pietro Palamara – ha spiegato, punto per punto la bontà del proprio operato, affermando l’insussistenza di elementi di infiltrazione mafiosa nel corso della sua amministrazione. L’ex sindaco ha argomentato l’insussistenza delle contestazioni espresse nei suoi confronti. Per esempio, come ha contestato l’Avvocatura dello Stato, vi è stata «presenza nell’apparato amministrativo burocratico ed elettivo dell’Ente civico di fitti legami di parentela, affinità e frequentazione con noti esponenti di spicco delle locali consorterie mafiose» cosa che avrebbe inficiato anche alcuni appalti. Ma l’ex primo cittadino ha puntualizzato come la sua amministrazione non abbia violato alcuna legge in materia di appalti. Per quanto riguarda, poi, la difesa di Giampaolo Bevilacqua già consigliere provinciale e della Sacal (società che gestisce l’aeroporto di Lamezia Terme), si contesta a Mascaro, da avvocato, di avere difeso l’imputato fino al 26 giugno 2015. Quindi per un brevissimo periodo di tempo, dal 15 giugno 2015 al 26 giugno 2015, Mascaro è stato sindaco, difensore di fiducia e rappresentante legale del Comune che nel processo era parte civile ( Bevilacqua è stato arrestato il 26 luglio 2013 nell’ambito dell’operazione Perseo, condannato in primo grado il 15 luglio 2016 e assolto in appello il 18 giugno 2017). In più si contesta di avere difeso Bevilacqua per quanto riguarda procedimento di applicazione di una misura di prevenzione (misure destinate a soggetti considerati socialmente pericolosi dirette ad evitare la commissione di reati da parte degli stessi) fino al secondo grado di giudizio. Mascaro, nel corso dell’udienza di mercoledì ha affermato di avere rinunciato alla difesa nei procedimenti in cui il Comune era parte civile. Per quanto riguarda il caso della misura di prevenzione, l’ex sindaco ha spiegato di avere proseguito con la difesa perché in quel procedimento non vi era costituzione di parte civile da parte del Comune.
PALADINO Per quanto riguarda l’ex vicepresidente del consiglio comunale, Giuseppe Paladino, difeso dall’avvocato Lucio Canzoniere, si è espresso in merito alle pressioni che, nonostante le dimissioni perché indagato nell’inchiesta della Dda “Crisalide” – contro la cosca Cerra-Torcasio-Gualtieri – avrebbe tentato di fare per favorire l’elezione del consigliere Armando Chirumbolo alla carica di vicepresidente che lo stesso Paladino ricopriva fino a poco tempo prima. Paldino ha dato la sua interpretazione dicendo che nella riunione del consiglio comunale dell’8 luglio 2017 Chirumbolo non è stato nominato ma sono state nominate ed elette persone completamente diverse, a dimostrazione che non ha cercato di incidere sull’elezione e che non ne aveva il potere.
RUBERTO Per ultimo è stato sentito l’ex consigliere comunale Pasqualino Ruberto, difeso dagli avvocati Ida Francesca Sirianni e Mario Murone. Ruberto ha affermato di avere fatto opposizione a tutte le attività amministrative, a dimostrazione della non imputabilità allo stesso di quanto emerge dalle relazioni degli investigatori e della commissione d’accesso antimafia. Ruberto ha affrontato anche la questione “Crisalide”, procedimento nel quale si trova, come Paladino, imputato con l’accusa di concorso esterno per avere avuto appoggio dalla cosca Cerra-Torcasio-Gualtieri nel corso delle amministrative 2015. L’ex consigliere ha detto di non essere stato a conoscenza della caratura criminale dei soggetti imputati quali reggenti della cosca Torcasio (come Antonio Miceli che dalle risultanze di indagine compare quale organizzatore della campagna di attacchinaggio e raccolta voti). Ruberto ha raccontato di avere incontrato questi soggetti, con i quali i rapporti erano intrattenuti da Paladino, solo in occasione di una comizio tenuto nel quartiere di Capizzaglie. Comizio organizzato da Paladino. L’ex consigliere ha inoltre affrontato anche la questione relativa la procedimento “Robin Hood” nel quale è imputato in veste di ex presidente dell’ente in house della Regione, Calabria Etica. Ruberto ha sottolineato il fatto che il gip abbia escluso l’aggravante mafiosa dai reati a lui contestati e ha dichiarato che in 20 anni di carriera politica non ha mai avuto rapporti con persone legate alla criminalità organizzata.
L’udienza è stata rinviata al prossimo 22 maggio per le discussioni e per la decisione del collegio giudicante.

Alessia Truzzolillo
a.truzzolillo@corrierecal.it

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